Il 25 aprile per l’Italia è una giornata simbolo da ricordare,onorare e celebrare.In questo giorno il nostro Paese si liberò definitivamente dall’oppressione dei nazifascisti,che avevano fatto sprofondare l’Italia in un baratro di intolleranza,violenza, oppressione.Quella mattina del 25 aprile 1945,grazie al coraggio di tante donne e uomini,il nostro Paese rialzò la testa,liberandosi da quella durissima occupazione,da quella feroce tirannia.Il 25 aprile,come giorno in cui si ricorda la liberazione d'Italia dal governo fascista e dall'occupazione nazista del paese.Il 25 aprile,come anniversario della Resistenza, dedicata al valore dei partigiani,che con il loro coraggio e con la forza delle loro idee combatterono contro i nazifascisti;quei partigiani che furono ricordati da numerosi scrittori della nostra letteratura:da Pasolini a Quasimodo,da Cassola a Pavese,da Calvino a Fenoglio.Forse il più bel romanzo di quest'ultimo é "Il partigiano Johnny".Parafrasando quel titolo é così che si potrebbe chiamare "lei",la partigiana Ada,Ada Gobetti,cioé,nome di battaglia partigiano "Ulisse",già moglie di Piero,il giovane intellettuale liberale massacrato dai pestaggi delle squadracce fasciste di Mussolini.
Ada,assieme all’unico figlio diciottenne Paolo,combattè tra i partigiani di “Giustizia e Libertà” distinguendosi per le sue doti di coraggio e di comando che le valsero la medaglia d’argento al valor militare.Di questa esperienza nella Resistenza lascerà un’importante testimonianza storico-letteraria:"Diario partigiano",scritto su invito di Benedetto Croce
La sua vicenda umana,civile e intellettuale merita senz'altro una “narrazione” più approfondita.L’approdo di Ada alla Resistenza fu quasi naturale,considerato il suo antifascismo rigoroso,radicale,totale e indefettibile,che cominciò a maturare tra le aule dell’università di Torino accanto ad un gruppo di giovani democratici capeggiati da Piero Gobetti,altissima figura di intellettuale liberale destinato a lasciare un segno profondo nella cultura del Novecento.L’incontro con Piero è decisivo non solo sul piano sentimentale(i due,profondamente innamorati si sposeranno nel ’23)ma anche su quello ideologico.
Ada è inevitabilmente influenzata dalla forte personalità del marito,ne condivide il pensiero e l’azione,lo affianca in tutte le battaglie politiche,anche sacrificando alcune delle sue passioni,come lo studio del pianoforte e del canto,collaborando alle riviste culturali fondate dal marito("Energie Nove","Rivoluzione liberale").
Nel 1925 il fascismo si accanisce contro il giovane intellettuale torinese e Mussolini in persona ordina al prefetto di "rendere la vita difficile a Piero Gobetti,insulso oppositore del governo e del fascismo".Puntuali giungeranno gli arresti,le minacce e gli assalti,fino alla sera del 5 settembre 1924,quando sotto casa subisce un’aggressione violentissima da parte di una squadraccia fascista.Per le percosse subite trascorre molte settimane a letto.Il regime non gli dà tregua e Piero decide di andare in esilio a Parigi,dove troverà una folta comunità di fuorusciti antifascisti italiani tra cui Salvemini,Filippo Turati,Emanuele Modigliani,Prezzolini,Francesco Fausto Nitti.Ma le condizioni di salute,compromesse dal pestaggio di settembre,non miglioreranno e lo condurranno alla morte il 15 febbraio del 1926.I democratici italiani e gli uomini di cultura sono profondamente scossi;eloquente è la testimonianza autorevole di Eugenio Montale(Piero fu il primo a pubblicare “Ossi di seppia”):"Eguale a noi,migliore di noi,l’uomo che fu cercato invano da una generazione perduta,l’uomo che ci ostiniamo ancora a cercare nella parte più profonda di noi stessi”.
Ada era rimasta momentaneamente a Torino,per accudire Paolo,nato appena 2 mesi prima della morte del padre.E' colpita profondamente dal dramma di Piero e tuttavia costretta a non arrendersi per occuparsi del neonato.Si trova un lavoro come insegnante d’inglese.Benedetto Croce, che le sarà molto vicino,le affiderà numerose traduzioni;intanto intraprende la lotta politica con maggiore risolutezza e incisività,ricevendo nella sua abitazione noti antifascisti di diversi orientamenti politici.
Arriva poi l’8 settembre del ’43 e Ada non ha alcuna esitazione ad arruolarsi tra le fila dei partigiani,assumendo il nome di un eroe maschile, Ulisse.Anche il figlio Paolo,assieme a lei,diventerà partigiano.Ada è attivissima in Val di Susa,una valle strategica per le comunicazioni con la Francia;riveste incarichi organizzativi,si muove tra Torino e la valle portando armi,ordini,stampa,soldi,direttive militari.In Francia prende contatto con le donne della Resistenza.Viene nominata Ispettore del Comando militare della formazione “ Giustizia e Libertà”.Inoltre Ada Gobetti in veste di rappresentante del Partito d’Azione collabora con le partigiane di altre formazioni politiche,per la costituzione dei ”Gruppi Difesa della Donna”.Di lei così dirà Vittorio Foa:"Ada nella Resistenza non vedeva soltanto i partigiani,vedeva anche le donne. Pensava che anche per loro sarebbe venuto qualche cosa di forte e di nuovo".Dopo la Liberazione Ada continuerà il suo impegno politico per l’emancipazione femminile,militando nell'UDI divenendo simbolo di una generazione di donne che dovettero lottare per i propri diritti in una società fortemente maschilista.La grandezza di Ada Gobetti risiede nel fatto che non si è fatta schiacciare dal passato,dal nome del grande Uomo che le era stato affianco,non si è piegata al terrore fascista,pur pagando un prezzo altissimo.Animata da un desiderio di libertà e di giustizia,spinta da un impegno etico e da un’alta coscienza civile,Ada Gobetti abbracciò la causa della lotta partigiana con coerenza e determinazione.Una bella maniera di onorare la memoria di Piero Gobetti,il giovane martire del primo antifascismo italiano.
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