07 gennaio 2023

GRAN BEL MALE LA DEMOCRAZIA




È impressionante constatare come,a 3 anni dall'insorgere della pandemia,sia tanto clamoroso il fallimento del governo cinese nella gestione del Covid.È impressionante perché quel fallimento sta facendo ammalare milioni di cinesi con migliaia di morti al giorno(pur nell'omertà del regime,c'é chi parla di addirittura 8000-9000 morti al giorno)mettendo il mondo a rischio di una nuova ondata di infezioni.

Questo fallimento,però,serve a mettere in luce alcuni aspetti.Anzitutto i teorici dell’inevitabile "declino dell’Occidente" non hanno compreso un dato fondamentale.La Cina non diventerà mai una superpotenza tanto forte da tener testa agli Stati Uniti.Perché l’autocrazia ha un prezzo che è quello che pagano tutti i regimi e le dittature:l’eccesso di rigidità,di vincoli e restrizioni che impedisce ai governanti di fronteggiare sfide impreviste(come appunto quella del Covid)con concretezza,rimediando anche ai propri errori.Anche l'Occidente,soprattutto nella prima fase di approccio alla pandemia ha commesso innumerevoli errori,sapendo però ad essi rimediare con gli strumenti che le istituzioni democratiche sono capaci di darsi.

Ancora una volta,quindi,le democrazie liberali nel loro modello di società aperte,si sono dimostrate superiori alle autocrazie.E' veramente imbarazzante,per queste ultime,il confronto con l'Occidente.Dopo il primo momento di disorientamento difronte all'ignoto e al non conosciuto,l'Occidente ha saputo fronteggiare la pandemia rispetto al totale fallimento cinese.Fallimento che ancora oggi i cinesi,a dispetto di ogni evidenza,si ostinano a negare.Oltre al rifiuto,tutto ideologico,di accettare gratis i vaccini occidentali offerti dalla Ue,pur sapendo che i vaccini cinesi si sono dimostrati del tutto inefficaci.

Il totale fallimento cinese nella gestione del Covid ha qualcosa in comune con la conclamata incapacità russa di sconfiggere l’Ucraina.Pur con le dovute differenze le autocrazie cinese e russa trovano il loro comune denominatore nella incapacità/impossibilità di comprensione della potente risorsa della libertà individuale,della forza che essa é capace di sprigionare e dei benefici effetti prodotti per l'individuo e per tutte i gruppi umani nei quali l'individuo stesso agisce.

Putin ha commesso un errore,per lui esiziale,e cioé aver sottovalutato quanta energia e quanta forza possa sprigionare chi si batte per la propria libertà,come,nella fattispecie,gli ucraini.Ma Putin ha sottovalutato anche gli occidentali,la cui civiltà lui ritiene putrescente e decadente.Perchè quegli stessi europei sono stati consapevoli,fin dal primo momento,che sostenere l’Ucraina significa proteggere le proprie libertà.

Eppure in questo stesso Occidente vive gente che,pur da sempre abituata a godere di tutte quelle libertà che le nostre società assicurano anche a loro,tuttavia le disprezzano o le criticano rancorosamente.Per loro il "male" supremo è sempre il mercato.Come se,senza mercato,possano sussistere società aperta,democrazia,libertà individuali.Essi si stracciano le vesti e puntano il dito contro i fallimenti del mercato(che pure,talora,ci sono)ma vorrebbero porre loro rimedio con il solito ritorno ad una espansione dello Stato sempre più ampia ed estesa,senza capire che i "fallimenti dello Stato",da Pechino a Mosca,da Teheran a Instanbul,provocano conseguenze infinitamente più devastanti.Ma senza andare oltre confine,gli esempi li troviamo già a casa nostra.A cosa è servito,ad esempio,l’enorme ricorso alle risorse pubbliche per curare gli eterni mali che affliggono il Mezzogiorno d’Italia?In realtà dietro l’ostilità per il mercato si intravvede la diffidenza per la libertà individuale e la libera iniziativa vista come portatrice di "caos sociale".Un caos da curare, secondo certi dotti medici nostrani,con dosi massicce di statalismo, sostituendo il comando del Leviatano(e quindi di pochi gruppi di interesse)alla libertà di azione dei tanti.

Proprio la pandemia è stato il paradigma dei vantaggi derivanti dall'essere in una società aperta e dal mercato che ne è una conseguenza naturale.Proprio grazie alla libertà di impresa si é potuto disporre in poco tempo,di vaccini in grado di combattere la malattia.Dove non c’è società aperta,dove lo Stato pretende di sostituirsi al mercato e alla libera iniziativa dell'individuo,niente del genere può accadere.La Cina ne è stata l'esempio più lampante.La "cura" usata a dalle autorità cinesi,cioè la chiusura totale e feroce di intere città, l’imprigionamento dei propri sudditi,è servita a generare sofferenza nella popolazione ma non a debellare la malattia,causando anzi la morte di migliaia e migliaia di persone.Queste misure sono praticabili solo ove non esistono cittadini ma sudditi,dove la libertà individuale è inesistente. Misure impraticabili nelle società democratiche.Basti pensare che qui in Italia sono bastate solo alcune,blande,ma necessarie,misure emergenziali per fare gridare alcuni allo scandalo:chi non ricorda tutte le sciocchezze dette e scritte a proposito del green pass e sulla "dittatura sanitaria"?Si doveva andare in Cina per sapere cosa fosse davvero una vera dittatura sanitaria.Giusto a proposito di fallimenti dello Stato.

Il conflitto fra democrazie e autocrazie resterà a lungo aperto e la vittoria finale delle prime sarà sempre irta di ostacoli e problemi.Ma sappiamo sin da adesso che il nostro mondo possiede risorse(morali prima ancora che materiali)che autocrazie e regimi illiberali non hanno e che "la democrazia è la peggior forma di governo,eccezion fatta per tutte quelle altre sperimentate finora",come diceva il buon vecchio Churchill.

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