29 maggio 2022
LA MORTE DELLA CIVILTA'
23 maggio 2022
IL CORAGGIO DELLE SCELTE
A 30 anni da Capaci,se vogliamo davvero onorare la memoria di Falcone,dobbiamo imparare e replicare la sua lezione.Non rassegnarci,anzitutto.Non rassegnarci,non adeguarci a ciò che per tanti,per troppi é divenuta quotidiana "normalità".Quei tanti,quei troppi che frodano,imbrogliano,prendono tangenti stando nella politica,nella società,nelle istituzioni e nei partiti.Perchè poi l'illegalità e il malaffare non si espande solo per le minacce della mafia,ma anche per gli stili di vita e i modelli economici e sociali cui guardiamo per vivere tra gli agi.Ecco.Occorre il coraggio di fare scelte,anche di rinunciare,per "fare sempre il proprio dovere,qualsiasi sia il sacrificio da sopportare".Proprio queste erano le parole di Giovanni Falcone.Proprio questo l'esempio che ci ha lasciato.Questo esempio s'ha da riprendere,per non farlo finire a Capaci.
"Che le cose siano così, – diceva Falcone – non vuol dire che debbano andare sempre così.Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e cambiare,c’è un prezzo da pagare.Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.
E' questa deriva,questa pigrizia mentale che ci fa rassegnare e adeguare.Repingerla e re-agire é l'impegno che ognuno di noi,nella propria vita,deve prendere per onorare veramente e degnamente Giovanni Falcone.E dopo toccherà allo Stato fare la propria parte.30 anni fa Giovanni Falcone ci ha lasciato una responsabilità di grande impegno,che però é anche un modello di bellezza della vita che non si può disattendere.Falcone aveva ragione:"possiamo sempre fare qualcosa".
20 maggio 2022
IL CIRCO BARNUM
Questa guerra della Russia all’Ucraina e all’Occidente è un fatto storico che determinerà modificazioni storiche,politiche ed economiche epocali,la cui tragicità sarà davvero percepita solo tra qualche tempo.Ma intanto in Italia continua il solito,mediocre teatrino dell’inquinamento informativo e del dirottamento del dibattito pubblico verso la solita narrazione cospiratoria,con il dibattito sulla guerra in Ucraina che ha sostituito quello sul Covid.
Così le piattaforme mediatiche e digitali,che per 2 anni hanno presentato la pandemia come un esperimento politico pianificato e i vaccini come strumento di biopolizia,oggi riscrivono,nel migliore stile putiniano,la vulgata sull' "Operazione speciale" in Ucraina.Quasi a ricopiare la favola di Fedro:"Il lupo e l'agnello",dando ovviamente ragione al lupus superior(la Russia)per gli oltraggi subiti dall’agnus inferior(l’Ucraina).
Ma a far male al principio e al mestiere della libera stampa non sono solo i piazzisti delle verità alternative,tipo i Borgonovo o i Belpietro,gli Orsini o i Freccero,o gli inviati della Rai a Mosca che sembrano essere piuttosto capi ufficio stampa di Putin(vero Mark Innaro?).C'é una disinformazione paurosa in quel gran circo Barnum di trasmissioni tv,ridotte a palcoscenico di personaggi onnipresenti ma improponibili nella lotta nel fango di clown,nani e ballerine.Ognuno di loro con i propri protagonismi,narcisismi e padreternismi.Tutti con i loro "dubbi legittimi",tutti pronti a chiedersi :"quello che c’è dietro" e "cosa non ci dicono",a cominciare dal direttore dell' "Avvenire",Tarquini e giù,giù(molto giù)alla filosofa Di Cesare,Sgarbi,Giordano,e Capuozzo.
