25 novembre 2014

IL CATACLISMA




Un trionfo,un indiscutibile trionfo.Nelle ultime elezioni regionali della Calabria e della EmilIa-Romagna,il P.A.I.(Partito Astensionisti Italiani)ha avuto un successo incredibile,ha praticamente raccolto più del 50% dei consensi:in entrambe le regioni più di un elettore su due non ha votato.Del resto c'era mica bisogno di sondaggi per capire,prima del voto,come sarebbero andate le cose.Hanno perso tutti, sebbene in diversa misura.Fa un bel dire il Partito democratico a twittare che ha battuto la destra 2-0.Con l’astensione quella parte d’Italia chiamata alle urne ha detto che la linea di condotta assunta dal governo per contrastare la crisi non funziona.Non è un caso se l’unico partito che possa dire veramente di aver vinto è la Lega.Perchè la Lega ha parlato ai cittadini di problemi reali, alla portata dell’uomo della strada.Altro che la riforma barzelletta del Senato.Altro che la(falsa)abolizione delle Province.La gente avverte la crisi economica in maniera violenta e mangia pane,mica riforma(?)del Senato o delle Province.Ed anche "5 Stelle" non è stato più ritenuto affidabile ai fini della protesta.Tuttavia,il dramma vero resta per il risultato di Forza Italia.Ed anche qui il risultato elettorale era ampiamente prevedibile.
Soltanto una classe dirigente cieca,come è quella attuale di Forza Italia,rinchiusa nella torre eburnea dell’autoreferenzialità,poteva non accorgersi del cataclisma elettorale che stava arrivando.Forza Italia e Berlusconi in primis,non ha saputo leggere la crisi in cui è precipitato il paese.Ma la cosa ancor più drammatica del risultato elettorale è lo stato confusionale nel quale si trovano gli esponenti del partito,che continuano a ripetere,incapaci di vedere le cose,che il crollo elettorale sia stato causato dall’inagibilità politica del suo leader.
La realtà è che il tracollo di Forza Italia è dovuto all'appoggio acritico al governo di Matteo Renzi,ad una totale mancanza di politiche chiaramente oppositive alle scelte del governo,con buona pace di Brunetta,Capezzone e Fitto,uniche "diverse" voci nel partito.Il risultato negativo è poi dovuto anche ad una legittimazione,da parte del Gran Capo,di tutta una serie di "yesmen",preoccupati della propria cadrega,ma non certo delle sorti del partito.E poi,la politica si fa seriamente,non con Dudù o le Pascale di turno. Ecco perchè è montato un senso di disaffezione,se non di ripulsa,del tradizionale elettorato di riferimento.Una stanchezza,una sfiducia generalizzata nelle virtù taumaturgiche dell'ex Cavaliere.Fino a quando non si capirà che Forza Italia deve riprendere la linea di un riformismo liberale chiamando a raccolta tutte le energie liberali già presenti nel partito(nonostante tutto pur ci sono)e quelle esterne che vivono nella sconfinata galassia liberale italiana,non ci saranno vie d'uscite:si avrà sempre e soltanto un partito che,dall'ipotizzato partito liberale di massa,sarà sempre più una insignificante ed eterea formazione politica galleggiante intorno alla cifra elettorale del 10-12% con qualche "exploit" vicino al 15%.Con buona pace di chi aveva creduto che Forza Italia potesse rappresentare la speranza per rivoltare il Paese da capo  a piedi.

24 novembre 2014

UN ALTRO TERREMOTO




34 anni fa,il 23 novembre del 1980,ci fu il tremendo Terremoto dell'Irpinia che provocò quasi 3000 vittime.
"FATE PRESTO" titolava il Mattino di Napoli all’indomani del terremoto,chiedendo aiuto "per salvare chi è ancora vivo,per aiutare chi non ha più nulla".Tre mesi più tardi Andy Warhol,raccogliendo l'invito dell'amico gallerista napoletano Lucio Amelio,trasformò quella prima pagina in un’opera d’arte:tre tele monumentali che riecheggiavano la grandezza del disastro,della sciagura e che richiedevano,ad alta voce,ripetutamente e disperatamente,i soccorsi:quelli materiali,quelli morali,difronte ai quali la classe politica italiana rimase però sorda.
I politici italiani,la malapolitica italiana,la stessa politica che fu però "sensibile" agli "affari"che dal terremoto potevano arrivare e che difatti arrivarono.E ci fu un altro terremoto,e ci fu un'altra tragedia.Arrivò nuovo orrore:la speculazione sulla morte,sul dolore e sul pianto della gente d'Irpinia.
In Irpinia allora,in Abruzzo poi. 


