Avevano entrambi scommesso sulle debolezze dell’Occidente,sulla fragilità delle democrazie liberali e sull’efficienza delle (loro)autocrazie. E lo avevano fatto soprattutto dopo che l'Occidente e gli USA avevano abbandonato l'Afghanistan,lasciando nelle mani dei talebani quel popolo che,venuto a contatto con la cultura e la tolleranza occidentale,aveva acquisito livelli di democrazia ed istruzione,anche femminili,straordinari per il mondo islamico.Cina e Russia avevano scommesso per dimostrare al mondo l’inferiorità strutturale delle società aperte.Ed invece quello che pensavano essere debole e decadente,ovvero l’Occidente ispirato ai valori delle democrazie liberali("L'’ideale liberale é diventato obsoleto",aveva detto Vladimir Putin in una intervista al "Financial Time")ha dimostrato di essere forte,resistente,reattivo.E l’autocrazia incarnata dai modelli di Cina e Russia che loro pensavano efficiente e vincente,ha mostrato tutta la sua fragilità e debolezza.Due elefanti dai piedi di argilla,insomma.Putin immaginava di poter inghiottire l’Ucraina in 3/4 giorni facendo leva su quei rammolliti dell’Occidente.Xi Jinping,a sua volta,sperava che l’occidente potesse uscire umiliato dal calvario ucraino,che la Nato potesse uscire fiaccata dal conflitto in Europa e che l'appropriazione di Taiwan era ormai cosa fatta.Ed invece oggi lo scenario é del tutto diverso.L’occidente ha resistito a Putin,mentre l’esercito russo è sfinito dopo 10 mesi di guerra.La Nato è rinvigorita e l'economia russa è disastrata.E la Cina si trova in una condizione economica difficile da gestire,alle prese,poi,con rivolte popolari partite dall'insopportabilità per la gestione repressiva ed opprimente della pandemia,dietro la quale,però,c'è anche una richiesta di democrazia e libertà.
Si può anzi dire che questa guerra ha rinsaldato i legami tra USA ed Europa che continuano a fornire armi e addestramento ai resistenti ucraini,grazie ai quali(oltre che all'incredibile orgoglio ed eroismo di quel popolo)si può dire che la guerra iniziata da Mosca il 24 febbraio è sostanzialmente fallita.Sul terreno,il Cremlino non solo non è riuscito ad annientare lo Stato ucraino,ma ha anzi perso più del 50% del terreno inizialmente conquistato.
Sul versante diplomatico,poi,Mosca è sempre più isolata.Persino quello che sembrava il più grande alleato della Russia,il leader cinese Xi Jinping,ne ha preso le distanze quando ha definito inaccettabili le minacce di ricorso alle armi nucleari,evocate da Putin.Xi Jinping si è accorto evidentemente di quel che stava accadendo e ha cominciato a moderare i toni nei confronti dell’Occidente.Anche perché l’autocrate tecnologico di Pechino si è ritrovato con una sorpresa parecchio sgradita in casa.Le manifestazioni di questi giorni in numerose città della Cina erano del tutto inattese,inimmaginabili fino a poco tempo fa.Proteste contro la politica oppressiva e insostenibile dello "Zero-Covid",dietro le quali,però,c'è anche un diffuso sentimento di ribellione contro l’impossibilità di espressione di pensiero e parola,tipico di ogni regime comunista.Naturalmente,come sempre capita in qualsiasi regime comunista,le proteste saranno presto represse con la forza ma,anche in questo caso,i movimenti sociali sottolineano l’incapacità dell’autocrazia di correggersi e ammettere gli errori di una politica fallimentare di contrasto alla pandemia.
Putin ha peccato di tracotanza,immaginando che l’occidente si sarebbe diviso nel decidere se sostenere o no l'Ucraina,pensando di far gioco sulla necessità di approvvigionamento energetico degli europei.Ed è invece i Paesi europei si sono trovati più uniti tra loro e con gli USA.E lo stesso peccato di arroganza lo ha commesso il regime cinese scegliendo,nella gestione della pandemia,la strada pericolosa dell'autarchia scientifica,riducendo il tutto ad una scelta ideologica:rifiutarsi di acquistare dall’occidente i vaccini con tecnologia mRna,più efficaci contro il Covid rispetto ai vaccini prodotti dalla Cina (Sinovac e Sinopharm).Salvo poi dover ricorrere,appunto nuovamente a lockdown totali e generalizzati.
Russia e Cina,insomma,hanno dunque immaginato che le loro autocrazie avessero la forza di far esplodere le contraddizioni dell’occidente.Ma quello che i fatti hanno dimostrato è che un anno dopo,sia sulla pandemia sia sulla guerra,sono le società aperte ad aver mostrato quello che né Putin né Xi Jinping potranno mai ammettere:le autocrazie non sono un modello più efficace delle democrazie liberali e che anzi quando commettono errori grossi(come sul Covid)hanno loro bisogno dell'Occidente per tirarsi fuori dai guai.
La crisi ucraina e le rivolte popolari cinesi fanno dunque sperare in un cambiamento geopolitico dello scenario mondiale.Questo certo non significa che ci sarà senz'altro un mondo di pace e di prosperità garantita.Le repressioni sono continue.Le sfide alle società libere restano enormi.L’egemonia di Europa e Usa non sarà più quella di prima.Molti Paesi emergenti,dall’India all’Indonesia alla Turchia,vogliono avere una voce più forte in un ordine internazionale non più unipolare.L’anno 2022,però,ha cambiato il paradigma e ha mostrato che le autocrazie sono inefficienti.E più deboli delle democrazie.
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