Così di questa guerra se ne parla su giornali e tv come si è parlato per due anni di Covid,tra negazionismi e scandalismi,cospirazioni e dittature etico-sanitarie.Insomma si parla di una rappresentazione propagandistica e contro-propagandistica della guerra,che non ha praticamente relazioni con la sua realtà,con quello che i cittadini hanno veramente da conoscere della Russia di Putin dopo che per 20 anni dall'occupazione della Crimea,gran parte della politica italiana ha passato il tempo a negare o a relativizzare la sfida putiniana e a mantenere rapporti e connubi interessati con il despota russo.Di questo l’informazione e l'intellettualità italiana,quella così tanto rispettabile,così tanto scientifica e studiata continua a discutere:della benzina sul fuoco americana e delle armi all'Ucraina e dell'espansionismo della Nato e bla,bla,bla e domani si ricomincia.
Tutti questi sproloqui e dilavamenti parolai erosivi della verità sono solo un espediente per non guardare il fondo dell’abisso con gli orrori di Bucha e delle tante altre Bucha ancora sconosciute.Tutti questi distinguo evitano di porsi le domande fondamentali sulla responsabilità politica del dramma ucraino;del rapporto tra la violenza e l’obbedienza,tra libertà e potere dittatoriale.Senza il coraggio di guardare il senso vero della tragedia,non si può poi avere la pretesa di raccontare quello che veramente sta accadendo in Ucraina.E neanche di quello che sta accadendo in Italia sul piano economico e sociale e nelle aree più povere del mondo dove la mancanza del grano ucraino sta portando ad una spaventosa crisi alimentare ed umanitaria.
Se questa é il modello informativo oggi in Italia,non ci si può stupire se gli italiani siano inclini a pensare che per propiziare la pace sia meglio disarmare questi ucraini che,uffà,ma perchè sono così cocciuti a difendersi e non decidono finalmente di arrendersi ? Se,come vorrebbero Vittorio Feltri o Silvio Berlusconi,vecchio amico di Vladimir,si arrendessero e accettassero le,chiamiamole così,"proposte" di Putin,tutto finirebbe e tutti vivremmo felici e contenti.
In realtà la cattiva coscienza giornalistica e di conseguenza la falsa e controfattuale informazione di media e talk televisivi é lo specchio della cattiva coscienza politica,dei meschini calcoli elettoralistici di chi smercia e conforta l’illusione che le cose per noi si possano aggiustare stando a guardare e chiamandosi fuori dal conflitto,e che si possano tirar fuori i vecchi slogan pacifisti autoproclamando la pace nazionale di una guerra internazionale i cui effetti riguardano tutti,ma proprio tutti,negazionisti e menefreghisti compresi.
17 maggio 2022
LA "FATICA" DELLA DEMOCRAZIA
09 maggio 2022
UN POPOLO E LA SUA LIBERTA'
Avendo appreso la notizia di un suo necrologio,lo scrittore Mark Twain mandò un telegramma all'Agenzia che lo aveva pubblicato(l' "Associated Press")nel quale,con il suo solito sarcasmo,scriveva:"Spiacente deludervi,ma la notizia della mia morte è grossolonamente esagerata".Ecco,parafrasando questa frase del grande scrittore americano,si potrebbe dire a tutta quella bella compagnia di giro che Michele Santoro ha radunato al teatro Ghione di Roma e sulla piattaforma televisiva iperpopulista ByoBlu:"Spiacente di deludervi,ma la notizia della morte dell’informazione libera in Italia è grossolanamente esagerata".Perchè poi è questa la narrazione che vorrebbe accreditare tutta una certa "elite" culturale,giornalistica e universitaria:fino ai ieri sulla pandemia,oggi con la guerra dell'Ucraina.Ma una mente appena appena aperta e libera da pregiudizi non può non rilevare che in nessun paese occidentale come in Italia le tesi più ardite e strampalate sono presenti in ogni talk show,o meglio trash-show,che hanno come protagonisti i personaggi più narcisisti e mattoidi,i complottisti più esagitati,i conduttori più felici di fare caciara per qualche zerovirgola di ascolto in più piuttosto che di dare informazioni attendibili e verificate.
