05 febbraio 2024

IL MONDO IMPOSSIBILE DI ESCHER

 






Inaugurata nell'ottobre 2023,e aperta fino al 1° aprile 2024,si sta svolgendo a Roma una mostra su Cornelius Escher a 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale italiana,avvenuta nel 1923.


Discreto e molto riservato, Escher è stato l’artista che, con le sue incisioni e litografie, ha avuto la capacità di trasfondere in un unco mondo arte,matematica,scienza,fisica e design.
A Escher si rivolse Mick Jagger per chiedergli di acquisire un suo lavoro da apporre sulla copertina di un LP(con sprezzo Escher rispose:"Non posso perdere tempo per la pubblicità").L'arte di Escher non impressionò solo Jagger,ma alcune sue opere(ad esempio "Relatività" o "Salita e discesa")ispirarono i registi di diversi film come "Harry Potter e la pietra filosofale", "Il nome della rosa",nel quale Guglielmo da Baskerville sale nella biblioteca insieme ad Adso,attraverso una enigmatica e misteriosa scalinata.E ancora il film "Labyrinth" nel quale David Bowie percorre le scale e pavimenti invertiti dell’opera di Escher "Relatività". o ancora il film "Suspiria" di Dario Argento nel quale il regista dà proprio il nome di Escher a una delle vie delle streghe del film.

A Roma Escher visse per 12 anni;la lascerà, a malincuore,per allontanarsi dal fanatismo del regime fascista.

Il periodo romano influenzerà il suo lavoro successivo,con le sue litografie e incisioni soprattutto di paesaggi,architetture e vedute di quella città antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione notturna,alla luce fioca di una lanterna.Passava infatti le notti a disegnare, seduto su una sedia pieghevole,dinanzi ai tanti monumenti della Capitale.Una sezione della Mostra è perciò proprio intitolata:"Notturni romani",nella quale ci sono,tra l'altro,opere come:"Colonnato di San Pietro","Piccole chiese","Piazza Venezia" e "Tra San Pietro e la Cappella Sistina".

Il percorso espositivo è suddiviso in varie e successive sezioni.Una sezione è dedicata alle c.d. "Tassellature",con le elaborate decorazioni geometriche in stile moresco.Infatti, lasciata l’Italia,Escher viaggiò in Spagna dove visitò i celebri monumenti dell’Alhambra di Granada e la Mezquita di Cordoba,da cui trasse ispirazione per uno studio dei motivi decorativi di muri e archi nelle architetture moresche.Decorazioni geometriche basate su triangoli, quadrati o esagoni che si ripetono, come piastrelle, per coprire un piano senza lasciare spazi vuoti.Qui viene mostrato come Escher modificò le forme puramente geometriche,di derivazione mora,con figure animate come animali o figure umane:un tratto che divenne distintivo della sua arte,dove si combinano fantasia, geometria e arti figurative.



Altra sezione è dedicata alle Metamorfosi,nella quale si mostra è possibile rendersi conto della capacità dell'artista di cogliere le trasformazioni di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa.Diverse figure danno vita a vortici di trasformazioni da forme astratte a forme animate e viceversa. A questo tema Escher dedicò tre opere. Metamorfosi II e Metamorfosi III, in particolare, sono universi circolari in cui una lucertola può progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello, che a sua volta si trasforma in un cubo e poi in un tetto,e così via.



Segue una sezione dedicata alla Struttura dello spazio. Disegnare è un inganno.Percepiamo il mondo come qualcosa di tridimensionale, il disegno invece ha solo due dimensioni. Escher considerava questa come una situazione di conflitto che,portata alle sue estreme conseguenze, generava illusioni e situazioni paradossali.Egli illustrò l’inganno che nasceva dalla rappresentazione del tridimensionale sul foglio bidimensionale in alcune sue stampe. In Mani che disegnano la mano che spunta dal foglio disegna la mano che la sta disegnando.

A partire dalla metà degli anni ‘30,poi,il suo interesse per la matematica e la geometria passa attraverso lo studio e il fascino che esercitano su di lui sfere,superfici riflettenti,solidi geometrici o ancora superfici falsate come "Il nastro di Möbius",dal nome del matematico che elaborò la teoria.Escher disegnò una xilografia che raffigura nove formiche in fila sui due lati di un nastro chiuso ad anello. A prima vista nulla di particolare. Però, seguendo con lo sguardo il percorso delle formiche,ci si accorge di qualcosa di sorprendente:ogni formica percorre contemporaneamente ambedue i lati del nastro:il nastro ha un solo lato continuo, invece di due opposti.





Un'altra opera di Escher che colpisce molto l'immaginario e il fantastico è quella denominata:"Mano con sfera riflettente"


Essa è una sfera percepita come superficie a due facce ma che, a una più attenta osservazione,ne dimostra una sola.La sfera,cioè,grazie alla deformazione della realtà circostante,racchiude in sé tutto lo spazio circostante,al cui centro si staglia proprio chi la guarda.

La sezione sulle Costruzioni impossibili raccoglie infine le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito.In queste opere Escher cerca di forzare oltre ogni limite la rappresentazione di situazioni impossibili, ma che all’apparenza sembrano coerenti, attraverso una selezione di alcune delle sue opere più famose:"Relatività" nel quale,a un certo punto,nel percorrere le scale non ci si accorge più se le si sta salendo o scendendo
 

oppure l'altra,intitolata "Scendere e salire"(sotto)nella quale si perde la cognizione della realtà perchè gli scalini continuano a scendere(o salire dipende dal punto prospettico di visione)e sembrano non terminare mai.



o ancora Cascata,


Alla fine si potrebbe quasi dire che l'opera di Escher è uno sforzo di unire il mondo dell’arte a quello della scienza e della filosofia.Quanti matematici,pittori e filosofi si sono infatti intrattenuti nei secoli su temi sempieterni come lo Spazio e il Tempo!E già Pitagora o Platone avevano visto lo strettissimo legame che tiene insieme numeri e bellezza,proporzioni geometriche e armonia del cosmo.E ancora viene in mente Friedrich Nietzsche,con il suo discorso su "Apollineo e Dionisiaco".

E dunque una Mostra su Escher è doppiamente interessante. Da una parte si ha il piacere di assistere a opere esteticamente geniali, dall’altra viene l’invito a mettere in discussione e dubitare di quella logica razionale che normalmente utilizziamo per interpretare il mondo e i suoi linguaggi.

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