03 marzo 2024

NEMMENO LA MORTE GLI BASTAVA









Ed infine,dopo 10 giorni dalla morte,la salma di Aleksej Navalny è stata consegnata alla sua famiglia.E se ciò è stato possibile è stato soprattutto per il disperato coraggio di quella donna,Ludmilla,la madre di Aleksej,che sfidando le minacce del regime è riuscita a farsi ridare quel corpo,facendo ricordare a molti Re Priamo che richiese il corpo di suo figlio Ettore ad Achille  che quest'ultimo aveva ucciso.

Ma proprio questo fatto sottolinea quale sia l’importanza del corpo come significato e simbolo di una lotta politica.Anche Marco Pannella,ad esempio,sacrificando il proprio corpo con i suoi scioperi della fame,diede visibilità,in un epoca dominata dalle ideologie,alle sue battaglie sul divorzio,l'aborto,i diritti degli omosessuali,la fame nel mondo e il fine vita.

Navalny era uomo di bella presenza,il viso espressivo,aveva una grande padronanza dei meccanismi della Rete attraverso la quale riusciva a portare avanti la propria battaglia con la denuncia del regime corrotto e violento di Putin.Egli infatti aveva compreso che oggi è la Rete che con l'immagine,il corpo e la raffigurazione delle cose riesce a dar forza parole e idee.

Ed è stato proprio il passaggio online, prima con un blog e poi su Twitter,Facebook,Instagram e le inchieste pubblicate su YouTube,a rendere l’attivista Navalny un fenomeno di massa,l'icona dell’opposizione a Vladimir Putin, capace di parlare a settori diversi della società russa.

Successivamente le fotografie di Navalny in piazza tra i suoi sostenitori aumentarono enormemente la sua esposizione mediatica,riuscendo così a coinvolgere tanta gente,nonostante il terrore imposto da Putin,capovolgendo anzi proprio sul suo sistema autoritario tutto il fango e le infamità dei media ufficiali e delle autorità del regime russo,irritate prima,inferocite poi da questa capacità mediatica.

In tutti questi anni Vladimir Putin non ha mai fatto il nome di Alexey Navalny, anche quando quest'ultimo ha reso evidente la corruzione del regime,nè,tantomeno,dopo l’avvelenamento subito.Lo zar del Cremlino pensava così di ridurre la sua figura a qualcosa di trascurabile,insignificante,irrilevante per lui che non aveva tempo per un cittadino qualunque,lui che parlava con i leader mondiali.“Chi ha bisogno di lui?”,rispose Putin sprezzantemente una volta a una domanda di un giornalista.

Ed invece è stata proprio quell’immagine di cittadino qualunque a far guadagnare autorevolezza morale a Navalny,che prima dell’avvelenamento si muoveva appunto come cittadino qualsiasi,andava in metro e a fare anche la spesa.

Così,l’essere stato una presenza impossibile da piegare, indisponibile al compromesso,ha reso possibile veder protestare in quelle manifestazioni di piazza uomini e donne, spesso molto giovani, di orientamento diverso, perché tutte vedevano in Navalny una possibilità di poter esprimere la propria contrarietà e ha reso la sua figura un catalizzatore, un punto di riferimento per tanti.

Ecco perchè il corpo è stato restituito solo dopo 10 giorni.Il regime vedeva con terrore nel corpo di Navalny morto ancora una minaccia,temeva che anche da morto Navalny potesse(come poi difatti è avvenuto alla celebrazione dei funerali)dar voce alla contestazione e al dissenso:perchè per i regimi dispotici anche i corpi senza vita possono essere testimonianze dell’ingiustizia e segnali di ostinata sopravvivenza di tutto ciò che l’esercizio della forza bruta del potere pure non riesce a sopprimere.Così Navalny anche da morto è restato ciò che era stato da vivo,cioè simbolo di una battaglia per la libertà.

Il regime temeva che il silenzio imposto con la morte a quel corpo non poteva bastare per sopprimerne anche le idee.Ed allora la strategia voleva essere l'occultamento.E,tuttavia quello stesso corpo è sfuggito a ogni tentativo di nascondimento e le idee che quel corpo aveva con grande coraggio sempre espresso,contro quel regime corrotto,violento e brutale continuano ad esserci.

Il corpo è la sede più intima della persona umana e il fondamento della sua dignità e,di conseguenza,fonte dei diritti fondamentali dell’individuo.Ma il tiranno,anche se usa i metodi più brutali non potrà mai sopprimere quella cosa immensa che è la grandezza della soggettività umana.E così anche Vladimir Putin,dopo aver fatto uccidere Navalny(così come già aveva fatto con Anna Politkovskaja)ne ha negato il corpo per più di una settimana,tentando di controllare la salma del suo principale oppositore, al fine di far tacere anche quel cadavere capace di rivelare l’impotenza della dittatura nei confronti dell’estrema vitalità di un corpo morto.

Ma alla fine Putin si è dovuto arrendere:ha restituito il corpo ai suoi cari che hanno potuto celebrarne il funerale.Doveva essere un funerale "nascosto",lontano dagli occhi della gente e delle tv.Eppure Alexey Navalny,chiuso nella bara è riuscito nel suo ultimo miracolo: mostrare al mondo l'altra Russia, quella che dice e vuole il contrario di quello che dice e vuole Putin.La Russia fuorilegge, quella che non si vede perchè repressa con la forza della polizia è accorsa a quel funerale e si è stretta attorno all'uomo che aveva dato speranze.Forse sembrerà solo una rivincita,amara e insignificante,eppure è stato qualcosa di sensazionale vedere quelle migliaia e migliaia di persone che sfidando la polizia, le telecamere con riconoscimento facciale e il rischio della prigione,hanno ritenuto loro obbligo morale andare a porgere l'estremo saluto all'uomo che lottò anche per loro.

Così i funerali di quell'uomo morto son divenuti momento di libertà, in cui è venuta meno anche la paura,e in tanti hanno scandito le parole di Navalny:"L'amore è più forte della paura" e "La Russia sarà libera",anche se adesso nel buio di questi giorni russi tutto questo appare come un sogno impossibile.

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