14 aprile 2024

MUSICA E TERRORE



Il 21 giugno di ogni anno si celebra la " Festa della Musica",(per l'Italia quest'anno ricorre la 30° edizione) l’evento culturale istituito in Francia nel 1982 dal Ministro della Cultura Jack Lang e rapidamente estesosi in tutta Europa.Il 21 giugno è il giorno del solstizio d’estate,il giorno più lungo dell'anno e la musica si diffonde per le strade,piazze,cortili,chiostri di tantissime città europeee e coinvolge anche luoghi solitamente non adibiti allo spettacolo, in una celebrazione di ogni genere musicale, moderno o classico,che mobilita scuole di musica,conservatori, associazioni, orchestre, corali, bande etc. La Festa della musica si svolge anche in ospedali e carceri, e nei luoghi del disagio sociale dove la musica compie pienamente la sua funzione di integrazione e coesione sociale.

Ma c'è chi la musica la odia:è il terrorismo,di qualsiasi ideologia esso sia;anzi in ogni forma di terrorismo c'è sempre la volontà di sopprimere la musica dalla faccia della terra.Sì,perchè pur nella loro brutalità e crudeltà,pure nella bestialità e nell'assenza del benchè minimo umano sentimento,pure i terroristi,di ogni parte e latitudine,intuiscono che la forza della musica sta nella sua capacità magica di unire, di connettere tra di loro gli esseri umani.La musica emoziona e serve a parlare di quello che succede nel nostro animo.Anzi,se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che siamo sempre circondati da suoni e rumori:una goccia di pioggia che cade(splendida la poesia "La pioggia nel pineto" di Gabriele D'Annunzio)


il pianto di un bambino,le onde del mare:tutto questo è musica.E la musica è in grado di rallegrare e confortare.La musica ha poi la straordinaria capacità di far ritrovare a popoli interi la propria identità:si pensi agli inni nazionali o ai canti di singole etnie,come la Haka del popolo Maori resa celebre dagli "All Blacks",la nazionale di rugby neozelandese.



I portatori di odio e terrore sanno bene che la musica è nella sua intima essenza portatrice di pace ed è proprio per questo che la odiano e scelgono di colpire in quei posti dove attraverso la musica si celebra la condivisione di sentimenti tra popoli e razze diverse,ovvero i famigerati(per loro)concerti.

Ancor oggi ricordiamo l’orrore scatenato nel novembre del 2015 dalla strage al Bataclan di Parigi;e resterà nella memoria l’attacco a Manchester in occasione del concerto di Ariana Grande.E non andranno mai più via dalla mente le raccapriccianti mostruosità e animalità del massacro di Hamas del 7 ottobre scorso scatenato intorno a un rave di ragazzi in festa.Ed ancora,poche settimane fa,l'eccido a Mosca di cittadini innocenti,inermi,che erano lì,in quella grande sala da concerto del Crocus,a vivere quelle emozioni che solo la musica sa dare.

Sì,i terroristi lo sanno che la musica unisce e aggrega,accomuna e avvicina le genti.La musica è fondamentale per raccontare bellezza ed è la bellezza che salverà il mondo" diceva Dostoevskij.Ed è questo che il terrore non vuole:al contrario esso desidera mantenere odio e intolleranza,abominio e ostilità tra le genti,e sceglie la musica con agghiacciante e fredda lucidità come luogo ideale per amplificare il terrore,per renderlo insensato e catastrofico,per cancellare il mondo e la civiltà.

La musica è simbolo di pace,condivisione di un unico "sentire".E perciò,nella logica perversa del terrore,è proprio questo simbolo che va spezzato, distrutto, cancellato a colpi di arma da fuoco, va annullato con la morte,per lanciare il messaggio a dire: non potete mai sentirvi tranquilli, non potete rilassarvi, possiamo colpirvi in ogni momento.

È un perverso e turpe accanimento che ha ragioni profonde. I concerti sono l’unico evento di massa in cui non ci sono contrapposizioni.Nemmeno un evento sportivo ha tale forza.Nei concerti nessuno è contro nessuno,si è tutti dalla stessa parte. La squadra che gioca è una sola e tutti tengono per quella. Basta questo a infastidire chi del conflitto si nutre.Nell’estremismo islamico,poi,c’è qualcosa di ancora più profondo e radicato che condanna a priori la presunta peccaminosa licenziosità della musica vissuta fuori l'ambito religioso.Nella concezione islamica la musica,nel suo significato più laico e non confessionale,è di per sè diabolica e come tale va censurata, distrae i giovani dai veri valori,porta corruzione e decadenza.Anzi,fu proprio la musica a subire la maggiore condanna dalla rivoluzione islamica portata in Iran da Khomeini nel 1979. La musica andava conenuta e limitata, e ovviamente del tutto proibita alle donne se solo c’era un sospetto di seduttività, di sensualità.

La musica fa paura perchè porta libertà,spaventa i singoli individui e i regimi;faceva paura,per esempio,ai nazisti,che combattevano il jazz come se fosse la negazione di ogni forma di ordine e disciplina, oltre,ovviamente per la sua appartenenza alla cultura afroamericana,cioè ad una razza "inferiore" non ariana.

E invece è proprio quello che la musica ci insegna.Lo raccontava nella sua geniale maniera Lucio Dalla in quella splendida canzone:"Com’è profondo il mare":

è chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce, e come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare, com’è profondo il mare, certo, chi comanda, non è disposto a fare distinzioni poetiche,il pensiero come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare”.

Questa è la musica e nessuno terrore potrà mai ucciderla.

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