23 maggio 2023

LA NOSTRA SOLA CASA







11 anni fa fu il terremoto a sconvolgere quella terra,a squassare muri e palazzi e vite di donne e uomini.Adesso un'immensa,incredibile massa d'acqua ha sommerso e cancellato campagne e città.Un muro d'acqua e fango ha travolto tutto ciò che incontrava,flagellando la bella terra d’Emilia-Romagna.Sembra incredibile ma fino a qualche settimana fa si era angosciati davanti alle secche del Po e degli altri fiumi,per cui la pioggia era attesa come una benedizione per i tanti mesi di siccità(San Francesco d’Assisi la chiamava:"sor'aqua,la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta“).Ed invece proprio quella tanto attesa acqua si è trasformata in poche ore come una maledizione caduta come un diluvio inarrestabile.

Ora siamo scossi difronte alle immagini che ci arrivano da quelle terre,eppure é tutto uno scenario già visto e già vissuto in altre parti d'Italia:tante volte in Liguria,per esempio,o a Benevento,a Sarno o nelle Marche o in Calabria e ad Ischia.E dunque non possiamo ignorare l’amara verità di esser rimasti indifferenti agli ammonimenti dei climatologi in questi anni,perché,come avvertiva la sapienza antica:"l’uomo nella prosperità non comprende".Tutti presi dalla smania del consumo e del benessere non abbiamo capito la vera essenza delle cose,prigionieri della nostra stessa miopia,insensibili al richiamo urgente del nostro ecosistema.Eppure la natura e l'ecosistema non sono luoghi di passaggio delle nostre esistenze ma la stessa nostra CASA.

Sì,adesso restiamo scossi difronte a quelle immagini e siamo sinceramente commossi al dolore della gente emiliano-romagnola.Ma poi?Come tante altre,troppe volte,dimenticheremo il lamento per gli sfollati e il dolore per i dispersi e le terre e le case sommerse.Dimenticheremo e ci ritufferemo nei nostri egoismi e nei nostri squallidi interessi senza pensare a creare una connessione profonda con il nostro ambiente circostante.

Perché è proprio questo che invece dobbiamo fare:edificare senza mettere a rischio fiumi e torrenti,pensare ai nostri paesi e alle nostre città come realtà compatibili con l’ecosistema.Bisogna,cioé,affrontare responsabilmente una crisi climatica così evidente che solamente una politica miope e testarda può ancora ignorarla.Miope perché parlare di ecosistema e ancor più operare per prevenire o quanto meno minimizzare i danni di terremoti,alluvioni e calamità naturali son tutte cose che non portano voti,che non ti fanno salire nei sondaggi.Salvo poi rivivere da un'altra parte la prossima emergenza e compiacerci di avere una Protezione Civile forse la migliore al mondo.Oppure essere ammirati dai tanti giovani e volontari accorsi a spalare il fango e che con la retorica dell’emozione chiamiamo "angeli del fango" ma che poi:"tante grazie,arrivederci,strette di mano,e ci vediamo alla prossima emergenza".La stessa retorica,del resto,usata ai tempi della pandemia quando ci perdevamo in vuoti encomi per dottori e infermieri che intanto ancor oggi continuano a prendere botte nei pronto soccorso.

Nei prossimi giorni,quando le acque melmose si ritireranno,vivremo il secondo tempo di questo eterno film già visto:le case costruite in luoghi impropri,le infrastrutture in rovina,la mancanza di manutenzione dei fiumi passando per ostacoli burocratici,i ricorsi infiniti al TAR e tutti i lacci che hanno intralciato sindaci e amministratori locali e regionali.E i soliti rimpalli di responsabilità.

Sì,é tutto un film già visto altrove,in altre parti d'Italia nel quale gli attori siamo tutti quanti noi.Ed é contro di noi che si alza l’ira globale di una Natura esausta del nostro egoismo,dei nostri interessi e delle nostre speculazioni edilizie.E nella nostra ottusa insensibilità per l'ambiente non ci rendiamo conto che la salvaguardia degli ecosistemi non é un’opzione secondaria,ma un nostro interesse,da trasformare in valore,per il bene della società odierna oltre che delle generazioni future,come del resto previsto dall'art. 9 della Costituzione:"La Repubblica tutela l’ambiente,la biodiversità e gli ecosistemi,anche nell’interesse delle future generazioni".

E' giunto l'ora dunque di porre fine a questo consumo sconsiderato di suolo e risorse idriche,e tutte le forze politiche dovrebbero sentire come proprio dovere la tutela dell'ecosistema,invece di fare discussioni insensate su rave party o addirittura razzistiche su identità,etnie e suprematismi.Ricordando,oltretutto,che questo pianeta é casa nostra,l’unico pianeta e l'unica casa che abbiamo.

Nessun commento: