Di questa aggressione della Russia all'Ucraina,è singolare la narrazione che ne fanno certi intellettuali italiani(sia di sinistra che di destra)tutti radunati sotto le bandiere del "neneismo"(né con Putin,né con la Nato).Per carità;son tutti neopacifisti e non interventisti ma alla fine son tutti espressione di un unico,comune sentimento antioccidentale nutrito in entrambi gli schieramenti ideologici.C’è infatti,una oggettiva convergenza tra il "partito" dell'intellettualità di sinistra dei Canfora,Montanari e De Cesare e quello di destra dei Cardini,Veneziani e Borgonovo.Entrambi accusano l’Occidente di avventurismo per il sostegno alla causa ucraina:l'Italia starebbe dando troppo generoso appoggio all'Ucraina,nonostante che essa sia destinata ad una sicura e(per loro)auspicata sconfitta,stante la superiorità dell'esercito russo.I "neneisti" di destra e sinistra guardano alla mattanza ucraina come a una vendetta della storia contro la tracotanza occidentale,confermando,così,i loro pregiudizi sulla inevitabile decadenza dell’ordine politico liberal-democratico(proprio quello che diceva Putin nella famosa intervista al "Financial Times,quando definì "l'idea liberale obsoleta,che ha esaurito il suo scopo").Così,accomunati dall’odio per l’Europa e la democrazia,tutti questi maitre a penser nostrani,freschi reduci dalle battaglie di libertà no vax e no green pass,si battono ora per una riduzione in schiavitù degli ucraini.Se vince Putin,perdono Draghi,Macron e von der Leyen e tanto a loro basta.
E' folta la schiera di questa intellettualità,fatta di "pacifisti ad oltranza e a prescindere".Sono quelli della serie:"Meglio non dar armi all'Ucraina se non si vuole aumentare la carneficina".Sono quelli che"è meglio che gli ucraini si arrendano perchè i russi sono molto più forti".Così,seguendo la loro narrazione,anche il popolo inglese avrebbe dovuto arrendersi ad Hitler quando i bombardamenti nazisti radevano al suolo le città britanniche,come Coventry,ad esempio(nella foto sotto il primo ministro inglese Churcill tra le rovine della cattedrale di Coventry,dopo un bombardamento della Luftwaffe)
Sono quegli intellettuali che dai comodi divani dei salotti radical chic pontificano:"sono affari dei superstiti di Kiev e dei disperati di Mariupol".Eh,già.Mariupol,la città martire dell'Ucraina,rasa al suolo dalla ferocia beluina dei mille bombardamenti russi che non hanno risparmiato neanche i neonati.Mariupol,la Guernica del XXI Secolo.Lì si sta consumando una nuova Holodomor.Holodomor in ucraino significa "infliggere la morte mediante la fame".E con una Holodomor fu consumato il genocidio che Stalin fece di 6 milioni di ucraini,negli anni 1932/1933.Gli ucraini subirono quella orrenda pena,perché accusati di opporsi al sistema della collettivizzazione.Le risorse agricole furono requisite e la popolazione affamata.Un quarto della popolazione rurale,uomini,donne e bambini,sterminata per fame.I cadaveri giacevano per strada senza che i parenti,anch'essi ormai in fin di vita,avessero la forza di seppellirli.La carestia determinò,insieme all'annientamento dei contadini,lo sterminio delle élites culturali,religiose e intellettuali ucraine,tutte categorie considerate "nemiche del socialismo”.
“The Year 1933”(sopra),fu il primo quadro sull'Holodomor,fatto dal pittore ucraino Viktor Tsymbal.La madre affamata in abiti ucraini porta il figlio ucciso dalla malnutrizione,mentre corre tra le nuvole verso il Cielo
90 anni dopo l'orrore si ripete.Si ripete nella metropolitana di Mariupol,dove donne,anziani e bambini si sono rifugiati per salvarsi dalle bombe,ma dove ore sono al freddo,senza cibo e acqua,e senza possiblità di essere soccorsi dalle Organizzazioni umanitarie internazionali,avendo i russi negato l'accesso a quei luoghi.Ma questo cosa importa ai tanti pacifisti e "neneisti" di casa nostra?Ad esempio cosa importa allo storico Luciano Canfora,un ex bolscevico in sonno,per il quale "Putin ha ridato dignità alla Russia,contro potenze prevaricatrici come l'Ucraina".Per lui la Storia non può farsi distrarre dal bombardamento all'ospedale pediatrico di Mariupol,dove sono morti bambini e partorienti.E non si può stare a sentire le "interviste ai passanti"(che poi sarebbero i profughi che fuggono dalle bombe)che secondo il professore non dicono niente della responsabilità della guerra,che,ovviamente è dell'Ucraina.
E poi c'è lei.C'è la filosofa Donatella Di Cesare,quella che quando la vedi,con quella puzzetta al naso sembra che dica:"io sono la più brava di tutti" e che elabora una incredibile negazione della realtà:"L’attacco alla centrale era un bluff,il bombardamento all’ospedale pediatrico non è mai avvenuto,la strage di civili al mercato non era a Mariupol,bensì a Donetsk,e il missile era ucraino,il massacro dei trecento civili nei sotterranei del teatro a Mariupol era una frottola.
E com'è "preoccupato" per il popolo ucraino il fisico Carlo Rovelli:"l’unico risultato del fornire armi all’Ucraina sarà quello di far soffrire di più gli ucraini,provocando più morti sia tra loro che tra i russi(...).Evidentemente è Rovelli che decide cos'é meglio o cos'è peggio per gli ucraini.Come se gli ucraini non fossero capaci e liberi di scegliere se combattere o no per la libertà della propria Terra,e se per fare questo chiedono armi all'Occidente.E a Rovelli bisognerebbe forse ricordare quello che scriveve Gandhi,il padre della non-violenza:"Supponiamo che un uomo,preso da una follia omicida,cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi,e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo.Chiunque uccida il pazzo otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole".
Non dissimili sono le posizioni che su questa guerra hanno gli intellettuali della destra populista.Lo storico Franco Cardini,ad esempio,attacca gli Stati Uniti sostenendo che:"questa è una storia iniziata nel 1994 quando la Nato e gli Stati Uniti hanno attaccato la Bosnia(...)non ci sono bambini che si stringono ai loro peluche o vecchiette che attraversano la strada soltanto a Kiev".Certo,in quell'occasione,a differenza di oggi,intervenne la Nato.Però lo storico dovrebbe ricordare le violenze delle milizie serbo-bosniache che occuparono i territori della Bosnia e dell'Erzegovina fino ad assediarne la capitale, Sarajevo.E dovrebbe anche ricordare il massacro di Srebrenica del luglio 1995,che determinò l'intervento Nato.Assieme a Cardini c'è anche l'ineffabile Francesco Borgonovo,che,accantonate per un pò le sue campagne no vax ha cominciato la sua personale guerra agli USA:"è a loro che conviene questa guerra e ci stanno guadagnando" .
Dall'intellettualità di destra e sinistra si vorrebbe,dunque,che l'Ucraina non riceva armi,il che equivarrebbe alla resa degli ucraini.Ma questo non si può chiedere a nessun paese o popolo che sia invaso da un altro più grande e più forte.Si chiederebbe,così,un atto di sottomissione al più forte che annienterebbe ogni volontà di indipendenza e di esistenza autonoma,un abbandono della dignità di un popolo alla prepotenza.E poi la Storia è colma di sanguinose resistenze che hanno salvato l’umanità,fino alle vicende del Novecento(si pensi alla Resistenza al nazismo in Italia e in tante altre parti d'Europa).La Storia non insegna che chi è più debole si arrenda a chi è più forte.Forse i russi non resistettero eroicamente all'invasione nazista del 1941?Allo stesso modo gli ucraini resistono perchè avvertono che c'è un motivo per farlo,un motivo che coinvolge un popolo tutto.Si dice:"ma tanto la Russia comunque vince".Anzitutto la Russia non ha ancora vinto proprio per l'eroica resistenza del popolo uceraino.Ma poi,che significa ”vincere”?Forse Putin riuscirà ad occupare l’Ucraina,ma la "vittoria" segnerà pure l’irrimediabile declino della Russia che ha vinto.Tutti gli indicatori dicono che si è alla vigilia del suo possibile fallimento economico.La Russia,che ha contribuito a fare la storia d’Europa,con la sua grande cultura,con la sua letteratura,oggi con Putin cerca di riaffermare vecchie idee di panslavismo zarista o di imperialismo dei soviet comunisti.
Ma intanto in questo dibattito che infervora i "né né" non si guarda più alla realtà e svanisce la "pietas"(che nel senso virgiliano del termine significa "comprensione delle sofferenze altrui")per le vittime e gli aggrediti.Perché di questo banalmente si tratta.Scegliere la parte dove stare.Non un "né né",ma un kierkegaardiano "aut aut":o di qua o di là.O con gli aggressori o con gli aggrediti.Perchè è questo il punto:il sangue del popolo ucraino sta scorrendo anche per noi,per i valori fondanti le nostre democrazie e le nostre libertà,alle quali guardano quei popoli che sono ancora sotto il tallone di qualche dittatore.E in questo "aut aut" le alternative alle vere liberaldemocrazie sono solo ed esclusivamente le oligarchie plutocratiche finanziare,tirannidi islamiste o schiavimentifici post-comunisti,come appunto quello di Putin.Forse,allora,non è tanto Putin da temere quanto piuttosto,il neneismo che c'è in giro.