05 aprile 2020

ULTIMI TRA GLI ULTIMI



Questa pandemia,questa immane tragedia dei giorni nostri,questa catastrofe mondiale che è il Coronavirus,colpisce tutti indistantamente,non guarda in faccia a nessuno.E si contagia la gente comune ma anche quella famosa,come Carlo d'Inghilterra e il Premier inglese Johnson;lo scrittore Luis Sepulveda e la cantante Marianne Faithfull,diventata famosa a soli 17 anni,grazie alla canzone"As Tears Go Bye" scritta da Mick Jagger e Keith Richards dei Rolling Stones.

E poi cardinali,ministri di ogni Nazione del mondo,calciatori strapagati,e poi "lui",quel bimbo di soli 5 anni,che ti fa ricordare la morte del bambino,figlio del giudice Othon,nel romanzo "La Peste" di Camus.Tutti,indistintamente,senza selezione di ruolo o di rango,di età e di sesso.E ti vien fatto di pensare che forse sì,forse in questo e solo in questo,siamo davvero tutti uguali.Pù nessuna scala sociale od economica,come ci raccontava Totò/Principe De Curtis nella sua famosissima poesia " 'A Livella" :



E invece no.Neanche difronte a questa tragedia siamo tutti uguali.Anche qui,anche difronte a questo dramma epocale siamo tutti uguali.Anche qui c'è chi sta peggio,chi,parafrasando Orwell,"è più ultimo tra gli ultimi".Sono i senzatetto di Las Vegas,ritratti in quella foto scattata a Las Vegas qualche giorno fa,che vede decine e decine di box delimitati da strisce bianche all'interno di un parcheggio all'aperto dove sono stati accolti i senzatetto della città.Fino a poco prima dormivano in una struttura della Catholic Charities(la "Caritas" italiana)ente benefico tra i più grandi del paese,che sono stati costretti a lasciare i propri letti perché è stato riscontrato un caso di positività tra gli homeless.Per questo,in attesa della sanificazione,i senzatetto sono stati destinati in un parcheggio all'aperto alle spalle del Cashman Center:rimarranno lì almeno fino al 3 aprile.E per garantire il distanziamento sociale necessario ad evitare il contagio,gli agenti della contea hanno disegnato delle linee bianche sull'asfalto,creando dei minuscoli box delimitati da transenne in ferro dove i senzatetto possono dormire:e non un tappeto,nessuna coperta è stato fornita loro.Quattro strisce,qualche mini box:questa è ormai la nostra "normale" Umanità.Eppure ci sono 150.000 camere d'albergo a Las Vegas,che non sono utilizzate in questo momento.Questo accade a Las Vegas,la città degli eccessi,dei casinò e del gioco d'azzardo.La città dove scorrono fiumi di danaro;ma che è la stessa città dove c'è quest'altra Umanità dolente.Las Vegas.Quasi un simbolo di questi nostri tempi,di questo nostro mondo di adesso.Perchè in fondo quelle immagini sono semplicemente uno stato di accusa per la nostra società,per come l'abbiamo costruita e per come la viviamo,in un vuoto di sentimenti e sensibilità.E' la prova di una società,che anche in questi tempi di angoscia e paura,tratta l'altro e il diverso in maniera indifferente,incapace di soccorrere i suoi cittadini più deboli nelle loro elementari necessità umane.Uno Stato e una città tra le più ricche al mondo che fa dormire gli "homeless" a cielo aperto,sul duro materasso del cemento di un parcheggio.Las Vegas,Usa,Mondo.

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