Il risultato è,com’è avvenuto già con la pandemia,che tutte le tesi risultano avere pari dignità,per cui ogni falso storico,che volumi di studi hanno ampiamente smentito,viene presentato come un’opinione legittima:il complotto ebraico mondiale,Hitler che era ebreo,la terra piatta,i Protocolli dei Savi di Sion,i vaccini che uccidono,il falso sbarco sulla luna.Sono questi i mali(ormai annosi)dell’informazione italiana,che comunque non ha bisogno di nuove regole,divieti e gabbie,ma "solamente" di un modo di informazione buona che scacci quella cattiva.Di questo ha bisogno l'informazione italiana più che di serate al teatro Ghione,di sguaiati cannoneggiamenti verbali di un Borgonovo o di un Orsini difronte ai bombardamenti(quelli drammaticamente veri)dei russi sull'Ucraina.
In occasione della guerra,come prima per il vaccino e il green pass,é così cresciuta una bolla mediatica che unisce intellettuali come Freccero,Canfora,Mattei,Cacciari con il M5S di Conte e del loro organo di stampa,il "Fatto Quotidiano" di Marco Travaglio e l’estrema sinistra con aree del pacifismo cattolico,come quella del direttore dell'Avvenire Marco Tarquinio.Il bello é che poi tutti costoro vengono a trovarsi in una oggettiva convergenza con il nemico per eccellenza Matteo Salvini,ma comunque tutti accomunati da un "idem sentire" antieuropeista,antioccidentale e antiamericano.
In questi giorni circolano in Italia vari sondaggi che rilevano una spaccatura a metà del Paese sull’invio delle armi ai combattenti ucraini.Ciò significa che la linea di conflitto sul conflitto passa nelle famiglie,tra gli amici,i conoscenti:un déjà-vu già visto per vaccini e greenpass.In realtà la vera bussola d'orientamento dovrebbe sempre razionalmente riguardare i valori fondanti dell'Uomo:la vita e la morte,la libertà e l’oppressione,la pace.E sarebbe anche opportuno un richiamo di Storia,per ricordare che se è vero che le divisioni sul tema della guerra si sono già presentate nei tempi passati,è anche vero che se avessimo seguito Neville Chamberlain e non Winston Churchill,Charles Lindbergh e non Franklin Delano Roosevelt oggi il tanto vituperato occidente non vivrebbe in democrazia ma nella distopia raccontata da Philip Roth nel suo "Complotto contro l’America" o da Philip K. Dick nel suo classico "La Svastica sul Sole" ,opere nelle quali a vincere erano i pacifisti di allora e a dominare il mondo erano nazisti e giapponesi.
E dunque il non fornire armi all'Ucraina,così come la tragicomica compagnia del Teatro Ghione pretenderebbe,sembra assomigliare ad una pax romana,quella pax,cioè imposta da un dittatore con la forza,come appunto la "Pax Augustea" era.La sinistra intellettualità italiana non ha invece mai fatto sentire(tranne rare eccezioni)la propria indignazione sull'invasione sovietica della Cecoslovacchia nel '68,nemmeno davanti alla torcia umana di Ian Palach.E le richieste di non fornire le armi ad un popolo sovrano che lotta per la propria libertà non pare siano mai state fatte dagli odierni pacifisti italiani,quando l'URSS riforniva di armi il popolo vietnamita che lottava per la propria libertà.All'epoca in tutto il mondo ogni giorno sì manifestava(giustamente)contro la guerra dell'America in Vietnam.Ed è proprio qui,per Santoro & Co. che é l'inghippo,come direbbe il Sommo Bardo:oggi come ieri un popolo ha diritto a difendere la propria Terra,la propria libertà e la propria indipendenza con le armi,come il Vietnam ieri e l’Ucraina oggi.Punto.