14 dicembre 2022

LA RIVOLUZIONE DELLE DONNE








Sull'Iran,sul regime sanguinario degli Ayatollah,già si è scritto su questo blog in questi mesi e in questi anni.Ma difronte alle notizie che da quella Terra continuano ad arrivare,sempre quelle,sempre uguali,sempre tragiche e orribili,provi come nuova la necessità,senti forte il bisogno di scriverne ancora,perchè avverti netta e senti crescere dentro la rabbia per quello che da tanto,troppo tempo in quella splendida Terra sta accadendo.Che da più di 40 anni sta accadendo,da quando,in quell'anno 1979,Khomeini andò al potere.

Ma forse in questi giorni e in questi mesi qualcosa sta cambiando in Iran.Da 4 mesi,per la precisione,da quando,cioè,il pugno assassino del regime integralista iraniano ha schiacciato senza pietà la giovane vita di Mahsa Amini,una ragazza di soli 22 anni,ritenuta "colpevole" dalla famigerata "polizia morale",di non portare in modo "idoneo" quel velo,quell’hijab,ormai trasformato in camicia di forza dal sinedrio sanguinario degli ayatollah.In questi 4 mesi Masha é diventata il simbolo di un popolo che lotta contro le leggi assurde della teocrazia,ma anche il volto di una gioventù universale,che combatte in ogni luogo e in ogni tempo per la libertà e la modernità.Questa ragazza,con la sua morte violenta,ha ridato forza e coraggio a un’intera generazione prigioniera di quel velo,sotto il quale si nascondono leggi repressive,feroci e barbare di un regime assassino.

Dopo Masha ci sono state altre donne e altre ragazze e addirittura anche bambini,vittime della folle rabbia repressiva del regime contro le manifestazioni che ogni giorno si tengono nel Paese,i cui nomi abbiamo conosciuto dalla stampa.Altri nomi di donne,come quello di Fahimeh Karimi,insegnante e madre di tre figli,condannata a morte in attesa di giudizio per aver reagito a un arresto.O altri nomi di giovani,come quello di Moshen Shekari,già giustiziato a 23 anni,colpevole di aver bloccato il traffico,e dunque fatalmente del reato di "inimicizia contro Dio".E ancora chissà quanti degli oltre 30 mila ragazze e ragazzi e arrestati,dei 500 uccisi nelle strade o nelle carceri dai "Guardiani della Rivoluzione",che reprimono le proteste nel sangue.

L’Iran è ormai una polveriera.La ferocia delle "forze dell’ordine" non si ferma.Da 4 mesi il Paese è in rivolta,tra cortei e manifestazioni continue in 170 città e 31 regioni.Per giorni e giorni le fabbriche sono in sciopero,chiusi i centri commerciali,i bazar,caffè e ristoranti.Tutti segnali di una sollevazione popolare diffusa,che non ha precedenti se non nella Rivoluzione Khomeinista del 1979,che abbattè il bimillenario dominio imperiale persiano,costringendo lo Scià Reza Pahlavi all’esilio.E fu proprio da quell’anno che in Iran fu ripristinata la legge slamica,la Sharia con la reintroduzione della pena di morte e l’obbligo del velo per le donne.Perfino Farideh Muradkhani,nipote dell’Ayatollah Ali Khamenei,Guida Suprema dell'Iran,é stata condannata a 3 anni di carcere per aver sostenuto Mahsa.

Di fronte alla ribellione dei giovani e delle donne,il potere sciita sembra compatto,non arretra e mostra ancora di più il suo volto retrivo,intollerante,crudele,perfino contro i bambini.Eppure questo stesso potere sciita non si accorge di essere allo sbando,perché non capisce come sia possibile che le giovani donne iraniane ispirino una rivolta,che in realtà é una vera e propria contro-Rivoluzione dal basso e senza leader.Non comprende come sia possibile che le donne reclamino libertà occidentali e per questo siano pronte a morire.Che le stesse masse che negli Anni ’70 rovesciarono lo Scià oggi combattono contro gli Ayatollah,urlando tutta la loro rabbia dopo 43 anni di resistenza silenziosa all'ottusità sanguinaria del regime religioso.

La "Rivoluzione delle Donne",è impossibile da comprendere e tollerare per gli Ayatollah,proprio perché colpisce il cuore della teocrazia,che ha fatto del controllo sul corpo femminile uno dei principi fondamentali del suo dispotismo,del suo modello sociale.Per questo la protesta ora si allarga e investe fronti più vasti.Compreso proprio quello economico:l’Iran è una nazione ricca di petrolio e di gas,ha una popolazione con un tasso di istruzione elevato,ma dal 2012 patisce le sanzioni americane,ha un diffuso grado di corruzione endemica e un Pil bassissimo,rispetto alle sue ricchezze naturali.

È ovvio che quelle migliaia di ragazze che ogni giorno corrono per le vie dell'Iran,facendo volare i loro foulard,chiedono la de-islamizzazione della Repubblica,una società più aperta,laica e plurale.Ma esse incarnano i diritti di tutte le donne,e in fondo di tutti noi.Mentre in Iran cadono Mahsa e le altre,in Afghanistan il leader supremo dei talebani dispone il divieto per le donne di frequentare palestre,parchi,bagni pubblici e la fustigazione pubblica per le "adultere".Di fronte a questo scempio,l’Europa osserva,balbettando ipocrite parole di sdegno e condanne di rito,senza arrivare a una vera mobilitazione.Pesa sicuramente la realpolitik,per via degli approvigionamenti energetici e perché l’Iran è una potenza regionale ormai anche nucleare,una minaccia per Israele ed è il principale alleato di Putin al quale fornisce armi in quantità nella guerra all’Ucraina.Ma probabilmente influisce anche un certo nostro accidioso relativismo culturale e morale:quella nostra idea di Occidente come mondo di disvalori e di cultura decadente,come vorrebbe Putin e come sostengono in tanti,secondo i quali la colpa é sempre dell'Occidente.Ma qualcosa,come singoli e come collettività possiamo e dobbiamo fare.Chiedere ai governi e alle istituzioni di tutto il mondo di raccogliere e sostenere il grido di battaglia delle donne iraniane:"Zan,Zendegi,Azadi".Donne,vita,libertà.

2 commenti:

Julia ha detto...

Ciao Clem. Ultimamente sono un po' latitante. Vedo che tu lavori sempre con costanza e passione commentando le notizie di questo mondo malato. Ti ringrazio della affettuosa presenza, come sempre.. Ti lascio un augurio di giorni sereni
Julia

Clem ha detto...

Ciao Julia,ti confesso che mi dispiace sempre un po' quando non vedo nuovi post sul tuo blog... sì continuo a scrivere qualcosa perché ho voglia di dire qualcosa difronte a tante cose che non mi piacciono in questo momento in questo anno talmente negativo per l'umanità intera...ti auguro un buon Natale e tanta felicità per tempi migliori di questi
Clem