20 giugno 2024

SONO DI COLORE E SONO ITALIANI





Per l'Italia è stata straordinaria l'edizione 2024 dei campionati europei di atletica leggera:24 podi con 11 medagle d'oro,10 d'argento e 3 di bronzo.Sono stati tanti i ragazzi a conquistare quelle medaglie,dal capitano Gianmarco Tamberi a Marcel Jacobs.Ma lelenco delle imprese azzurre è lungo e celebra la rinascita dell’atletica italiana.

E' stata un'Italia che ha corso,saltato ed esultato e che ha fatto esultare tutti noi che ogni sera attaccati alla tv,li abbiamo seguiti questi ragazzi dell’atletica leggera italiana.E per chi non se fosse accorto(o meglio che non se ne vuole accorgere)è un'Italia nuova quella che è andata in pista allo stadio Olimpico di Roma.

E' un'Italia,quella di atletica leggera(ma il discorso vale anche per le altre discipline dello sport italiano,dal calcio,alla pallavolo alla pallacanestro)nella quale gareggiano ormai già da qualche anno e in numero sempre crescente,ragazze e ragazzi di colore e di altre nazionalità,ad esempio il mezzofondista di origine rumena Catalin Tecuceanu,tutti figli di quel fenomeno epocale dei nostri giorni che è la migrazione.Atleti nati e cresciuti in Italia da genitori di origini straniere o da coppie bi-nazionali che rappresentano la nazione con le loro performance sportive.Ragazze e ragazzi italiani che secondo certi generali non avrebbero le caratteristiche somatiche per definirsi tali.Ed invece proprio le immagini di quei ragazzi avvolti nel tricolori ci fanno capire come l'Italia stia cambiando senza che nessuna "sostituzione etnica"  sia mai avvenuta nonostante la narrazione razzista del più becero populismo di destra.

Quelle immagini di ragazzi di colore avvolti nella bandiera italiana che corrono ad abbracciare in tribuna d'onore il Presidente della Repubblica,Sergio Mattarella sono quindi lo specchio di una società italiana oramai divenuta multiculturale.

La globalizzazione ha posto tutti noi di fronte a nuove sfide, culturali prim’ancora che sociali, economiche e politiche. E il mondo si è spaccato in fazioni, che non sono certo una novità. C’è chi pensa che questo fenomeno vada contrastato erigendo muri e sottolineando differenze e chi invece ritiene che l’unico modo sia abbattere confini e avere politiche inclusive.

Viviamo in un mondo sempre più interconnesso e globalizzato.E la globalizzazione può essere un’opportunità,un fenomeno da studiare,capire,interpretare e non osteggiato a prescindere,in un'ottusa e miope difesa del "particulare" che in questo mondo ha un significato solo se capace di stare in una prospettiva globale.Ed invece le forze reazionarie,sovraniste e populiste,hanno fatto leva,come le elezioni europee hanno evidenziato,sulle differenze e sulle distinzioni etniche e non sui valori dell'integrazione;sui muri da erigere,sul niente da difendere di fronte alla storia che avanza,riuscendo,con la paura e l'odio etnico,a convincere tanta gente.

Ma questo modo ottuso e troglodita di pensare è la negazione di una evidenza che è sotto gli occhi di tutti:la multietnicità della società italiana della quale la Nazionale italiana di atletica leggera è l' espressione e lo specchio.Perchè questo sport ha saputo anticipare i tempi e interpretare al meglio il fenomeno multietnico.

Eppure,di fronte alla narrazione delle imprese di Jacobs,Dosso, Simonelli, Furlani, Ali, Tecuceanu,ecco,immancabili i commenti razzisti(a partire da certe parti politiche)che vorrebbero,ancora oggi,ancora nel 2024,un’Italia esclusivamente chiusa, autarchica e dalla pelle bianca.

Invece è bene dirlo forte e chiaro:questi ragazzi sono italiani.Italiani di colore e vanto per la Nazione.Sono ragazzi nati o cresciuti nel nostro territorio, figli di migrazioni che, a dispetto di qualunquismi e perbenisti e al netto di innegabili problemi d’integrazione, sono stati capaci di portare anche arricchimento culturale.genitori di questi nuovi campioni sono qui da venti o trent’anni. Hanno fatto enormi sacrifici per guadagnarsi una vita migliore.I loro figli hanno frequentato le nostre scuole e studiano nelle nostre università.Come si fa a non vedere che la società italiana è cambiata e con essa il patrimonio genetico(per usare un’espressione di quella specie di generale).Se questo ha portato a migliorarci anche nell’atletica,significa che quell'integrazione di cui tanti hanno paura può portare,anche nella società italiana ad arricchimenti culturali ma anche più strettamente di natura socio-economica,se solo si pensa al fenomeno dell'invecchiamento della popolazione italiana ed alla sostenibilità dei conti pubblici.

Jacobs,Dosso,Simonelli, Furlani, Ali, Tecuceanu.Che cosa hanno in comune? Sono tutti italiani con la pelle scura che sventolano la bandiera italiana e le loro foto dovrebbero imporre alla politica e a tutti noi,di parlare,senza ideologie di Ius soli,Ius culturae e Ius scholae e su ogni forma possibile di integrazione e di diritto di cittadinanza.

Per integrare gli immigrati si deve sviluppare “convivenza” e non mera “compresenza”.Se l’immigrato resta “estraneo”,si ingenerano nella società xenofobia e razzismo.Se invece l’immigrato si integra diventa fonte di ricchezza economica e culturale.Nella società plurale (la “società aperta” teorizzata da Karl Popper) convivono più minoranze culturali, dialoganti anche se diverse, che mantengono l’identità d’origine ma hanno l’obbligo di identificarsi nei valori della società ospitante e di rispettarne i principi fondamentali e il quadro normativo. In breve, si integrano.L’Europa e l’Italia devono perciò prendere decisioni forti, con visione e senza paure xenofobe.La democrazia non può essere “esclusiva”. Una “società aperta” e plurale deve saper assorbire l’eterogeneità culturale e favorire l’inclusione.L’integrazione delle generazioni successive alla “prima che immigra” è oramai un tema ineludibile. È ora di adottare lo ius soli come base incondizionata per l’attribuzione della nazionalità,accantonando l’anacronistico ius sanguinis.

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