29 novembre 2013

UN LEADER E LA "SUA" GENTE


Bottiglie di spumante stappate nella sede di "Repubblica".La senatrice Pezzopane che durante le votazioni per la da senatore di Berlusconi, clicca su facebook,un "mi piace" sulla foto di Berlusconi sanguinante,ferito dalla statuetta del Duomo scagliato da Tartaglia.Ecco,di tal genere sono stati i sentimenti di "quelli" di sinistra al momento della dichiarazione di decadenza di Berlusconi dal Senato.Ora brindano "quelli" del Pd alla "cacciata" dal Senato di Silvio Berlusconi,ripetendo,con ossessione,che il voto contro il Cavaliere segna la fine del ciclo berlusconiano.Ma il cieco e barbaro furore antiberlusconiano che offusca le sinistre menti,impedisce loro di comprendere che la fine del ciclo parlamentare di Berlusconi non coincide affatto con la fine del suo ciclo politico.Anzi.Proprio la scelta di correre a rotta di collo per l'immediata,pubblica "esecuzione"dell’avversario di sempre,interrompe sì il ciclo parlamentare,ma conferisce linfa nuova alla presenza politica di Berlusconi.A intuirlo è Riccardo Barenghi,uomo convintamente di sinistra,ma non "omologato"ed anzi spesso controcorrente rispetto alla sinistra ottusità italiota,che nella sua rubrica "Jena" su "La Stampa",acutamente nota:"E se gli avessero fatto un piacere?"(a Berlusconi n.d.b.).Tra i dirigenti Pd,invece,l'unico ad aver capito la situazione è  Matteo Renzi.Il "fiorentino",infatti,si rende conto che con il Cav. fuori del Palazzo  la prossima campagna elettorale non sarà,nè per il Pd,nè per lui,una vittoria scontata.Ed ha ragione il rottamatore.Berlusconi non è più parlamentare,ma la sua presenza permane forte nella politica italiana.I dirigenti Pd,invece,ancora euforici ed inebriati dalla "vittoria",ancora non realizzano che con quella cacciata hanno catapultato Berlusconi sul terreno a lui più congeniale,dove meglio si muove,e sul quale,da vent’anni,sistematicamente,vince tutte le sue partite,anche le più disperate,come l'ultima campagna elettorale ha dimostrato.
L'euforia del momento non fa percepire al Pd,convinto della fine del ciclo berlusconiano che quello che è successo il 27 novembre 2013 fornisce un propellente eccezionale  alla prosecuzione del ciclo politico berlusconiano,che significa riconquistata centralità di un blocco sociale che si riconosce in un leader,il quale non ha bisogno del posto in Parlamento per essere tale.Perchè nell'immaginario collettivo del popolo di centrodestra,come si è visto nella manifestazione di Via del Plebiscito,tenutasi in contemporanea col voto di decadenza,il leader,"quel" leader,aumenta il consenso,la vicinanza,l'entusiasmo perchè viene percepito essere più vicino alla gente e lontano,molto lontano dai logori rituali dei Palazzi del Potere.
La decadenza libera Berlusconi da ogni legame di governo e lo pone nella migliore condizione per una campagna elettorale non poi così lontana,tenuto conto che anche Renzi,sempre più impaziente,non perde occasione per criticare Letta e per liquidare il suo governicchio.
Insomma.La decadenza di Berlusconi,paradossalmente,dà più forza al centrodestra,perchè Forza Italia non dovrà appoggiare più il governo,potendosi invece presentare all'elettorato come partito antitasse e con una caratterizzazione critica verso una Europa germanocentrica.Ed il centrodestra,che sembrava oramai marginale rispetto a Renzi e alla sinistra,recupera,proprio grazie al suo leader, l'orgoglio della propria identità.E Silvio ruba a Renzi e al centrosinistra(anche mediaticamente perchè l'8 dicembre,giorno delle primarie,ci sarà anche la Convention dei Club di F.I.)il centro dello scena politica.Da adesso in poi, con un governicchio sempre più logoro,incapace di risollevare il Paese dalla depressione per il totale fallimento delle sue "mission" (riforme,ripresa economica e pacificazione politica,tutte miseramente fallite)il centrodestra può puntare di nuovo ad essere l’alternativa liberale.E questo con Berlusconi incandidabile ed ineleggibile.Perché non è la poltrona parlamentare che fa un leader,ma è la sua capacità di interpretare e rappresentare i sentimenti e gli interessi della parte di società che lo considera la propria anima.Leader si nasce,non si diventa. 

 

 

 


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