Temporali violenti e carenza idrica.Alluvioni e siccità.Scioglimento dei ghiacciai e innalzamento della temperatura del pianeta.Sono questi gli eventi estremi,ma sempre più numerosi e frequenti che avvengono oramai in tutte le parti del mondo negli ultimi anni.Il tutto dovuto(al di là di ogni ottuso negazionismo)al fenomeno dei cambiamenti climatici.
Cambiamento climatico.Quante volte abbiamo sentito questa frase negli ultimi anni?E che abbiamo fatto o che stiamo facendo oggi,quando molteplici evidenze scientifiche ci dicono che è l'Uomo che ha alterato l’equilibrio del nostro pianeta, a partire dal suo clima, che della complessa armonia della Terra è la spia più importante ed affidabile?
Ogni mese è il più caldo, ogni anno più bollente del precedente.E ogni mese e ogni anno i record si aggiornano in negativo.E noi,come sonnambuli,continuiamo a camminare quasi incuranti verso il precipizio dell’inferno climatico.
Ondate di calore, giorni e giorni di temperature estreme che mettono in forse non solo la sopravvivenza di milioni di persone, ma la possibilità stessa che in molte zone si possa continuare a coltivare e allevare alcunché.E' doppia la faccia della crisi climatica:da un lato la siccità,come in Sicilia, dove l’acqua manca non solo per gli animali e le colture, ma anche per garantire le dialisi dei malati di reni;dall'altro alluvioni,nubifragi e bombe d'acqua di enorme violenza.E poi lo scioglimento dei ghiacciai artici.Basti pensare che negli ultimi 15 anni il circolo polare si è riscaldato quattro volte di più del resto del mondo.
Ma il riscaldamento globale è solo la faccia più visibile della crisi climatica che stiamo vivendo.E per affrontare questa enorme crisi sarebbe necessario avere a disposizione un pianeta sano, mentre al contrario, sempre per colpa dell'Uomo, ci ritroviamo alle prese con un pianeta più malato che mai. Inquinamento dell’aria e dell’acqua, distruzione degli habitat naturali, pesca eccessiva, declino delle popolazioni di insetti,perdita di uccelli, inquinamento da plastica,sfruttamento eccessivo del suolo fertile.Da qui tutta una serie di conseguenze sociali ed economiche:crescita delle ingiustizie e delle diseguaglianze, migrazioni,conflitti per le risorse,collasso dei sistemi alimentari e fragilità delle democrazie.
Eppure difronte a questo tragico scenario continuiamo a vivere come se nulla fosse.Ogni governo,ma anche ognuno di noi dovrebbe invece già essere impegnato a modificare le basi della nostra esistenza personale e collettiva cominciando a cambiare la nostra alimentazione,il nostro habitat,i nostri mezzi di trasporto,le nostre tecniche di coltivazione,il nostro modo di produzione.Altrimenti ogni distopico futuro rischia di diventare drammatica realtà.Questo angoscioso "sapore" di apocalisse ce lo raccontava già Italo Calvino nei suoi Racconti:"Nuvola di smog" e "La formica argentina",
Una metafora del male di vivere,che nei due racconti viene identificato con l'inquinamento e la minaccia nucleare(peraltro presente anche ai giorni nostri)incombente su ogni esistenza.
I movimenti ambientalisti e l'informazione(quella poca corretta e seria,non certo quella da curva di stadio)da molto tempo stanno dando l'allarme,ma tutti noi abbiamo tirato dritto senza fiatare. E questo non succede solo con la crisi climatica:lo facciamo per i morti nelle carceri o per le stragi di migranti dietro casa o poco più a sud,nelle acque del Mediterraneo.
Non vogliamo scuoterci e risvegliarci da questo sonno.Anzi.Proprio nei confronti delle associazioni e movimenti ambientalisti che da anni denunciano questo drammatico stato di cose la repressione,in Italia ma non solo,è sempre più forte da parte soprattutto dei governi di destra,che poi sono i più vicini alle teorie negazioniste e al mantenimento dello status quo per la tutela di precisi interessi economici.Così si cerca di indirizzare le pubbliche opinioni a pensare che in fondo questi eventi estremi ci sono sempre stati,che la crisi climatica è qualcosa di eccezionale,che riguarda altri e che non possiamo farci niente.
Ed invece dovremmo avere il coraggio(e l'onestà) di rispondere a una serie di domande:siamo disposti a vivere placidamente in questa nuova anormale normalità? Nel momento in cui il Pianeta di cui siamo parte viene sacrificato a un’economia predatoria, che lo considera come un pozzo senza fondo da sfruttare,siamo disposti a non far sentire la nostra voce e a continuare a vivere nel consumismo e nell’insoddisfazione indotta dal mercato? Siamo disposti a rinunciare a metterci insieme, aiutarci, lottare anche, per non lasciare che siano i più forti e potenti a decidere per noi? Siamo disposti a lasciare tutto così com'è,in un mondo che assegna ai ricchi le possibilità,e ai poveri tutti i problemi?
Il cambiamento climatico è una sfida globale che richiede soluzioni locali.Realizzare un modello di sviluppo resiliente al clima è già adesso,agli attuali livelli di riscaldamento, una sfida difficile e complessa.Questo obiettivo sarà ancora più difficile da raggiungere se il riscaldamento globale dovesse continuare ad aumentare.Ci vogliono allora finanziamenti adeguati,trasferimento di tecnologia, impegno politico.Ma serve anche un impegno serio e consapevole a livello individuale da parte di ognuno di noi a modificare i comportamenti quotidiani e i modelli di vita nei quali fino adesso abbiamo vissuto.Perchè l’evidenza scientifica è inequivocabile:i cambiamenti climatici sono una minaccia al benessere delle persone e alla salute del pianeta.Ogni ritardo nell'intervenire farà perdere quella breve finestra temporale che si sta rapidamente e drammaticamente chiudendo.
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