30 novembre 2015

CASA, DOLCE CASA












Buon ultimo è arrivato il ministro del lavoro Poletti,sì,proprio quello fotografato in un ristorante romano in allegro convivio con commensali del "rango" di Buzzi  e Casamonica e tutta l'allegra compagnia di Roma Mafia capitale.Poletti se ne è uscito affermando che "prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico".Dal suo punto di vista, Poletti ha pure ragione,visto che lui la laurea mica ce l'ha(come del resto il suo Premier,Renzi)avendo sempre campato di Coop e politica.Ma Poletti è solo l'ultimo di una lunga serie di personaggi che si son sentiti tutti in obbligo di dire la loro sui giovani e sul lavoro oggi in Italia.Il primo fu il Ministro Padoa Schioppa che appellò come "bamboccioni" i ragazzi che restano a casa con i genitori,non si sposano e non diventano autonomi.Forse al Ministro sfuggiva che i giovani rimangono a casa più che altro perché di lavoro mica tanto ce n'è in giro e di acquistare casa e metter su famiglia manco a parlarne.E perciò si resta a casa a vivere (ancora)con i soldi di mamma e papà.Poi venne l'indimenticabile ministra del governo Monti,Elsa Fornero.Anche per lei "non era ammissibile che i giovani se ne stessero a casa,magari nella stessa città accanto a mamma e papà”.I giovani,diceva Elsa,non devono essere "choosy",schizzinosi,cioè,ma accettare lavori purchè siano.Lo dicesse a quei ragazzi laureati con 110 e lode che poi trovano lavoro precario per qualche centinaio di euro in un call center.Certo,schizzinosa non è la figlia della ministra che insegna all'Università di Torino,nell'Università(tu guarda un po')dove insegnano mammà e papà.Poi fu la voltadell'altra ministra del governo Monti,Annamaria Cancellieri a ribadire le parole della collega Fornero:"i giovani vogliono avere il posto di lavoro fisso,magari nella stessa città di mamma e papà".E mica ha bisogno di stare con mammà il figlio della Cancellieri,dal momento che lui campa con la modica cifra di 3,6 milioni di euro di buonuscita incassata dal gruppo Fonsai (ex Ligresti),quei Ligresti con un po' di problemi con la giustizia,ma così tanto amici della ministra Cancellieri.Ma non basta.I giovani italiani si son sentiti dare dello "sfigato" dal viceministro del governo Monti(sempre lui)Michail Martone.Michail è invece diventato Prof. universitario giovanissimo e magari sarà pure bravo,ma insomma se hai un papà barone universitario,come quello di Michail,l'aiuto di qualche altro barone universitario amico di papà,male davvero non fa.Alla fine di tutto questo straparlare di tutti questi soggetti una certezza la ricavi:la certezza è quella di trovarti davanti a gente lontana dalla gente, che vive(benissimo)nei propri mondi dorati ma lontano dai problemi quotidiani di chi vive i drammi della disoccupazione o dei licenziamenti.E se questa mancanza di lavoro continua ad essere così alta sarà forse perché a 3 anni da quel governo tecnico in loden verde,c'è ancora in Italia una rigidità del mercato del lavoro,che né i boccaniani nè nessun job act è stato capace di eliminare.E se poi il giovanotto di Firenze,continua a gravare il bilancio statale con spese elettoralistiche in perfetto stile democristiano-Prima Repubblica,tipo 80 euro,vuol dire che messi bene proprio non siamo.Ah casa, dolce casa, com'è bello stare a casa(senza lavoro)con mamma e papà.


(L'immagine è quella della locandina del film francese "Tanguy")

23 novembre 2015

35 ANNI DOPO




Erano le 19.34 del 23 novembre 1980 quando il terremoto scosse con una forza spaventosa le terre di Campania e Basilicata.Durò  90 secondi quel terremoto.90 terribili,tremendi, interminabili secondi.Erano le 19,34 del 23 novembre 1980,di quel giorno di 35 anni fa quando,in 90 secondi,si consumò l'immane tragedia.La terra tremò in  Campania e Basilicata.E ci furono tremila morti.E ci furono novemila feriti.E ci furono trecentomila sfollati.Dopo il terremoto del 23 novembre 1980,dopo 35 anni,è legittimo chiedersi:che è accaduto dopo quel giorno?Cosa è cambiato al Sud,dopo 35 anni, dopo il terremoto del 23 novembre?Credo,temo,che la domanda sia domanda retorica.Che la risposta sia "niente" o "poco".Ma a tale domanda possono a mio avviso meglio rispondere  le parole contenute nel bel libro di Franco Compasso "Dopo il 23 novembre".Franco Compasso è stato rappresentante di spicco del Partito Liberale Italiano negli anni '70 e '80.Di quel partito fu anche parlamentare europeo.Ma ancor più Franco Compasso fu un fine intelletto culturale e sensibile studioso delle tematiche meridionalistiche,problema ormai secolare dai tempi dell'Unità nazionale ad oggi. Ecco perché mi è sembrato che le parole di Franco Compasso siano ancor oggi capaci a dire quel che è stato dopo quel 23 novembre,cos'è successo al Sud nei 35 anni dopo il terremoto,cos'è ancora oggi la "Questione Meridionale".  