17 novembre 2014

TE LI DO IO GLI 80 EURO


All'epoca lo strombazzamento fu grande.Del resto le elezioni europee erano vicine e bisognava mostrare subito di quali meraviglie fosse capace il governo Renzi,di quali fossero,"per l'umana gente,le magnifiche sorti e progressive" con l'arrivo del Governo del fiorentino.Oltre al sommo Poeta e ben più autorevolmente del somma Poeta, ci fu anche la molto onorevole Pina Picierno a magnificare e glorificare l'opera di Matteo.Infatti in una trasmissione televisiva la molto onorevole suddetta srotolò un interminabile scontrino fiscale per dimostrare quanta roba potessero comprare gli italiani con 80 euro.Con gli 80 euro,secondo la molto onorevole Picierno gli italiani potevano campare per oltre 10 giorni.Senonchè a rompere le uova(anche queste comprate forse con gli 80 euro)nel paniere se ne vengono oggi "quelli" della CISL a dire che:"l'effetto del bonus fiscale di 80 euro voluto dal governo in busta paga è di fatto annullato dall'aumento della pressione fiscale".La tassazione locale "continua a crescere"(anche per i minori trasferimenti dallo Stato agli enti locali)quella erariale tende a spostarsi "dal reddito verso i consumi" ma "resta costante e comunque nel complesso la pressione fiscale cresce" ed "il bonus è stato compensato dall'aumento delle altre imposte".Ed il rapporto Cisl "dice" anche che se è vero che il bonus è andato  a categorie di lavoratori non certo richissime(redditi al di sotto di 1500 euro) il bonus,"ha determinato una redistribuzione a favore dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito. 
Ed allora ed alla fine,conclude la Cisl,"il bonus è stato più che compensato dall'aumento di Iva, accise e addizionali Irpef . 
 E adesso chi ha il coraggio di dirglielo alla Picierno ?  Volontari cercasi.


15 novembre 2014

NONOSTANTE RENZI





No,qui non si tratta di "banlieue".Qui si tratta della rivolta degli abitanti della borgata romana di Tor Sapienza,della rabbia della gente comune di Tor Sapienza.Quella gente che non fa rumore e non fà notizia,ma che un giorno decide di riprendersi la propria vita,scendendo nelle strade del quartiere facendo quello che mai avrebbe voluto fare:protestare e magari scontrarsi anche fisicamente,se necessario,con gli immigrati clandestini che vivono accampati in un centro di accoglienza nella zona,perchè responsabili,secondo gli abitanti,del degrado del quartiere.Non si tratta di razzismo,come si dice nei salotti radical chic della Roma bene.La realtà,invece,è che a Tor Sapienza la gente non ne può più di vedere,ogni giorno,gli immigrati clandestini aggirarsi per le strade ubriachi,che oltraggiano i passanti,che rubano,molestano le donne.Gli uomini e le donne di Tor Sapienza hanno già tanti problemi.Molti di loro non hanno lavoro e nelle famiglie c'è già tanta tensione per i drammi economici e morali della disoccupazione.Fanno fatica a sopravvivere i cittadini di Tor Sapienza è perciò non accettano che altra gente,violenta oltretutto,possa ricevere aiuti dallo Stato e quindi,per paradosso,anche da loro stessi,mentre loro,la gente di Tor Sapienza dallo Stato è abbandonata.Quello stesso Stato che invece entra nelle case e nelle vite (anche)della gente di Tor Sapienza e con la violenza di una fiscalità immorale e incivile e che toglie a chi poco ha.Quello stesso Stato che non dà tutele sociali ed economiche per aiutare chi in questo momento di crisi così tanto stenta.Quello stesso Stato che non dà  protezione e sicurezza alle persone.

