34 anni fa,il 23 novembre del 1980,ci fu il tremendo Terremoto dell'Irpinia che provocò quasi 3000 vittime.
"FATE PRESTO" titolava il Mattino di Napoli all’indomani del terremoto,chiedendo aiuto "per salvare chi è ancora vivo,per aiutare chi non ha più nulla".Tre mesi più tardi Andy Warhol,raccogliendo l'invito dell'amico gallerista napoletano Lucio Amelio,trasformò quella prima pagina in un’opera d’arte:tre tele monumentali che riecheggiavano la grandezza del disastro,della sciagura e che richiedevano,ad alta voce,ripetutamente e disperatamente,i soccorsi:quelli materiali,quelli morali,difronte ai quali la classe politica italiana rimase però sorda.
I politici italiani,la malapolitica italiana,la stessa politica che fu però "sensibile" agli "affari"che dal terremoto potevano arrivare e che difatti arrivarono.E ci fu un altro terremoto,e ci fu un'altra tragedia.Arrivò nuovo orrore:la speculazione sulla morte,sul dolore e sul pianto della gente d'Irpinia.
In Irpinia allora,in Abruzzo poi.
I politici italiani,la malapolitica italiana,la stessa politica che fu però "sensibile" agli "affari"che dal terremoto potevano arrivare e che difatti arrivarono.E ci fu un altro terremoto,e ci fu un'altra tragedia.Arrivò nuovo orrore:la speculazione sulla morte,sul dolore e sul pianto della gente d'Irpinia.
In Irpinia allora,in Abruzzo poi.
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