Un trionfo,un indiscutibile trionfo.Nelle ultime elezioni regionali della Calabria e della EmilIa-Romagna,il P.A.I.(Partito Astensionisti Italiani)ha avuto un successo incredibile,ha praticamente raccolto più del 50% dei consensi:in entrambe le regioni più di un elettore su due non ha votato.Del resto c'era mica bisogno di sondaggi per capire,prima del voto,come sarebbero andate le cose.Hanno perso tutti, sebbene in diversa misura.Fa un bel dire il Partito democratico a twittare che ha battuto la destra 2-0.Con l’astensione quella parte d’Italia chiamata alle urne ha detto che la linea di condotta assunta dal governo per contrastare la crisi non funziona.Non è un caso se l’unico partito che possa dire veramente di aver vinto è la Lega.Perchè la Lega ha parlato ai cittadini di problemi reali, alla portata dell’uomo della strada.Altro che la riforma barzelletta del Senato.Altro che la(falsa)abolizione delle Province.La gente avverte la crisi economica in maniera violenta e mangia pane,mica riforma(?)del Senato o delle Province.Ed anche "5 Stelle" non è stato più ritenuto affidabile ai fini della protesta.Tuttavia,il dramma vero resta per il risultato di Forza Italia .Ed anche qui il risultato elettorale era ampiamente prevedibile.
Soltanto una classe dirigente cieca,come è quella attuale di Forza Italia,rinchiusa nella torre eburnea dell’autoreferenzialità,poteva non accorgersi del cataclisma elettorale che stava arrivando.Forza Italia e Berlusconi in primis,non ha saputo leggere la crisi in cui è precipitato il paese.Ma la cosa ancor più drammatica del risultato elettorale è lo stato confusionale nel quale si trovano gli esponenti del partito,che continuano a ripetere,incapaci di vedere le cose,che il crollo elettorale sia stato causato dall’inagibilità politica del suo leader.
La realtà è che il tracollo di Forza Italia è dovuto all'appoggio acritico al governo di Matteo Renzi,ad una totale mancanza di politiche chiaramente oppositive alle scelte del governo,con buona pace di Brunetta,Capezzone e Fitto,uniche "diverse" voci nel partito.Il risultato negativo è poi dovuto anche ad una legittimazione,da parte del Gran Capo,di tutta una serie di "yesmen",preoccupati della propria cadrega,ma non certo delle sorti del partito.E poi,la politica si fa seriamente,non con Dudù o le Pascale di turno. Ecco perchè è montato un senso di disaffezione,se non di ripulsa,del tradizionale elettorato di riferimento.Una stanchezza,una sfiducia generalizzata nelle virtù taumaturgiche dell'ex Cavaliere.Fino a quando non si capirà che Forza Italia deve riprendere la linea di un riformismo liberale chiamando a raccolta tutte le energie liberali già presenti nel partito(nonostante tutto pur ci sono)e quelle esterne che vivono nella sconfinata galassia liberale italiana,non ci saranno vie d'uscite:si avrà sempre e soltanto un partito che,dall'ipotizzato partito liberale di massa,sarà sempre più una insignificante ed eterea formazione politica galleggiante intorno alla cifra elettorale del 10-12% con qualche "exploit" vicino al 15%.Con buona pace di chi aveva creduto che Forza Italia potesse rappresentare la speranza per rivoltare il Paese da capo a piedi.