E mentre tutto questo accade continua ad esserci il terzomondismo d'accatto della sinistra di governo che con superficialità,fatuità e tanta demagogia parla il "politically correct" di una "cultura dell'accoglienza" e che "impone" nei fatti,senza prima farla crescere nella coscienza della gente,una forzosa integrazione etnica destinata poi ad esplodere nell'intolleranza come sta succedendo a Tor Sapienza.Ma anche i media hanno la loro responsabilità,quando distorcono la verità facendo diventare razzisti e violenti chi in realtà tutti i giorni la violenza la subisce.Ma perchè non c'è stata prima la rivolta di Tor Sapienza?E perchè la rivolta non c'è in altre parti d'Italia,dove pure ci sono episodi del genere degli immigrati?Forse la risposta è semplice:gli italiani sono un popolo tollerante e sinceramente disposto all'accoglienza,al contrario dei tanti falsi farisaici e pilateschi governanti europei.E i fatti di Tor Sapienza sono una lezione anche per la sinistra di governo,che sicuramente non s'aspettava e che forse si è indignita all'insorgere di quella gente disperata.Sì,perchè la sinistra dei salotti romani ed anche i nuovi rampantini di Governo,come le Picierno e le Boschi e le Mogherini,piccoli ed insignificanti esserini messi lì a governare un paese culturalmente e socialmente complesso,mai avrebbero immaginato che la loro opera di terzomondismo alla "volemose bene"potesse essere respinta proprio dalle classi più povere che,secondo loro,avrebbero dovuto esprimere più facilmente la solidarietà di classe.Ed ecco che gli abitanti di Tor Sapienza divengono,per la sinistra italiana,razzisti,xenofobi e fascisti.E magari trogloditi che non hanno voluto imparare la parola "accoglienza",che invece pronunciano così bene i sinistri personaggi,standosene comodamente seduta sui sofà dei salotti romani.E come al solito le istituzioni pubbliche,amministrate dai Renzi e dagli Alfano,se la sono squagliata da Tor Sapienza(qualcuno ha visto Renzi dalle parti Tor Sapienza per cercar di cambiare verso in quel quartiere?).
Ma Tor Sapienza non sarà un caso isolato.Perchè lì è esplosa non solo la rabbia contro il degrado portato dagli immigrati,ma anche una rivolta contro il degrado della politica,contro questo Stato senza diritto nel quale la società ed il cittadino sono dimenticati dal parassitismo degli abitanti dei palazzi delle istituzioni che continuano ad arroccarsi nei propri privilegi.Anche se al governo c'è il nuovo,anche se al governo c'è Renzi.

12 novembre 2014

L'ALTRO PROCESSO



In Italia oramai le sentenze,prima e più che nelle aule dei Tribunali,si celebrano nelle piazze dinanzi al Tribunale del Popolo chiamato "pubblica opinione".E certi giudici,pur di compiacere la pubblica opinione e pur di acquistare visibilità,emettono poi proprio quelle sentenze che il Tribunale del Popolo della pubblica opinione VUOLE che siano emesse.E se queste sentenze non sono poi date,subito si alza alto e forte il grido:"Vergogna".Forse sarebbe opportuno,invece,che invece di urlare:"Vergogna" contro una sentenza di assoluzione emessa "PERCHE' LE ACCUSE NON SONO STATE DIMOSTRATE"(questa la motivazione di assoluzione degli imputati nel processo Grandi Rischi), ci si interrogasse sul modo di condurre le indagini  e delle prove portate dinanzi ai giudici,i quali,a dispetto delle condanne già emesse dall’opinione pubblica,fanno(devono fare)una valutazione sugli elementi probatori certi che a loro vengono sottoposti.Che fiducia può dare uno Stato,quale certezza del diritto si potrebbe più avere,di quale "giusto processo" si potrebbe più parlare se si seguisse il sentire generale senza valutare le prove?Che significato avrebbe più il diritto costituzionalmente garantito alla difesa in ogni grado e stato del giudizio che costituisce così tanta parte della nostra democrazia?

