Viviamo il tempo dell'immagine,della figurazione;dell'apparire più che dell'essere.E' perciò che ogni immagine,ogni foto,ogni "frame",vale più di mille discorsi,soprattutto per l'immediatezza con la quale le immagini riescono a parlare.
E' quello che è successo con Ilaria Salis,l'attivista italiana comparsa in catene in quell’aula di un tribunale di Budapest:le macchine dei fotografi hanno ritratto le restrizioni fisiche e materiali con cui è stata portata in aula.Chiunque ha potuto vedere le ferraglie medievali che stringevano le caviglie della ragazza e con le manette ai polsi e una catenella tenuta in mano da una poliziotta con due figuri incappucciati seduti di lato.
Quelle immagini hanno esplicitato subito il tutto:non c’era bisogno di nessun discorso per capire la feroce volontà punitiva cui era sottoposta quella ragazza con accuse ancora tutte da dimostrare,ma comunque con un trattamento del tutto al di fuori di qualsiasi civiltà giuridica e di Stato di diritto.E ci son volute quelle immagini per far aprire finalmente in Italia un dibattito mediatico e politico,dopo che per un anno dall'inizio della vicenda,ci si cominciasse ad interessare di Ilaria Salis,tenuta nelle carceri ungheresi in maniera indecorosa,tra topi,cimici e scarafaggi.
Ogni parte politica ha reagito a suo modo.Giorgia Meloni,Presidente del Consiglio,dopo un fragoroso silenzio protratto per giorni,ha detto che più o meno così fan tutti gli altri Stati(quali ?).Ma se pure così fosse,signora Premier,non è che questo possa rappresentare una esimente per il suo alleato-amico politico,il Presidente Orban,che ha instaurato in Ungheria un vero e proprio regime giudiziario privo di diritti e garanzie per l'imputato,oltre ad aver represso ogni forma di libertà di stampa e informazione.E non basta.Il Ministro-cognato d'Italia, Francesco Lollobrigida,se ne è addirittura uscito dicendo che "non poteva commentare,non avendo visto le immagini”.Ma come si può credere ad una scempiaggine del genere?Come si può ritenere vera un'affermazione del genere quando oggi i politici,come lui e la cognata,vivono sempre attaccati ai social in cerca di like e followers?
Ma al di là delle patetiche dichiarazioni dei cognati d'Italia,le immagini delle manette con catene hanno avuto un impatto forte sull’opinione pubblica italiana,che ha ben percepito quello che è il regime autocratico di Orban e il modo in cui viene trattata una persona accusata e in stato di detenzione da oltre un anno.
E' questa la prerogativa e la forza dell'immagine di una foto,ancor più delle immagini in movimento:la capacità di riprendere un momento della realtà e di mostrarla in modo stabile,sì da fissarla in maniera stabile nella mente.Perchè,se a volte delle manipolazioni pure possono esserci,certe immagini rimangono ben salde nella memoria.Come dimenticare,ad esempio,quella foto che colpì l’Europa intera?La foto di quel corpicino senza vita di Aylan Kurdi,quel bambino siriano di 3 anni sulla spiaggia dell’isola greca di Kos.Quella foto raffigurava un bambino riverso a faccia in giù sul bagnasciuga, come se dormisse in una culla, mentre invece era morto e lambito dalle onde del Mare Egeo.Quel piccolo migrante era annegato nei pressi di un lembo di quell’Europa dove anelava d’approdare vivo con la sua famiglia.
Quella foto,come altre ci ricorda l’effetto che alcune immagini iconiche hanno avuto nel creare quel sentimento di turbamento profondo nell’animo di milioni di persone in genere distanti ed indifferenti a questi problemi.
E c'è un'altra foto impressa da mezzo secolo nell'immaginario collettivo e che non si potrà mai più rimuovere dalla memoria:quella celebre foto,scattata nel 1972 durante la guerra del Vietnam,della bambina vietnamita,che corre nuda e urlando dopo un attacco col napalm al suo villaggio (Napalm Girl, il titolo dello scatto), mentre alle sue spalle quattro soldati americani paiono indifferenti a quanto accade.
Certo le fotografie non cambiano il mondo, ma ce lo fanno vedere e percepire in un altro modo e da un altro angolo visuale. Se è vero che la morte del bambino siriano non ha mutato la condizione dei migranti che ancora attraversano(e spesso vi affogano)le acque del Mediterraneo,tuttavia qualcosa nella sensibilità d’una parte significativa della popolazione europea è cambiata.Allo stesso modo in USA la foto della bambina suscitò un’ondata di ripulsa verso la guerra allora in corso in Vietnam.
Le foto di Ilaria Salis in catene non muteranno la storia dell’Europa e neppure dell’Ungheria,in cui vige un regime politico dallo spiccato tratto autoritario, se non proprio “fascista”. Però qualcosa hanno rivelato anche a chi fingeva di non conoscere la vera natura del regime di Orban.E hanno anche fatto comprendere come si sono comportati la Premier Meloni e il suo cognato-Ministro-Fratello d'Italia Lollobrigida difronte a questa vicenda,loro così "amici" del feroce autocrate con il quale condividono l'idea di società repressiva,reazionaria e retrograda.
In un mondo nel quale l'immagine è il tutto o quasi,quelle catene e quei ceppi segnano non solo i polsi e le caviglie di Ilaria Salis ma anche la coscienza di tutti noi.Quelle immagini hanno funzionato come un segnale perchè la gente s'è chiesta:e se capitasse anche a me?Quelle immagini hanno "costretto" tutta quella bella compagnia di gente oggi al governo in Italia,ad interessarsi di una vicenda della quale per un anno hanno finto di non sapere.
A voler fare un paragone si potrebbe dire che le foto suscitano un impatto emotivo come succede con le parole della poesia,che con il loro linguaggio toccano qualcosa di immateriale e irrazionale,suscitando sentimenti e sensibilità profonde.
Perciò guai al Potere a sottovalutare il potere delle immagini,perchè se gli uomini (e le donne)di governo credono di aver consensi con le immagini di una foto o di un selfie,ci saranno sempre altre immagini e altre foto,quelle della cruda realtà,pronte a distruggerli.
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