14 gennaio 2023

CONTRO LO STATO DI DIRITTO






Tutti gli atti e le scelte del neonato governo di destra populista di Giorgia Meloni sono stati fin qui caratterizzati da una grande preoccupazione identitaria,più che da una reale volontà di procedere ad un cambiamento del Paese,così come promesso in campagna elettorale,con scelte coraggiose politiche ed economiche.Così é stato con il decreto Rave,la gestione dei migranti,la ratifica del Mes,l'uso del Pos,le modifiche al Pnrr,la strategia di sostegno all’Ucraina,la lotta al Covid.Insomma tutte cose per le quali la "pacchia" doveva finire con l'Europa,Europa con la quale invece la Meloni è dovuta venire a patti.Ed ora la questione del taglio alle accise sulla benzina.Tutto all’insegna di un azzardo sovranista poi ritrattato,difronte alla inesorabile realtà dei fatti e dell'economia.
Su alcune questioni,però,il governo Meloni ha mostrato ancor più il suo cinismo e la sua disumanità,oltre che un profondo disprezzo per la nostra Carta Costituzionale.Sulla sorte dei migranti,ad esempio,o sul c.d. "caso Cospito",l'anarchico detenuto in sciopero della fame contro l'infame bestialità dell'art. 41 bis,o sulle proteste ambientaliste di giovani attivisti.Sembrano,queste,a prima vista,cose del tutto distanti e distinte tra loro.E invece no.C'é un unico filo che le collega e le unisce nella logica di una perversa volontà repressiva.
Così,ad esempio,per i salvataggi in mare.Il primo decreto legge del 2023 li ha resi impervi,difficili se non proprio impossibili.Siccome le navi ONG che soccorrono i migranti in mare vengono viste da questo governo quasi come IL problema,quasi la causa delle migrazioni,ecco che vien fatto loro obbligo di dirigersi verso un "porto sicuro",individuato dall’autorità governativa lontano anche centinaia di miglia dal primo soccorso in mare.Così quelle navi sono costrette ad andare dalle acque del Mediterraneo dove i salvataggi sono avvenuti,a Ravenna o Ancona o a Genova,con ulteriori travagli e problemi per quei poveri cristi che fuggono dalla fame,dalle guerre e dai campi di concentramento della Libia,dove hanno già subito violenze,sevizie e torture.In questo modo i costi per le Ong salgono,la loro presenza in mare si riduce e i migrati,secondo questo governo,non arrivano più,quando invece,la realtà dei fatti ci dice che il numero maggiore di migranti arrivano su piccoli barchini o motoscafi oppure sono quelli salvati dalle motovedette della Guardia Costiera italiana.Con cinismo e disumanità,appunto,agisce questo governo.In violazione della stessa Costituzione,oltretutto,che prevede,all'art. 118:"l’autonoma iniziativa dei cittadini,singoli o associati,per lo svolgimento di attività di interesse generale".Ma forse la salvezza dei migranti non é considerato "interesse generale".

C’è poi il caso di Alfredo Cospito,militante anarchico in regime di carcere duro(quello previsto dall'art. 41 bis)che,sebbene non abbia mai ucciso nessuno(presupposto per il quale é applicabile tale articolo).Cospito ora è in sciopero della fame da 3 mesi,ha già perso 35 chili,e comunque non smette.E non per se stesso,egli dice,ma per tutti gli altri 1000 detenuti sottoposti alla barbarie del 41 bis.

Il 41 bis,é a tutti gli effetti una forma di carcerazione medievale che vieta ogni contatto persino con i figli che abbiano più di 12 anni,e che lascia il recluso in isolamento totale,senza libri né giornali,senza nemmeno l'ora d'aria che spetta a tutti i detenuti. E anche qui il governo Meloni ha orgogliosamente affermato che non pensa minimamente ad eliminare l'abominio del carcere duro,nonostante pronunce della Corte di Cassazione e quella dei Diritti europea.Ed anche qui,oltre all'inciviltà e alla disumanità delle scelte governative,c'é una violazione della Costituzione,il cui articolo 27 stabilisce che:"Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".E quale clemenza si può trovare nel carcere duro?Quale speranza di recupero sociale per chi subisce l’ergastolo ostativo,che equivale a un "fine pena mai"?.
C'é poi stato il caso dei ragazzi colpevoli d’avere imbrattato con della vernice la facciata del Senato,per protesta contro le istituzioni che non intervengono sull'inquinamento ambientale.Anche qui si é intervenuti con mano durissima:denunce,arresti,un processo per direttissima.Ora l'azione di quei ragazzi é certamente riprovevole.Ma se le istituzioni sono insensibili difronte a ogni richiesta di intervento sul problema dell'emergenza climatica che mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del pianeta,é normale che le giovani generazioni si sentono in dovere di farsi sentire in qualche modo,con iniziative provocatorie ma certamente non violente.Anche perché i politici che oggi sono al governo sono gli stessi che l’anno scorso riscrissero,insieme all'ex maggioranza Draghi,l’articolo 9 della Costituzione,imponendo al nostro Stato di tutelare "l’ambiente,la biodiversità e gli ecosistemi,anche nell’interesse delle future generazioni".Ecco,allora che il vero nemico dello Stato diventano,paradossalmente,le proprie istituzioni,il proprio esecutivo quando questi sconfessano i principi basilari di ogni civiltà giuridica e dello stesso Stato di diritto le cui basi fondative sono prima di tutto quelle del rispetto dei diritti dell'individuo.

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