03 aprile 2022

QUELLE IMMAGINI DI BUCHA







Cadaveri di civili in strada,disarmati,alcuni con le mani legate dietro alla schiena,altri decapitati.Civili innocenti torturati nelle cantine degli stabili,massacrati dagli occupanti russi,uccisi a sangue freddo e abbandonati nelle strade come sacchi di spazzatura.Donne e addirittura bambini stuprati,trucidati e bruciati vivi.Fosse comuni.Questo hanno lasciato alle loro spalle le truppe russe in ritirata dalla città di Bucha,quella cittadina vicino Kiev finora ignota agli occhi del mondo.E già arrivano altre notizie di altri orrori in altri posti d'Ucraina:arrivano da Irpin,Makariv,Borodyanka,Mariupol.Le immagini di Bucha stanno facendo il giro del mondo e scuotono,sconvolgono,inorridiscono le coscienze.Non si aveva memoria di tali indicibili orrori,di così tante mostruosità dai tempi di Auschiwitz oppure dalle più recenti immani catastrofi umanitarie della Cecenia o della Siria,di Grozny,Aleppo o di Srebrenica.Ma oggi le coscienze sono ancora più sconvolte perchè le tracce dell'Orco sono state riprese e trasmesse dalle centinaia di giornalisti e operatori  della stampa e delle tv di tutto il mondo e perché,ai tempi dei social,la viralità multimediale fa assumere a ogni singolo fotogramma una forza ancora più invasiva rispetto al passato.Ed è per questo che è difficile pensare che crimini di tale portata ed efferatezza,possano lasciare indifferenti.Al contrario.Queste immagini possono cambiare il segno del conflitto.Questa volta veramente si può andare verso un embargo totale,che colpisca anche l’energia,con la sospensione degli acquisti di gas e petrolio da parte dei Paesi europei.E se è comprensibile che finora l'Italia e la Germania hanno frenato,perchè più dipendenti dal gas russo,l’orrore di questi giorni in quella strada e tra le case di Bucha,rafforza l'idea che alla fine è proprio l'Occidente a finanziare la guerra e i crimini di Putin comprando gas e petrolio russo ed è per questo che all'embargo si deve andare.

Certo,un embargo totale significa economia di guerra.Significa avere le conseguenze dirette del conflitto nelle proprie abitazioni,nei propri stili di vita,che già così tanto erano cambiati a seguito della pandemia.Adesso,con una prospettiva di vita con meno energia,con razionamenti e ricerca di fonti alternative di riscaldamento,vedremo passare quella guerra nel nostro quotidiano.

Ma è proprio ora che dovremo essere capaci di convivere con questa nuova realtà,non essere più spettatori angosciati,ma lontani,ma comunità coinvolta direttamente e materialmente.Perchè non si possono vedere le immagini di Bucha,di quegli scantinati pieni di cadaveri torturati e straziati e far dinta di niente;dobbiamo renderci conto veramente di che cosa sta soffrendo il popolo ucraino e "compatire" con esso,cioè,nell'accezione latina del verbo,soffrire "con" e insieme ad esso e fare qualche rinuncia e qualche sacrificio;assumere su di noi anche una minima parte delle immani sofferenze che soffrono gli ucraini,anche per riscoprire noi stessi il significato e il valore della parola "Libertà".

Le immagini strazianti di Bucha,però,avranno conseguenze devastanti anche per Putin.Questa guerra che il dittatore russo ha voluto,sicuro di vincerla in pochi giorni,contiene,nei modi bestiali con la quale è stata condotta,un effetto boomerang,e i gerarchi del Cremlino stanno ora cercando di ricorrere disperatamente ai ripari anche se è impossibile spacciare per "disinformatia" gli eccidi commessi.Magari qui in Italia si troverà ancora qualche Freccero o Orsini o Capuozzo o Borgonovo che negherà la realtà oltre ogni limite di decenza,ma nulla potrà cancellare quello che veramente a Bucha è successo.Si tratta di immagini che radicalizzano i Paesi europei nella loro determinazione di isolare la Russia in tutto il mondo,di metterla difronte alla sua colpa e alla sua vergogna.

Putin voleva una guerra sporca ma "veloce",come quella in Cecenia,per immobilizzare l’avversario nel terrore e per avvertire il resto del mondo che non si sarebbe fermato davanti a niente.Ma il massacro di Bucha manda all'aria questa strategia e può,anzi dovrebbe,far capire a chi pontifica dai salotti pacifisti italiani,a quali rischi è esposta la libertà quando la si dà per scontata,quando ci si chiude nei propri egoistici "chemenefrega",quando non si è moralmente capaci di combattere,quando si ha,come diceva Gobetti,un "animo di schiavi",mentre una volta - egli diceva -  "c'era della gente che si faceva ammazzare per un'idea".Ecco.E' una "tensione" etica e ideale,quella che manca a tanta parte dell'intellettualità italiana. 

C’è n'è una,tra le tante foto terribili,che forse dice più delle altre.È quella che ritrae la mano di una donna,riversa senza vita tre le erbacce di una stradina,che sembra ancora voler afferrare le chiavi di casa che erano cadute affianco a lei mentre veniva uccisa.Sul portachiavi c’è lo stemmino blu con le 12 stelle.È la bandiera dell’Europa a cui quel cadavere aspirava a a cui adesso chiede aiuto.Non più per sé ma per i suoi connazionali.E' questa l'immagine alla quale l'Europa deve guardare come propria ragion d'essere.Alla quale ognuno di noi deve guardare come un’ulteriore spinta ad agire.

1 commento:

Julia ha detto...

Ciao Clem, grazie per gli auguri.
Ti auguro giorni sereni e un riposo del cuore affinché abbandoni il dolore di questi tempi e si lasci cullare dal pensiero di pace che questi giorni di festa chiedono..

Julia