Detto questo, all’Aquila,in realtà,ci sarebbe dovuto essere un processo che nessuno ha mai aperto.E non è un processo alla Commissione Grandi Rischi quello da farsi,ma un procedimento nei confronti di ben altri soggetti che dovrebbero sul banco degli imputati:quegli imputati sono coloro i quali permisero che la città arrivasse così impreparata a un terremoto come quello del 6 aprile,in una zona,oltretutto,ad alta sismiscità come quella regione dell’Abruzzo.Basti pensare che la prima brochure per la popolazione sul rischio sismico è arrivata tre anni dopo il terremoto è stata preparata,stampata e diffusa dal sindaco solo dopo due anni dal terremoto.
in occasione della sentenza di primo grado, venne sollevata anche un’obiezione che coloro che gridano“Vergogna” non possono ignorare: “Quale scienziato vorrà esprimere la propria opinione sapendo di poter finire in carcere?”,si leggeva in un comunicato dell’Istituto di geofisica e vulcanologia.“La sentenza di condanna di L’Aquila rischia,infatti,di compromettere il diritto/dovere degli scienziati di partecipare al dialogo pubblico tramite la comunicazione dei risultati delle proprie ricerche al di fuori delle sedi scientifiche,nel timore di subire una condanna penale. Condannare la scienza significa lasciare il campo libero a predicatori che millantano di sapere prevedere i terremoti, rinunciando di fatto al contributo di autorevoli scienziati”.Già,è proprio così.Senza contare poi un altro fatto.Se gli scienziati chiamati a "prevedere" i terremoti danno l'allarme e poi l'evento sismico non avviene,gli stessi scienziati potrebbero teoricamente essere condannati a rispondere per il reato opposto e cioè quello di "procurato,falso allarme"(Art. 658 del Codice Penale).E allora il vero processo che va celebrato è un altro.Le indagini dovrebbero ricomprendere tutte le autorizzazioni a costruire date da quegli amininistratori locali nei decenni precedenti,anche da quei sindaci che,con il loro comportamento clientelare,hanno permesso alla città di sgretolarsi sotto l’effetto del terremoto del 6 aprile 2009.Se le case, gli edifici e le infrastrutture aquilane avessero retto e fossero state a norma, infatti,non ci sarebbero state le 309 vittime che invece ci sono state.Ma un processo così sembra ben lontano dall’essere celebrato.

11 novembre 2014

SAN MARTINO


El Greco: San Martino divide il mantello con un mendicante
11 novembre festa di S.Martino, Vescovo di Tours


San Martino divide il mantello con un mendicante (Dipinto autografo di
El Greco,nome d'arte del pittore,scultore ed architetto greco Dominikos Theotokopoulos)


02 novembre 2014

QUEI 18 SASSI


Il 2 novembre 1975 moriva sul litorale romano,nelle drammatiche circostanze che tutti conoscono,Pier Paolo Pasolini.Poeta,scrittore,regista,critico letterario,saggista,fu una delle più belle espressioni della cultura italiana.Nel posto in cui fu ritrovato il corpo vennero posti 18 sassi che in origine,prima che in quel luogo fosse costruito il monumento a lui dedicato delimitavano in un ovale il luogo della sua fine.
E 30 anni fa,il 31 ottobre del 1984,moriva Eduardo De Filippo,un'altra delle più grandi voci del teatro italiano.
Eduardo De Filippo e Pier Paolo Pasolini avevano tanto in comune:genialità,arte,poesia.E avevano anche una grandissima stima reciproca.A dimostrazione di ciò,Eduardo sentì il bisogno di scrivere una poesia per Pasolini all'indomani della sua morte:

PIER PAOLO
di EDUARDO DE FILIPPO
Non li toccate
quei diciotto sassi
che fanno aiuola
con a capo issata
la «spalliera» di Cristo.
I fiori,
sì,
quando saranno secchi,
quelli toglieteli,
ma la «spalliera»,
povera e sovrana,
e quei diciotto irregolari sassi,
messi a difesa
di una voce altissima,
non li togliete più
Penserà il vento
a levigarli,
per addolcirne
gli angoli pungenti;
penserà il sole
a renderli cocenti,
arroventati
come il suo pensiero;
cadrà la pioggia
e li farà lucenti,
come la luce
delle sue parole;
penserà la «spalliera»
a darci ancora
la fede e la speranza
in Cristo povero.
[1975]