DAL LIBRO "DOPO IL 23 NOVEMBRE" DI FRANCO COMPASSO



Dopo il 23 novembre:che fare per il Sud devastato dal terremoto ? Quei terribili 90 secondi hanno fatto tremare il Mezzogiorno, già sconvolto da una crisi profonda e saccheggiato da una rozza gestione clientelare del potere, ed hanno scosso il "Palazzo" già indebolito dall'infuriare della "Questione morale". Il Sud del terremoto è quello di sempre: sottosviluppo, emigrazione, assistenza clientelare. Il terremoto ha solo squarciato  i veli dell'antico malessere ed ha messo a nudo i guasti di un sistema clientelare ed arrogante,, i limiti di una classe dirigente che si è adagiata nella comoda gestione assistenziale. Il terremoto ha aggravato l'antica condizione di depressione che caratterizzava le aree interne dell'economia dell' "Osso" ed ha messo in ginocchio una economia già provata dalla crisi strutturale dell'agricoltura di sussistenza, tenuta in piedi dalle rimesse degli emigrati. Il terremoto in Campania e Basilicata ha chiamato il Paese a discutere e a decidere sull'avvenire del Mezzogiorno, a tradurre in scelte operative concrete e non più rinviabili quella centralità della questione meridionale elusa per decenni e tornata, con violenza, alla ribalta in soli 90 secondi. Emergenza e ricostruzione non sono due momenti separati. L'emergenza non può continuare all'infinito, la ricostruzione non può attendere venti anni. La ricostruzione deve tendere all'obiettivo dello sviluppo del Sud. Se vogliamo rendere operante il sentimento umano e politico della solidarietà  che tutti abbiamo sentito durante i 90 secondi dell'apocalisse che ha schiantato il Sud, dobbiamo operare perché una nuova qualità della vita prenda il posto della miseria e della disoccupazione, dell'emigrazione e della disgregazione. Solo così avremo onorato i nostri fratelli morti e reso giustizia alla disperazione dei vivi.

19 novembre 2015

I SOLONI

La solidarietà al popolo francese dopo il 13 novembre è ovvia,naturale.Eppure, guardando la tv,navigando nel web vedi degli autentici lestofanti che convintamente dicono che "è stato giusto" fare quelle "cose" a Parigi, perchè è l'Occidente che opprime i popoli islamici.Di fronte a queste affermazioni disgustose e repellenti quello che atterrisce è vedere l’animo mesto,rassegnato,arrendevole con cui i fatti di Parigi sono stati accolti dalle collettività occidentali:è stato tutto uno sfoggio di fiorellini e lumini davanti alle ambasciate di Francia;e poi bandiere francesi su Facebook e Twitter,hashtag a non finire “Je suis Paris”,la lacrimuccia che scende dall'occhietto colorato di rosso di bianco e di blu,gli inviti via sms,come catena di sant’antonio multimediale,ad accendere la candelina per ricordare i poveri angeli saliti in cielo.La mollezza occidentale è proprio qui:lacrimare sulla vicenda del 13 novembre e ignorare che invece il messaggio stragista è stato chiaro:colpire i luoghi in cui si consuma la vita "dissoluta" dell’Occidente (una partita di calcio,un concerto rock,locali dove si mangia e si beve alcool)pretendendo di portare la paura a casa nostra,di soffocare la nostra quotidianità,punire gli infedeli che non si piegano alle leggi coraniche.Nessuna percezione di quello che è avvenuto:siamo in uno scontro di civiltà,che l’Occidente sta già perdendo per la sua insipienza.Non si vuol prendere atto che da una parte ci sono orrendi e spietati aguzzini e dall’altra dei codardi di non-pensanti.Da una parte degli assassini con una strategia e dall’altra dei dialoganti che elaborano flaccide teorie nei salotti delle città dove tutto è sotto attacco:chiese,monumenti,palazzi delle istituzioni.Da una parte c'è chi combatte per i propri macabri ideali di annientamento e dall’altra "soloni" e "filosofi",che non combattono più nemmeno per difendere la propria cultura.Appartengono a varie categorie questi soloni.Ci sono i "benaltristi"(ci vuole ben altro)o i "Premessisti"(premesso che sono contro tutte le violenze).Sono i teorici del dialogo ad ogni costo(dialogare con chi?Con l'Isis?),quelli che, quando ci sono morti ammazzati come a Parigi,ti fanno ricostruzioni geopolitiche fantasiose per concludere come Michael Moore,con il solito complotto della CIA.Questi Soloni sono quelli per i quali il problema non è il terrorismo,ma Salvini che incita all’odio.Sono quelli che si preoccupano delle sorti degli immigrati clandestini che dei poveri cristi che vanno ad un concerto e non fanno più ritorno a casa.Sono quelli che,se esistono gli sgozzatori,è colpa dell’imperialismo e del capitalismo occidentale.
In realtà sul piano internazionale occorrerebbe supportare Russia e Francia;sostenere il popolo Curdo,collegare le intelligence dei vari Paesi,coinvolgere i paesi arabi per tagliare i finanziamenti all'Isis.Sul piano interno è inutile mandare qualche poliziotto in più sul territorio perché le forze dell’ordine non possono presidiare ogni angolo del Paese;i fatti di Parigi dimostrano,infatti,che gli obiettivi "sensibili" sono tanti ed è impossibile montar la guardia a tutti.E allora Schengen addio,chiudere le frontiere,perché una cosa sono i bei principi ed un'altra la necessità di salvaguardare vite umane in un momento come questo. Non c'è bisogno,invece,di aumentare le intercettazioni "ambientali":quelle no,quelle in Italia già oggi son tante,son troppe.Forse tutto questo non piacerà ai soloni del dialogo ma potrebbe consentirci di sostituire il concetto di sicurezza convenzionale,in favore di un approccio più concreto ed efficace ad un problema che convenzionale più non è. Senza sofismi e senza elucubrazioni da parte dei tanti,inutili Soloni nostrani.

