E' stata raccapricciante la scena che lunedì 17 giugno si è presentata ai medici del 118:un uomo,un bracciante che raccoglieva frutta per un'azienda agricola in provincia di Latina,è rimasto impigliato in un macchinario che gli ha amputato un braccio e schiacciate le gambe.E raccapricciante è stato ascoltare anche quello che il proprietario dell'azienda aveva fatto,anzi non fatto.Il titolare dell'azienda agricola,il “padrone”(così si fanno chiamare gli “imprenditori” di quelle zone)ha buttato quel braccio in una cassetta della frutta e anziché soccorrere l'uomo,l’ha caricato su un furgone e lo ha lasciato davanti alla baracca dove abitava con la moglie,Alisha,anche lei lavoratrice nella stessa azienda,che lo implorava di aiutarli.Ed invece quel criminale ha preso i cellulari dei due, per impedire che potessero denunciare l’accaduto e far scoprire le condizioni di irregolarità in cui erano tenuti da quello schiavista.Trasportato d’urgenza in elisoccorso all’ospedale San Camillo di Roma,quell'uomo è poi morto dopo un'agonia di 36 ore.
Aveva solo 31 anni e veniva dall'India quell'uomo e aveva un nome e una storia:si chiamava Satnam Sigh,era arrivato in Italia tre anni fa e da due lavorava in quella azienda agricola.E lavorava tanto Satnam. Anche 13-14 ore al giorno e per una paga di 4 euro l’ora.Senza alcun contratto,ovviamente.Perché per i lavoratori migranti, che rischiano continuamente l’espulsione dall’Italia, a causa delle leggi volute sia dalla sinistra che dalle destre,è sempre un bere o affogare.
Ai giornalisti che poi lo hanno intervistato,il sig. Lovato,il titolare dell’azienda,ha dichiarato addirittura che la colpa era di Satnam,che se l’è cercata,che non è stato attento.“Ha fatto una leggerezza".Già.Una “leggerezza”,così quell'essere definisce l’ennesima morte,che invece è un assassinio sul lavoro.Parole che indignano.A questo tizio,a questo signor Lovato,sembra mancare il pudore.E' incredibile la sua indifferenza per la morte di un giovane uomo ucciso nella propria azienda.Ma certo,per uno come lui se sei un lavoratore straniero sei zero,vali meno che niente.
Ma al sig. Lovato manca anche altro. Manca la paura.Tanto sa che a quelli come lui le cose vanno sempre lisce.Ed infatti si è poi saputo che proprio Lovato è stato coinvolto,già 5 anni fa,in una inchiesta per reato di "caporalato" e per truffa ai danni dell'Inps.Ma in questi 5 anni nessun provvedimento è stato preso contro di lui e nel frattempo sai quanti altri poveri cristi,sai quanti altri indiani e stranieri ha continuato a schiavizzare,con la paga e le ore di lavoro come quelle di Satman.Ed è curioso che il governo Meloni-Salvini che ogni giorno s'inventa un nuovo reato(dai rave,agli scafisti,agli ambientalisti)non si è preoccupi di introdurre il reato di "omicidio sul lavoro".
A dire il vero Giorgia Meloni qualcosa l'ha detta:“questi sono atti disumani che non appartengono al popolo italiano”.Eh già:"italiani brava gente".Ma la realtà racconta altro.Il “VI Rapporto agromafie e caporalato” stima che nel solo settore agricolo primario ci siano almeno 230mila lavoratori irregolari,di cui 55mila donne le quali soffrono non solo lo sfruttamento lavorativo e fiscale, ma anche,talora,quello sessuale.
E c'è dell'altro.Alcune inchieste giornalistiche hanno fatto emergere aspetti mostruosi.Molti braccianti della grande comunità indiana e pakistana che lì si è insediata fanno regolare uso di oppioidi.Ma quelle droghe non sono usate per “sballarsi”,come per i ragazzini annoiati delle nostre città.Quelle droghe servono,invece,per reggere la fatica e i ritmi e gli orari di lavoro altrimenti insostenibili.Questo succede nelle aziende agroalimentari dell'agro pontino e questo il governo finge di ignorare.Eppure la Premier e il cognato Lollobrigida,Ministro dell'Agricoltura,hanno molto a cuore questo settore,perchè esso è un terreno "fertile" di "raccolta" di consensi per Fratelli d'Italia ed è perciò che la Meloni si affretta a dire:"Il decesso di un operaio per colpa di un criminale non deve criminalizzare tutte le imprese agricole”,in linea con quanto disse al momento del suo insediamento da presidente quando dichiarò: «Chi produce non verrà disturbato» .
