Nemmeno ce ne accorgiamo più,nemmeno attribuiamo più valore a quelle parole che per noi europei,sprofondati in una a-valoriale vita edonistica,appaiono ovvie e scontate.Parole come libertà,democrazia,uguaglianza,solidarietà,diritti umani,ci sembrano cose acquisite e garantite,indiscusse e sicure,senza possibilità alcuna di revoca o messa in discussione.
Oggi,nei confronti di quei valori,che poi sono gli stessi a fondamento dell’Unione Europea,c'é la tendenza,da parte di noi europei di una sottovalutazione della loro importanza.Perciò,nel guardare le immagini dei TG,quasi ci meravigliamo che in questi giorni c'é gente che scende in piazza contro gli idranti della polizia,i gas lacrimogeni e che addirittura quasi se ne infischia dei colpi di fucile dell'esercito come accade nel sanguinario regime degli Ayatollah iraniani.
A scendere in piazza per quei valori e per quei diritti oggi sono quei popoli che di essi non godono o che vogliono difendere contro le violenze di invasori od oppressori.Oggi sono soprattutto le lotte delle ragazze iraniane contro il barbaro regime oscurantista di quel Paese a ricordarceli,quei valori.Ed é il popolo ucraino che ci ricorda il valore e la forza di quei valori che noi diamo per scontati.Con il proprio eroismo e le proprie indicibili sofferenze,l'Ucraina sta combattendo da più di un anno contro la Russia di Putin una guerra di libertà,proprio perché comprende quale forza e significato abbiano valori come la democrazia,la dignità e l'indipendenza contro la perversa logica di violenza e morte del sanguinario regime russo.
Adesso é anche in Georgia che per quei diritti e quei valori si scende in piazza e si lotta.Alle idi di marzo sono state tante le persone che si sono riversate per le strade di Tbilisi,per protestare contro un disegno di legge del governo filoputiniano sugli "agenti stranieri",che è poi l'ipocrita denominazione con cui le autocrazie designano ogni tentativo di restringere la libertà di associazione e di stampa.Ed in Georgia é' stata talmente forte ed appassionata quella protesta che il governo é stato costretto a fare un passo indietro.
Delle proteste di piazza dei georgiani rimarrà per sempre nell'immaginario collettivo,la foto di quella donna che,durante i violenti scontri tra manifestanti e polizia,sventolava una bandiera dell’Unione Europea;immagine diventata virale,perché poi è questo che succede:il coraggio è contagioso,e il desiderio di difendere la libertà e la dignità umana commuove.Rimarrà come un "meme" dei tempi nostri quella foto.Come un "meme",cioè come un fenomeno culturale che si propaga da individuo a individuo,assumendo la forma e la forza di un'ideale da imitare.La donna georgiana come quelle ucraine infangate nelle trincee,o le iraniane che scendono in strada a tagliarsi i capelli.Oppure come "lui",come quel ragazzo di Piazza Tienanmen difronte ai tank della dittatura cinese .
Un'icona quella donna.Nella notte della democrazia della Georgia un’icona è apparsa di colpo con la bandiera stellata che sventolava più forte e più coraggiosa di tutte.Resistendo agli idranti,rimanendo in piedi alle cariche della polizia.Gridando disperata,finché non l’hanno sostenuta tutta l'altra gente in rivolta.L’hanno fotografata,l’hanno pubblicata,l’hanno ammirata in tutto il mondo:una donna ostinata,che sventolava una bandiera dell’Unione Europea.
Ma allora perché proprio qui,perchè proprio in Europa,pochi sembrano dare peso a questi valori cardini dell’Ue?Perché c’è bisogno che qualcuno,dall'Iran all'Ucraina alla Georgia,debba ricordarci quanto importanti siano la libertà e l’eguaglianza?I valori che proprio in Francia si affermarono davanti alla Bastiglia nel 1789 ?
Nella cultura del "tutto é uguale a tutto",non si dà il giusto peso alle cose,soprattutto a quelle importanti;ci si lascia abbindolare dalla propaganda.Così talvolta, ci si illude che le libertà cadano dal cielo,e non ci rende conto che ci vuole poco per perdere ciò che si ha,e che i diritti umani vanno difesi e (ri)conquistati giorno per giorno e guai a ritenerli acquisiti una volta per sempre.
Guardiamo il dito e non la luna e non capiamo che anche ciò che non ci tocca nell’immediato può avere pesanti conseguenze a medio o a lungo termine per ognuno di noi.Tanto,che ci importa di chi muore in mare o di chi è straniero o nelle trincee ucraine?Ma in questa logica prima o poi rischiamo di essere noi i prossimi a veder disconoscere le nostre libertà e i nostri diritti.Ed é proprio perciò che quella donna georgiana,scesa in strada a Tbilisi,sventolava l’emblema di quei valori che noi (che in Europa ci siamo)diamo ormai per scontati,ma cui altri anelano, perché necessari all’esistenza tanto quanto i beni materiali.Quella immagine,allora,dopo aver fatto il giro del mondo,dovrebbe allora conservata,e servirci ogni giorno da monito.
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