Come definirli?Fascisti?Populisti?Corporativi?In realtà non c'è una definizione che possa individuare in modo univoco quello che va sotto il nome di "Movimento dei Forconi".Proprio perchè così variegata è la composizione del "movimento:i forconi,certo,ma anche pensionati, liberi professionisti,imprenditori,studenti,disoccupati,immigrati,autotrasportatori ci sono dentro quel "movimento".E uno soltanto è l'elemento che li accomuna:un grande malessere sociale per la grave situazione economica del Paese e la rabbia per l'incapacità di gestire questa crisi da parte di "questa" classe politica.Una situazione che tutti coinvolge,perchè tutti sono stanchi,tutti non ce la fanno più difronte ad uno Stato che tassa e strozza le vite di ognuno di loro mentre continua la grande immoralità della politica italiana.
Una volta il malessere sociale e politico si organizzava attraverso partiti,sindacati, organizzazioni di categoria che incanalavano il sentimento della protesta.Oggi no.Oggi la protesta si organizza in Rete,come i grillini.Certo,molti di loro hanno votato "5 stelle" ma sono ora delusi."Stanno marcendo anche loro"dicono.E guai anche a parlare di sindacati."Siamo "solo"il popolo sovrano.Non ci rappresenta più nessuno.Anche i sindacati si sono venduti".Molti sono di sinistra ma la sinistra li ha disillusi.Ecco.Tutte queste categorie sociali finora erano rimaste ai margini ed ora manifestano "in prima persona" la loro rabbia,i propri disagi,senza canali di rappresentanza che del resto nemmeno vogliono avere.
Vero.Nessuno li rappresenta più.Nessuno è stato capace di ascoltare,interpetare,rappresentare il sentimento di questa gente.Nè i politici nè tantomeno i sindacati(figuriamoci!).Perchè nessuno è capace di "sentire le esigenze,i problemi,i bisogni di questa gente:il problema degli agricoltori delle "quote latte,il lavoro,i licenziamenti,le tasse,l'Imu,l'Iva,la casta,l'Europa ladra.Ed in assenza di un conflitto sociale strutturato nei sindacati e nei partiti,la protesta esplode in maniera disordinata.È quello che è accaduto negli anni scorsi nelle "banlieue" parigine o nelle periferie londinesi.Un serbatoio di disagio che non usa più i classici canali del conflitto sociale.
E mentre "loro" gridano i loro disagi nelle piazze,quegli "altri"continuano come prima.Le banche continuano a ricevere finanziamenti dall'Europa senza aprire i rubinetti del credito.L'immoralità dell'uso dei finanziamenti pubblici,ma anche l'incapacità e l'ottusità di partiti che continuano a parlarsi addosso in maniera autoreferenziale,che continuano a respirare l'aria del Potere senza aprire le finestre del Palazzo,per capire cosa sta accadendo
Ecco,adesso si può trovare una definizione per la gente che in questi giorni manifesta.E' "la gente della crisi" quella che va nelle piazze in questi giorni.La gente che da almeno 3 anni è massacrata e schiacciata dalla crisi.Negozi e industrie che chiudono.Disoccupazione che avanza,il livello delle fasce di povertà che si abbassa sempre più.E tragedie umane.Le tragedie di chi,disoccupato o licenziato,non riesce più a sostenere le proprie famiglie.Ma non ci sono richieste precise in queste manifestazioni.C'è "solo"rabbia,tanta rabbia,un malcontento,una voglia di reagire contro uno Stato padrone e vessatorio che con le sue infinite tasse,ti distrrugge la vita.E c'è la rabbia contro organismi,istituzioni(italiane ed europee)avvertite lontane,che niente sanno,niente "sentono".E intanto "loro",i politici parlano di scissioni,primarie,patti di stabilità,governabilità.No non sono queste le parole che interessano alla "gente della crisi".Le parole che interessano a questo popolo sono altre:lavoro,minore fiscalità,moralità pubblica.Ma queste parole vanno pronunciate subito.Il vocabolario va cambiato.In fretta.
Una volta il malessere sociale e politico si organizzava attraverso partiti,sindacati, organizzazioni di categoria che incanalavano il sentimento della protesta.Oggi no.Oggi la protesta si organizza in Rete,come i grillini.Certo,molti di loro hanno votato "5 stelle" ma sono ora delusi."Stanno marcendo anche loro"dicono.E guai anche a parlare di sindacati."Siamo "solo"il popolo sovrano.Non ci rappresenta più nessuno.Anche i sindacati si sono venduti".Molti sono di sinistra ma la sinistra li ha disillusi.Ecco.Tutte queste categorie sociali finora erano rimaste ai margini ed ora manifestano "in prima persona" la loro rabbia,i propri disagi,senza canali di rappresentanza che del resto nemmeno vogliono avere.
Vero.Nessuno li rappresenta più.Nessuno è stato capace di ascoltare,interpetare,rappresentare il sentimento di questa gente.Nè i politici nè tantomeno i sindacati(figuriamoci!).Perchè nessuno è capace di "sentire le esigenze,i problemi,i bisogni di questa gente:il problema degli agricoltori delle "quote latte,il lavoro,i licenziamenti,le tasse,l'Imu,l'Iva,la casta,l'Europa ladra.Ed in assenza di un conflitto sociale strutturato nei sindacati e nei partiti,la protesta esplode in maniera disordinata.È quello che è accaduto negli anni scorsi nelle "banlieue" parigine o nelle periferie londinesi.Un serbatoio di disagio che non usa più i classici canali del conflitto sociale.
E mentre "loro" gridano i loro disagi nelle piazze,quegli "altri"continuano come prima.Le banche continuano a ricevere finanziamenti dall'Europa senza aprire i rubinetti del credito.L'immoralità dell'uso dei finanziamenti pubblici,ma anche l'incapacità e l'ottusità di partiti che continuano a parlarsi addosso in maniera autoreferenziale,che continuano a respirare l'aria del Potere senza aprire le finestre del Palazzo,per capire cosa sta accadendo
Ecco,adesso si può trovare una definizione per la gente che in questi giorni manifesta.E' "la gente della crisi" quella che va nelle piazze in questi giorni.La gente che da almeno 3 anni è massacrata e schiacciata dalla crisi.Negozi e industrie che chiudono.Disoccupazione che avanza,il livello delle fasce di povertà che si abbassa sempre più.E tragedie umane.Le tragedie di chi,disoccupato o licenziato,non riesce più a sostenere le proprie famiglie.Ma non ci sono richieste precise in queste manifestazioni.C'è "solo"rabbia,tanta rabbia,un malcontento,una voglia di reagire contro uno Stato padrone e vessatorio che con le sue infinite tasse,ti distrrugge la vita.E c'è la rabbia contro organismi,istituzioni(italiane ed europee)avvertite lontane,che niente sanno,niente "sentono".E intanto "loro",i politici parlano di scissioni,primarie,patti di stabilità,governabilità.No non sono queste le parole che interessano alla "gente della crisi".Le parole che interessano a questo popolo sono altre:lavoro,minore fiscalità,moralità pubblica.Ma queste parole vanno pronunciate subito.Il vocabolario va cambiato.In fretta.
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