02 febbraio 2024

COME UN ANIMALE




Se qualcuno ancora ne dubitava o fingeva di non sapere,adesso non può più farlo.Non può perchè,con quelle immagini provenienti da un Tribunale ungherese,è stato sbattuto in faccia a tutti quello che è il regime di governo di Viktor Orban,il leader ungherese che ha sempre disprezzato il concetto di democrazia e di rispetto del diritto.Del resto lui stesso,con grande orgoglio,ha sempre respinto l'idea di democrazia liberale,defininedo anzi "illiberale" il suo credo politico.Forse è proprio per questo che tra i suoi "ammiratori" ci sono Donald Trump e Giorgia Meloni.

Non si possono ignorare quelle immagini di Ilaria Salis,l'attivista milanese dei Centri Sociali ammanettata mani e piedi tra due poliziotti incappucciati e in tuta mimetica.La 39enne milanese è accusata di aver partecipato all'aggressione di due neonazisti durante una manifestazione a Budapest alla quale partecipavano i "nostalgici" di Hitler.E ciò senza nessuna prova che attesti l'effettiva responsabilità della Salis.Pur tuttavia essa è rinchiusa in un carcere ungherese da un anno,in condizioni paurose:nella sua cella ci sono topi e scarafaggi e non le viene fornito il necessario per igiene e vestiario.

Manette ai polsi,ceppi intorno alle caviglie,al guinzaglio con una catena saldamente tenuta da un agente e in mezzo a due poliziotti incappucciati e in tuta mimetica:queste le immagini di Ilaria Salis che sono arrivate dall'Ungheria.E sono proprio queste immagini che dovrebbero indignare l’Italia e l’Europa ai cui vertici internazionali Victor Orban continua comunque ad essere ammesso con tutti gli onori,nonostante anche la sua ostentata amicizia col sanguinario dittatore russo Vladimir Putin.

Quelle immagini sono la prova provata che in quell'Europa,terra di libertà e dello Stato di diritto che immaginiamo di abitare,esiste un’area franca in cui una persona pur accusata di un qualsivoglia reato,può essere trattata così. Come un animale da tenere al laccio.Perchè quella donna potrà alla fine di un processo(possibilmente regolare)risultare effettivamente responsabile,ma uno stato di diritto deve sempre e comunque assicurare il rispetto della dignità e dei diritti dell'imputato in attesa di giudizio.

Ma intanto Ilaria Salis non ha visto rispettato nessun diritto alla difesa.Il suo avvocato non ha potuto acquisire alcun atto processuale.Questo accade perhè il governo di Orban,attraverso leggi liberticide,ha sottomesso l'intero sistema giudiziario,reprimendo l'indipendenza dei magistrati.Con buona pace di Giorgia Meloni,per la quale:"l'Ungheria è uno Stato democratico perchè Orban è stato eletto".Certo,come no,pure Hitler e Mussolini furono eletti.

L'idea che la giustizia ungherese ha dei diritti di una detenuta l'abbiamo avuta dal suo ingresso in aula:non solo le catene ma pure la vigilanza di due agenti speciali,col volto celato dai passamontagna,in assetto antisommossa che affiancavano l’imputata,manco fosse il re dei narcotrafficanti Pablo Escobar. 

Qui non c'entrano le accuse,che del resto nemmeno sono state notificate alla difesa,e comunque per quanto gravi esse possano essere,il trattamento subito dalla Salis è inammissibile.Persino gli jihadisti del Bataclan sono entrati in tribunale a mani libere e hanno potuto sedersi vicino ai loro avvocati.Il riconoscimento dei diritti della difesa è pilastro basilare di uno Stato di diritto.

Da quando Viktor Orban è al potere,l’Ungheria ha avuto una deriva democratica con attacchi sistematici a molti diritti fondamentali.Dall'assalto ai principi della separazione dei poteri e del pluralismo politico a quello agli organi di informazione non governativi.Orban ha infatti limitato la libertà di stampa attraverso leggi degne della Russia di Putin o della Turchia di Erdogan,introducendo pene detentive per chiunque riporti informazioni "errate" sulle attività di governo.

Di fatto, il potere giudiziario e quello mediatico sono stati messi sotto controllo dal regime di Orban.E' perciò che le immagini di Ilaria Salis,trascinata in un’aula di tribunale con le manette ai polsi e i ceppi alle caviglie non destano stupore se si guarda alla deriva anti-democratica e autoritaria dell'Ungheria.

Anche nel campo dei diritti civili la repressione è feroce,se solo si pensi alla crociata contro le persone gay e le comunità Lgbtq, alla lunare associazione tra omosessualità,questioni di genere e pedofilia che caratterizza la “legge per la protezione dell’infanzia”(tu guarda la coincidenza:le stesse,identiche tesi sostenute da esponenti politici del partito della Meloni:"La maternità surrogata è un reato più grave della pedofilia",ha dichiarato tal Mollicone,deputato di Fratelli d'Italia).

In questa offensiva politica e culturale la parola d’ordine è: preservare l’identità nazionale magiara,contro gli immigrati di religione musulmana che vorrebbero recidere le radici spirituali della società ungherese.La stessa,identica aberrante narrazione di "sostituzione etnica" raccontata dal Ministro-cognato della Meloni).

L’operazione di recupero culturale di Orban comprende anche e soprattutto l’identità religiosa,il cristianesimo che scorre nelle vene della nazione, la beatificazione della famiglia tradizionale, le critiche alla “dissolutezza morale” e alle “devianze” dell’Occidente.Gli stessi precisi concetti di Vladimir Putin.

Ora Ilaria Salis forse avrà preso parte a un pestaggio insieme a un gruppo di anarchici,o forse no,ma comunque il suo caso è riuscito a scuotere la coscienza dell'Italia intera.Eppure il governo italiano,che solo adesso,dopo un anno,è "costretto" ad interessarsi alla vicenda,riesce appena a balbettare qualcosa.E lo si comprende.Evidenziare con forza la deriva autoritaria del regime ungherese nelle carceri e nei tribunali significherebbe avallare gli allarmi sulla deriva antidemocratica di quel Paese.

In ogni caso,comunque questa vicenda finisca,resteranno per sempre le immagini di quelle catene e di quel guinzaglio,insieme col racconto di una detenzione medievale tra topi e scarafaggi: testimonianza innegabile che additare come antidemocratico il regime di Orban non è invenzione dei soliti radical-chic o un attacco a uno Stato sovrano,ma tentativi di difendere il nostro modello di civiltà e diritti,quello che proprio non riescono ad accettare gente come Meloni o Salvini.

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