07 novembre 2015

LA DEMOCRAZIA DELLA GIUSTIZIA




"Solo" 25 anni."Solo" un quarto di secolo.Solo dopo un quarto di secolo di indagini,processi,accuse,testimonianze più o meno veritiere,ricostruzioni accusatorie  romanzate,i giudici di Palermo hanno assolto l'ex ministro Calogero Mannino dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa(una fattispecie che non c'è in nessun altro codice penale al mondo)e da quella di attentato al corpo politico dello Stato,reato contestato a lui e ad altri dai giudici Ingroia e Di Matteo che ci hanno “costruito” sopra la propria carriera,professionale e politica,come fece Di Pietro ai tempi di Tangentopoli. Mannino è stato assolto PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE, cioè è stato sentenziato che il reato addebitato all'imputato formulato dai 2 PM non ha trovato riscontro nel dibattimento.Cioè,a dirla breve,Ingroia e De Matteo hanno costruito un sistema accusatorio basato sul niente.
"Solo" dopo 25 anni è arrivata una sentenza che accusa i d PM di aver avuto un’impostazione inquisitoria priva di prove,in alcuni casi addirittura inventate.Difronte al caso giudiziario di  Mannino,gli italiani dovrebbero tremare pensando a come 2 giudici hanno potuto fare i processi per sé,accanendosi come lupi feroci "annusando" come "quel" caso giudiziario avrebbe portato loro visibilità mediatica e politica.Di fronte a tutto questo gli italiani dovrebbero tremare;tremare di fronte all’arbitrarietà,alla ferocia giustizialista ed inquisitoria di giudici della specie di Ingroia e Di Matteo.Ecco perché c'è bisogno,con assoluta urgenza,di una legge sulla responsabilità dei giudici.Questa legge è indispensabile alla democrazia italiana se si pensa a quello che è accaduto,prima di Mannino,a Bruno Contrada,dirigente di polizia e funzionario dei servizi segreti del Sisde,e ai suoi 23-anni- 23,di vita devastati ed ai ben dieci anni di carcere anche lui con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.Contrada ha avuto una devastazione totale:fisica,morale,professionale e familiare che lo ha accompagnato dal giorno del suo arresto nel 1992 alla fine del 2012.Poi,dopo decenni(forse perché nemmeno a Berlino c'è un giudice e se c'è dorme per lunghi anni prima di dare diritto) ,la Corte europea gli ha successivamente dato ragione ma non ci potrà mai essere né risarcimento né “soddisfazione”. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito(dopo anni)che Contrada non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa,perchè il reato “non era sufficientemente chiaro e prevedibile”.
Quali sono le sanzioni per il giudice che sbaglia?Al massimo,lo spostamento di sede deciso dal Consiglio Superiore della Magistratura(ANM) organo di AUTOgoverno dei giudici.Ecco.AUTOgoverno.Questa parola è la prova di quanto sia spaventosamente grande e (pre)potente la Casta dei Giudici oggi in Italia.Come nel caso Saguto,per esempio,nel quale la magistrata siciliana accusata di corruzione nello svolgimento proprio delle funzioni da giudice; invece proprio il caso Saguto dimostra che non bastano "spostamenti di sedi",perché la corruttela coinvolge anche la magistratura ma intanto,a differenza dei comuni mortali,non ci sarà mai nessun giudice che condannerà un giudice per corruzione.Tutto questo accadrà fino a che non ci sarà una legge sulla responsabilità dei giudici che li faccia rispondere,come ogni altro professionista del proprio operato,limitandoli nelle loro smanie di grandezza e soprattutto negli errori,sbagli,e persecuzioni.Occorre,poi,ritornare ad una "legalità democratica",ad una "democrazia della giustizia" di un ordinamento giudiziario,di un codice penale garantista,che tuteli i diritti dell'imputato.Cancellando,ad esempio il reato di concorso esterno in associazione mafiosa - per il quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte censurato l’Italia.Ecco cosa dice quell'articolo del C.P.:“Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa si realizza quando una persona,senza essere stabilmente inserita nella struttura di un’organizzazione mafiosa, svolga un’attività(.....)che consista in un contributo per le finalità dell’organizzazione stessa”.Un reato dai mille margini di discrezionalità ed arbitrarietà interpretativa fatta ad uso e consumo del giudice.Ecco,la "democrazia della giustizia" la si conquista anche con l'eliminazione di questa assurda fattispecie di reato,usata da qualche giudice per i propri narcisismi o interessi pubblici o privati.Non si può e non si deve finire in prigione e avere distrutta la vita in base a perverse elucubrazioni giudiziarie elaborate nella mente di qualche ambizioso Torquemada della magistratura italiana.Altrimenti avremo in giro sempre qualche simil-Ingroia,che andrà dicendo,come il "vero" Ingroia ha detto:"che contano quasi trent’anni di processi ed un anno di carcerazione preventiva di un tizio di fronte all’esigenza di ricercare la verità?"


