10 maggio 2024

200 DALLA PRIMA DELLA NONA


Era la sera del 7 maggio 1824 quando a Vienna Beethoven, benché ormai afflitto da sordità totale, diresse personalmente la prima esecuzione della IX Sinfonia destinata a diventare una delle più grandi e immortali opere della Musica di ogni tempo.Beethoven la diresse con il supporto del direttore del teatro. Il numeroso pubblico in sala accolse la Sinfonia con grandissimo entusiasmo e acclamò il compositore con cinque standing ovation, tributandogli oltre agli applausi, che lui non poteva sentire, un gioioso e accorato sventolio di fazzoletti bianchi.

Nasceva così una delle opere più amate della storia della musica, un capolavoro che ha attraversato indenne duecento anni di esecuzioni.Attraverso i quattro movimenti di cui è composta,la 9 Sinfonia di Beethoven è come se ci conducesse dal buio alla luce, dal caos alla pace, da uno stato di affanno e angoscia attraverso un percorso di speranza che sfocia nella gioia.Quella gioia che esplode nel movimento corale conclusivo,forse il brano musicale più noto di Beethoven, sulle parole dell’inno di Friedrich Schiller An die Freude - “Alla gioia”,poi adottato come inno dell'Unione Europea.

Davanti alla grandezza di quest’opera di Beethoven ci si sente piccoli e comunque affascinati e coinvolti, come sempre avviene quando si resta attoniti difronte alla grandiosità del talento di cui sono capaci certi uomini e pensando a che livelli può elevarsi la grandezza del pensiero umano.Eppure,e nel contempo,ascoltando l’Inno alla gioia ci rendiamo conto che Beethoven ha cercato di essere semplice,di coinvolgere tutti e ognuno,di parlare con un linguaggio che chiunque potesse comprendere,di lanciare un messaggio universale che riecheggiasse nei tempi a venire.

A intonare questo canto è l’umanità stessa,pur nella sua  imperfezione e fragilità,spinta dal desiderio interiore di essere migliore,di elevarsi al di sopra delle proprie miserie in un abbraccio di fratellanza e di gioia comune.Quanta attualità riveste questo messaggio difronte alle tragedie e agli orrori alle quali in questi giorni nostri stiamo assistendo.

Difronte a quest'opera immensa e grandiosa non si possono che ricordare  le parole pronunciate da Michail Bakunin a Richard Wagner:

" Se ogni specie di musica dovesse essere condannata a sparire nella conflagrazione universale, noi, anche con pericolo della vita, dovremmo salvare questa sinfonia "



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