"Per avere la pace non si devono più fornire armi all'Ucraina".Questo il trito refrain ripetuto decine e decine di volte da politici,giornalisti,intellettuali e accademici di destra e di sinistra e financo da qualche prelato,in dibattiti più o meno seriosi in teatri,università o in quei talk show sguaiati che offrono visibilità e palcoscenici televisivi a gente in realtà senza arte nè parte.Davanti a tutta questa compagnia da avanspettacolo davvero non si riesce a trovare qualcuno disposto a parlare chiaro e a dire che le azioni criminali che le autorità russe stanno facendo in Ucraina è qualcosa che prima di oggi solo Hitler e Stalin avevano osato fare?Magari auspicando anche un tribunale per giudicare le loro colpe?Perché qui non si tratta della guerra che Putin ha scatenato il 24 febbraio.La guerra é sempre e comunque qualcosa di orribile e non ci saranno mai "regole",per renderla meno "brutta".Nulla e nessuno,ad esempio,riuscirà mai ad impedire ad una delle parti in guerra l’uso di un’arma cosiddetta "proibita"(tipo le bombe a grappolo che i russi infatti impiegano con la massima disinvoltura).
Qui,però,si tratta di cose diverse che con la guerra non c’entrano nulla. Qui si tratta di decine e decine di casi di feroci uccisioni fatte per rappresaglia di civili ucraini inermi,massacrati per strada come bestie,al di fuori di qualunque scontro militare in atto. Di sparizioni nel nulla (quindi di presumibili soppressioni) di autorità locali delle città ucraine occupate dalle forze di Mosca.Qui si tratta di un feroce e radicale tentativo di "deucrainizzazione" di tutti i territori occupati,di cancellazione di quel Paese dalla faccia della Terra,fatta mediante la proibizione di libri in lingua ucraina che vengono bruciati e distrutti,proprio così come faceva il nazismo,oppure col divieto di istruzione nelle scuole secondo i programmi fin qui adottati,di soppressione di tutti i mezzi di comunicazione(radio,tv,telefonia).E si tratta addirittura di un fatto orrendo e criminale,di una crudeltà inimmaginabile,ripugnante ad ogni animo umano,e cioé la deportazione in Russia di centinaia di migliaia di bambini ucraini(c’è chi dice che sono già trecentomila)Per quale fine poi?Privare di forze future il nemico?Per "rieducarli" secondo i ben noti sistemi putiniani?Per darli in adozione?
Facile immaginare le tesi dei putiniani fintopacifisti italiani:tutte "fake nws",bieca propaganda occidentale,immagini e informazioni costruite ad arte dagli ucraini,come ad esempio,ebbe a dire il giornalista Toni Capuozzo sulla strage di Bucha.E invece no.Per ognuna di questi orrori compiuti dai russi vi sono troppe notizie circostanziate dalla stampa,troppe prove raccolte dai tanti inviati dalle tv di tutto il mondo sul campo,troppe testimonianze dirette,perché si possano avere dubbi.La verità é solo una:nei territori dell’Ucraina che occupa,Putin sta mettendo in atto una vera e propria pulizia etnica,una politica di tipo genocidiario mirante alla cancellazione di fatto dell’identità nazionale di quel popolo.Una "politica" già messa in atto a Grozny con i ceceni,del resto.Una politica simile a quella che la Germania nazista mise in atto durante la Seconda Guerra mondiale nella parte di Polonia occupata che intendeva annettere.
E allora se questo è vero(ed é vero,signori putinisti italioti)bisogna pure dire che è inutile,ipocrita addirittura,che un Paese coltivi in tutte le occasioni la sua memoria antifascista,celebri ogni santo 27 gennaio "la giornata della memoria",che continui ad evocare le colpe di chi,contro le infamie del totalitarismo nazifascista,"doveva parlare ma non parlò",e gridare solennemente che questo non dovrà essere MAI PIU'.E' inutile fingere di indignarsi solo nei giorni "consacrati" del 27 gennaio,del 25 aprile e del 1 maggio,se poi oggi si assiste ad un sostanziale silenzio su quanto sta accadendo dalle parti del Donbass e dintorni.
Sì,questo é quello che accade oggi in Italia.Su queste cose non parlano e non dicono in tanti oggi in Italia,forse perché tropo presi dal loro supposto impegno pacifista.Bisogna invece chiedersi come è possibile che nel nostro discorso pubblico culturale e religioso(certo,anche quello religioso)ci siano tanti soggetti così tanto avvezzi a parlare di rispetto dei diritti umani,di legalità,solidarietà e giustizia,che poi,però,sull'Ucriana preferiscono discettare di una "pace" teorica(magari fatta sulla pelle degli ucraini,pretendendo la loro resa unilaterale,proprio come la Russia vorrebbe)senza,di fatto,dir nulla sui crimini e le barbarie che la Russia sta commettendo in Ucraina.
Invece,proprio se una pace vera si vuole avere e se vogliamo riempire di significato e di forza quel MAI PIU' che ogni anno retoricamente pronunziamo,è invece proprio di quei crimini e di quelle mostruosità che si deve parlare,che poi é solo il minimo che si può fare.Perché anzi é doveroso fare anche di più,non limitarsi solo a parlare.Agire,per esempio,per sollecitare gli organi di giustizia internazionale ad attivarsi per raccogliere prove e nomi di sospetti criminali russi,di responsabili russi,da trascinare un domani in giudizio con le loro mani ancora sporche di sangue,come si fece 80 anni fa in una città tedesca di nome Norimberga.