03 novembre 2015

IMMAGINI D'ITALIA















Non ci sono stato.Però pare che la manifestazione Expo 2015 svoltasi a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre,sia stata un grande successo,di immagine e di pubblico.I 20 milioni di ingressi,testimoniano un grande successo di immagine per l'Italia nel mondo,sono la dimostrazione,secondo alcuni,di quali livelli tecnologici ha raggiunto l'Italia e quale  sia l'immagine di eccellenza del nostro Paese percepita nel mondo.Per la verità c'è chi dice(i soliti incontentabili)che all'Expo non è che si sia discusso poi tanto del tema della manifestazione che era quello di:"Nutrire il pianeta,energia per la vita". Questa scelta voleva trattare delle tecnologie,dell'innovazione,della cultura,delle tradizioni e della creatività legati al settore dell'alimentazione e del cibo;ed anche dell'utilizzo delle risorse alimentari nel mondo e della loro redistribuzione fra paesi ricchi e paesi poveri.Ma a voler uscire dal "politically correct"che tutto è stato bello,a voler dire che  "il re è nudo",si potrebbe pur dire che alla fine i 20 milioni di visitatori dell'Expo è come se avessero fatto un giro tra i padiglioni di una grande Fiera mondiale,sentendo ogni tanto qualche concerto di qualche famoso artista internazionale,senza però "sentire" il filo conduttore della manifestazione.Poi il 31 ottobre,con il discorso conclusivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,Expo 2015 ha chiuso i battenti.Ma proprio negli stessi giorni,nelle stesse ore nelle quali il Presidente Mattarella chiudeva l'Expo,c'era un'altra immagine che ha portato l'Italia all'attenzione del mondo:in Sicilia,terra natìa del Presidente Mattarella,la città di Messina,è rimasta per giorni senza acqua:niente acqua negli ospedali,niente lavatrici,niente docce,niente vestiti puliti,scuole chiuse.Con il fiorire del mercato nero dell’acqua  di contrabbando.E conseguenti sconvolgimento della quotidianeità familiare,distrutta dalle ristrettezze sopportate,dal cercare soluzioni di ogni tipo,come il lavarsi a mare,trasferirsi in un'altra città,mettersi in ferie fino a quando possa garantire di non costituire un pericolo igienico sanitario per sé e per gli altri.Milano e Messina.A Milano si è parlato di tecnologie,di innovazione,di nuovi modelli di sviluppo delle società postindustriali.Già.Innovazione,tecnologie,tradizioni.Ma se a  Milano è stato un successo,se con l'Expo l'Italia ha fornito una bella immagine di capacità tecnologica e organizzativa,quale immagine ha fornito l'Italia al mondo con la vicenda di Messina?E vien da chiedersi,allora,se Messina è in Italia,nell'Italia dell'innovazione tecnica.A quale Italia appartiene Messina?Sì,perchè vedere certe cose,vedere la gente in fila con recipienti per rifornirsi d'acqua alle autobotti sembra più immagine da Paese del Terzo Mondo che da Paese tecnologicamente avanzato.O no?