02 maggio 2023

L'UOMO CHE CHIEDEVA DIRITTI




Il 2 maggio 1930 nasceva a Teramo Marco Pannella.Il padre volle dargli il nome Giacinto(Marco il secondo)in onore di  Giacinto Pannella,sacerdote e letterato del cattolicesimo liberale.Curioso.Quel nome di un pastore cattolico fu dato proprio a lui,che poi avrebbe condotto battaglie contro il Concordato,per il divorzio,per l'aborto,e più tardi contro l'accanimento terapeutico e per il diritto all'eutanasia .Eppure Marco Pannella anticlericale non lo fu mai.E se i suoi rapporti con Papa Wotyla furono ottimi,verso Francesco aveva un trasporto che renderebbe difficile immaginare Pannella come un mangiapreti.Nel 2016,pochi giorni prima della propria morte,Pannella scrisse una lettera a Papa Francesco dopo la visita fatta da Bergoglio al campo profughi di Lesbo.

“Ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano – vicino al cielo – per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne,di quei bambini e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa”


La storia di Pannella é quella di una passione forte per la politica.Si iscrisse al Partito Liberale già dai tempi del liceo.Dal PLI,però,Pannella fuoriuscì insieme ad altri giovani liberali quando Malagodi dà una linea conservatrice al partito.Nel 1955 fonda il Partito Radicale con altri giovani intellettuali tra i più brillanti d'Italia,tra cui Ernesto Rossi e Mario Pannunzio.Il  suo modo di concepire la politica offre il   ricordo di un uomo per cui davvero la militanza politica è stata senza risparmio,dedicata ai problemi degli altri e rende ancora più intollerabile il confronto con la pochezza  della politica di oggi.

Per quella sua politica visionaria Marco Pannella è stato isolato,additato,vilipeso,evitato  dal mondo politico nazionale lungo tutta la sua vita.Ma ci furono anche grandi intelletti che capirono con lucidità,le sue idee e la sua passione.Due dei più grandi intellettuali dell’Italia del Novecento,Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia,riconobbero in Pannella la sua straordinarietà ed unicità.Pasolini scrisse il suo ultimo intervento pubblico,intitolato “Lo scandalo Radicale”,che poi avrebbe dovuto leggere al congresso del PR del 1975:glielo impedì la morte,sopraggiunta qualche giorno prima in modo violento sulla spiaggia di Ostia.Queste le sue parole:

(...)caro Marco,continuate imperterriti,ostinati,eternamente contrari,a pretendere,a volere,a identificarvi col diverso;a scandalizzare(...)».

Sciascia,poi,del PR fu addirittura presidente,oltre che parlamentare.E sempre in quel 1975 così scriveva di Pannella il Premio Nobel per la Letteratura Eugenio Montale:

«Dove il potere nega,in forme palesi,ma anche con mezzi occulti la vera libertà,spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrei Sacharov e Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore:il rifiuto passivo.Soli e inermi, essi parlano anche per noi»

Tante furono le battaglie di Pannella che portarono a risultati giganteschi.Il referendum per la difesa della legge sul divorzio presentata dal socialista Fortuna e dal liberale Baslini.Le battaglie per i diritti degli omosessuali,l’abolizione del Concordato tra Stato e Chiesa,l’obiezione di coscienza e l’antimilitarismo,l'aborto,l'eutanasia,la difesa dei diritti dei detenuti,perché allora e ancora oggi le carceri italiane erano lo specchio di un Paese senza legalità.

Due le sua ultima battaglie:la prima sul diritto alla conoscenza,sulla scia dell'insegnamento di Luigi Einaudi:"conoscere per deliberare".E poi l'altra,elaborata sul significato latino della parola: spes (speranza)da un passo di Paolo di Tarso "spes contra spem",cioè essere speranza contro avere speranza(applicato in particolare alle carceri,ma non solo).La Speranza intesa come processo attivo di cambiamento contro l'illusione e la debolezza di avere semplicemente speranze.

La parola fu fondamentale per Pannella e le sue battaglie,ma altrettanto fragoroso fu il suo silenzio nel mondo della comunicazione politica,come quando ad esempio si presentò negli studi della Rai e si imbavagliò,affidando la protesta ai soli cartelli:



Con quel silenzio fece capire che le regole dei partiti-dinosauro della prima Repubblica,legati ai vecchi schemi della cosiddetta propaganda e della lottizzazione,erano ormai messi in crisi,più che da complicati giochi politici,da un manipolo di individui il cui pensare e agire controcorrente che ne mettevano in discussione l’autorità e i metodi.

E poi il digiuno come strumento di lotta nonviolenta.Per lui il digiuno era uno strumento di dialogo attivo,all’inizio rivolto verso tutti,ma con il passare del tempo rivolto quasi esclusivamente alle istituzioni e ai loro rappresentanti,teso a ottenere il rispetto più rigoroso della sacralità dei templi della democrazia e dello stato di diritto.Decine di scioperi della fame e della sete che ebbero un impatto negativo sulla sua salute.

Un'altra geniale intuizione pannelliana fu quella struttura in cui decise di investire gran parte delle proprie energie:Radio Radicale,cioé,ancora oggi un’istituzione culturale di indiscusso prestigio.Una sorta di fondazione politica e di palestra intellettuale che stimola alla riflessione e che diede agli italiani un vero servizio pubblico dell’informazione,terzo,senza esclusioni,senza faziosità.

Ma fu la vicenda Tortora,in assoluto,"LA" battaglia di Pannella,perché fu quella vicenda umana,giudiziaria e mediatica che rese più diffusi nell’attenzione popolare i problemi della giustizia,del garantismo,della presunzione d’innocenza.Come Pannella non c’è mai stato nessun altro che abbia avuto una capacità di far giungere al pubblico il messaggio di una giustizia giusta denegata e di una magistratura prevaricatrice e arrogante,un messaggio sempre difficile da far capire,perchè va contro il populismo più facile.Il caso Tortora é anche la cifra riassuntiva di quello che é stato Marco Pannella:un uomo di estrema minoranza politica,che però,con la sua intelligenza acutissima e una passione sterminata per i diritti e la libertà,sapeva individuare tematiche condivise dalla maggioranza del paese.Di uomini come lui ne nascono uno ogni 100 anni.E probabilmente da quando non c'é più siamo un paese meno libero,perchè lui era guida di tanti italiani inconsapevoli verso la conquista dei propri diritti.

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