Ma in un periodo di governo con "questa" destra nel quale si parla di migranti come "carico residuale" o di una sedicente "sostituzione etnica",le parole della Premier appaiono come classiche frasi di circostanza.La preoccupazione di Meloni sembra piuttosto quella di scagionare la classe imprenditoriale che trasformare le condizioni di lavoro e di vita di centinaia di migliaia di lavoratori agricoli. Solerti ad ascoltare le proteste delle imprese agricole,come Coldiretti o i “trattori”,sono sordi quando le rivendicazioni arrivano dal lato dei lavoratori,anche se sono italiani,come Paola Clemente,bracciante in Puglia,sottoposta a condizioni di sfruttamento simili a quelle patite dai migranti. Ogni notte si svegliava alle 3, saliva su un pullman e percorreva i 150km che la separavano dal campo in cui provvedeva all’acinellatura dell’uva.Paola morì uccisa dalla fatica e da tempi di lavoro inauditi.
Ora il governo italiano,mosso da un "incredibile" sentimento di solidarietà ha annunziato che la moglie di Satnam Singh avrà un permesso di soggiorno.Eccolo,l’ultimo oltraggio al corpo straziato del povero Satnam.Da vivo non meritava niente.Fuggito dall’India per inseguire una speranza,anche in Italia era solo un pària.Solo carne da macello. Due braccia da sfruttare sulla terra.Ora che è morto,con ipocrisia tipicamente italiana,si concedono i tributi postumi anche per senso di colpa.E avanti così,fino al prossimo schiavo che cade “sul campo”.
E questo è il Paese che,secondo il racconto del governo,va e “cresce più di Germania e Francia”,che “crea occupazione” e che “traccia la rotta ai Grandi del mondo”. Benvenuti nel “Nord che produce” e nel Sud del “nuovo miracolo economico”.
Ma intanto in questo Paese dalle "magnifiche sorti e progressive" decantate dal governo,chiudiamo i porti a quei disperati che fuggono da fame,guerre e siccità.E a quelli che riescono a sbarcare offriamo questo inferno dell'agro pontino fingendo di non sapere che esso esiste:clandestinità, lavoro nero, paghe da fame, zero diritti. Indiani, bangladini e bengalesi che si spaccano la schiena per 14-15 ore al giorno sotto il sole,per garantire a noi borghesi verdura fresca e frutta succosa.
E allora è bene raccontarla diversamente la storia:e cioè che l'Italia è un paese schiavista,non giriamoci troppo intorno.Schiavista come l’America dello Zio Tom.Quegli uomini venuti da tanti posti del mondo sono portati nei campi come bestie su vecchi furgoni scassati,insieme a decine di altre persone,tutti privi dei documenti, ricattati da un datore di lavoro perchè senza permessi di soggiorno.E queste cose le sanno tutti, e cioè che il lavoro agricolo si basa sulla schiavitù degli stranieri che fanno un lavoro che nessuno vuole fare.Mentre qualcun'altro, italiano, fa soldi tenendoli schiavi perchè lavorino al nero:per pagare meno e guadagnare di più:somme che poi non dichiarano,perchè pagare le tasse,per la Premier, "è un pizzo di Stato".E allora quei "padroni" si sentono "autorizzati" a schiavizzare,ricattare ed evadere:lo sappiamo tutti che funziona così,che quelle persone vivono e lavorano come bestie.E se qualcuno di loro "qualche volta" muore,pazienza,cose che capitano.Ecco perchè l’Italia è un paese schiavista,come l'America dello zio Tom.
Di questa tragedia restano adesso quella foto sfocata di Satnam,che mai è stata messa su un documento,ma soprattutto restano in testa,come un marchio indelebile,le terribili parole che la moglie di Satnam ha detto alla stampa: “il vostro non è un Paese buono”.Una frase semplice,ma vera;un atto d’accusa violento e rassegnato al contempo.E quel che è peggio è che ognuno di noi sa che queste parole sono drammaticamente vere.