Ed ecco un altro 25 aprile.Un altro,"solito" 25 aprile,verrebbe da dire,ripensando agli altri che negli anni scorsi ci sono stati.Ed in questo "solito" 25 aprile in tanti,come sempre,saranno nei cortei in piazza con bandiere arcobaleno e inni alla pace,facili da intonare(e chi può essere contro la pace?)difficili da declinare soprattutto questa volta,nei giorni di questa guerra d'Ucraina.E proprio difronte alla brutale invasione dell'Ucraina da parte di Putin,il 25 aprile assume un valore diverso.Questa volta,il 25
aprile riassume alcuni dei caratteri,o dei vizi, nazionali.Questo venticinquesimo giorno d'aprile di cui ogni anno la sinistra politica e culturale italiana si appropria quasi come "Festa della Sinistra",come se non ci fossero stati partigiani liberali come Edgardo Sogno,medaglia d'oro al Valor Militare o Ferruccio Parri,il mitico "Maurizio" delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.,o cattolici come Tina Anselmi,staffetta partigiana o Benigno Zaccagnini,poi segretario della DC o la stessa Ada Gobetti,moglie di Piero,tra le fondatrici del Partito d'Azione coraggiosa combattente contro i nazifascisti.
Quest'anno il 25 aprile ci dice qualcos'altro e di più sull’atteggiamento di una parte dell’Italia verso questa guerra in Ucraina.Un atteggiamento fatto di filoputinismo malamente mascherato,proprio nell'Anpi,l’Associazione Partigiani,il cui presidente Pagliarulo,ridicolo personaggio da avanspettacolo,dice che Bucha non c'è mai stata,che quella ucraina non è resistenza e che non bisogna dare armi a Kiev.Pagliarulo forse non ha visto la lettera che Liliana Segre ha mandato proprio all'Anpi. Sopravvissuta ad Auschwitz quando era una bambina,la Segre ha scritto:"Non è concepibile nessuna equidistanza;se vogliamo essere fedeli ai nostri valori,dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione,per non perdere la propria libertà".
E c'è il filoputinismo di certo cattolicesimo tipo quella di Marco Tarquinio(direttore di "Avvenire")secondo il quale,alla fine,le responsabilità della guerra sono quasi più dell'Occidente che di Putin.Oppure c'è quel filoputinismo cattocomunista iscritto di diritto a quel popolo nè-nèista(né con la Russia
né con la Nato)che,senza dignità e senza onestà intellettuale,respinge l'obbligo morale di fare una scelta etica,prima ancora che politica.Per loro c'è solo una gran voglia di starsene tranquilli al calduccio del gas russo,mentre l’Europa brucia.
Insomma "questo" 25
aprile,al netto
della disfida delle bandiere,manco si trattasse del Palio di Siena(quella
della Ue va bene oppure no?Guai
a sventolare quella dell’Alleanza
Atlantica ma sì al fazzoletto palestinese,no al vessillo di Israele,mai quello degli USA,la bandiera ucraina vabbè sì,proprio perché non se ne può fare a meno,ma senza tanto entusiasmo)è lo specchio di una
certa vecchia Italia che marcia e
che canta ma non vuol vedere,sentire,parlare per non doversi schierarsi.
C’è una sorta di indifferenza
spacciata per impegno pacifista.Ecco il 25 aprile "resistente" di quest'anno.Il 25 aprile della gente che scende in piazza col fazzoletto rosso al collo,per i quali la Resistenza,quella vera,é solo quella dei comunisti italiani,perchè mica vorrai mettere che quella ucraina sia resistenza.Tutta gente,questa,dopo
aver celebrato le solite liturgie "democratiche,popolari e antifasciste",se ne torna poi nei propri salotti "cool",nell'illusione che le tragedie della storia,come questa d'Ucraina,non toccano l’orticello italiano,specie quello della propria appartenenza politica.
La realtà è che l’Anpi si è ridotta a uno dei
tanti movimentini della sinistra radicale anti-atlantista,nonchè parte del popolo nénéista:i partigianiche non parteggiano per nessuno,che non vogliono che si diano armi agli ucraini,come se poi inglesi e americani,durante la Resistenza,non avessero dato armi ai partigiani italiani.Ma se tutto riguardasse solo questo marginale reperto storico che é l'Anpi,non
avrebbe grande peso.Il fatto é che c’è una
larga parte dell’opinione pubblica,del mondo universitario,sui social,negli sguaiati talk show televisivi che continua a celebrare e cantare "Bella Ciao",ma che di fronte a un popolo che resiste strenuamente
all’invasore,nega agli ucraini la patente di partigiani,nega che gli ucraini "una mattina si son svegliati e han trovato l'invasore".
Già."Loro",i partigiani dell'Anpi di Pagliarulo e tutto quel mondo intellettual-mondano italiano il 25 aprile marciano e cantano.Ma se avessero l'onestà intellettuale di dire quello che non si può non dire,dopo le fosse comuni e i massacri e gli stupri di Bucha,dovrebbero anche rileggere i versi di Salvatore Quasimodo:
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Intorno a questo strano 25 aprile,nella destra e nella sinistra italiana si avverte una sorta di pensiero unico imperante che è quello della negazione della realtà e del desiderio
che tutto si risolva da sé.Una sorta
di fideismo mistico della pace senza impegno e senza lotta per difendere la Libertà,che scontata non è,come invece pensiamo che sia.Un impegno personale e di popolo,come invece gli ucraini stanno facendo.
La festa dei partigiani che
non parteggiano fa parte del solito,grottesco teatrino italiano.Ed invece ci sono dei momenti nella storia nei quali non è consentita indifferenza,non è consentita equidistanza.Poiché diversa è la distanza tra chi aggredisce e chi è aggredito,tra chi commette crimini di guerra e chi li subisce.Il pacifismo che chiede la resa agli aggrediti,che cerca di dare ragioni a Putin per una trattativa indifferente a ogni valore in gioco è un pacifismo falso ed ipocrita.Un pacifismo che sa tanto di vigliaccheria e connivenza.
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