30 marzo 2022

PROIBITO PARLARE







Eppure la Storia lo dovrebbe insegnare.Perchè la Storia è comprensione dei fatti di un'epoca,di avvenimenti di una generazione,di un Paese,di un popolo.Comprensione dei fatti e degli errori commessi nei secoli per cercare di non ripeterli.E invece no.Difronte alla feroce e bestiale aggressione di Putin all'Ucraina,non abbiamo affatto ricordato quel fatto di Storia,quel 30 settembre 1938,quando con il c.d. "Accordo di Monaco",la Francia e l'Inghilterra legittimavano la Germania nazista ad annettersi la regione dei Sudeti,un pezzo di Cecoslovacchia,sottomettendo,così,la dignità e la libertà di un popolo alle mire espansionistiche di Hitler .E l'Europa tacque.Come fino ad oggi l'Europa ha taciuto verso la Russia del despota Putin.Solo oggi l'Occidente s'avvede dell’occupazione russa dell’Ucraina e in tanti piangono,guardando le immagini di bambini uccisi,dei bombardamenti su scuole e ospedali,di donne e anziani in lacrime nei rifugi e dell'esodo biblico di milioni di persone dalla propria Terra.Già.Adesso si piange.In questi anni abbiamo invece assistito al servile corteggiamento del dittatore russo da parte dei capi di governo occidentali,trattato con tutti gli onori nei consessi internazionali,inneggiato dal sovranismo populista mondiale.Addiruttura nel 2020 venne candidato a Premio Nobel per la pace."Lui" Nobel per la Pace! Basterebbe questo per dimostrare quale assordante SILENZIO c'è stato in questi anni sui suoi crimini.Lo stesso silenzio che permise a Hitler di agire indisturbato contro i Sudeti prima,contro tutta l'Europa poi.

Putin,è stato capo del KGB,la feroce polizia segreta dell'URSS.Divenne poi capo del governo russo,ma i suoi metodi sono stati sempre identici:perfidi e criminali.Così fu in politica estera nella guerra in Cecenia,quando fece radere al suolo la città di Grozny.Sul fronte interno i suoi metodi feroci e repressivi li ha posti in essere soprattutto contro i giornalisti,categoria da lui sempre perseguitata.Ed opporsi a Putin significa morire.Lo si vide con l’omicidio di Anna Politkovskaja.Anna Politkovskaja era una coraggiosa giornalista della "Novaja Gazeta",morta a soli 48 anni,per aver denunciato le violazioni dei diritti umani durante la seconda guerra cecena.Con i suoi reportage e le sue inchieste non lesinava critiche a Putin,accusandolo apertamente del mancato rispetto dello stato di diritto.Fu assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006,giorno del compleanno del dittatore che  così forse volle farsi un regalo particolare.


Nonostante le minacce,Anna Politkovskaja non voleva fargliela passare liscia all'Hitler del nuovo millennio.Per amore della democrazia combattè armata solo della sua penna,l'arma più temuta da Putin.L'assassinio della Politkovskaja doveva essere il momento per prendere le distanze ed evitare che la dipendenza dai rifornimenti energetici fosse arma di ricatto da parte di chi uccide i propri oppositori.Invece Putin venne riconosciuto partner commerciale privilegiato per lo scambio delle materie prime,facendo incrementare la crescita economica russa e la nascita degli oligarchi che trasferivano fiumi di denaro in occidente.Difronte alla tragedia ucraina,cosa racconterebbe oggi Anna Politkovskaja ?Probabilmente le stesse cose che scriveva ai tempi dell'invasione russa della Cecenia.Ci racconterebbe,probabilmente,di quello che avveniva in Cecenia e che oggi si ripete  in Ucraina.Di quello che succede nelle città ucraine di Mariupol,Bucha,Kharkiv e delle altre che in queste settimane abbiamo imparato a conoscere mentre vengono dilaniate e rase al suolo dalle bombe e dai missili del criminale del Cremlino.Ci racconterebbe le storie della gente d'Ucraina,che sono poi quelle della gente cecena:volti di civili e ragazzi uccisi,picchiati,torturati,macellati,di donne violentate.Ci racconterebbe di Mariupol,la città martire d'Ucraina devastata e rasa al suolo,come Grozny in Cecenia.Oppure delle storie di anziani in fila per prendere il pane,che vengono sterminati dalle bombe a grappolo.


Leggere Anna Politkovskaja guardando la tragedia ucraina,significa capir meglio chi è quell’uomo che,al di sopra di ogni legge,getta a terra,sfigura,brucia,strazia una Terra e un popolo.E nessuno può essere così cinico o indifferente da far finta di niente,da non vergognarsi,perché se ancora qualcosa di umano abbiamo,quell'umano deve tremare  difronte all'orrore che dall'Ucraina arriva ai nostri occhi.Un orrore che ci fa impallidire e dà raccapriccio.

Fuori la città di Groznyj c'è un cartello:vivere in Cecenia è da eroi.Lo stesso può scriversi fuori Mariupol e per l'Ucraina.Perchè lottare,come il popolo ucraino sta lottando per la propria libertà,è qualcosa di eroico come raccontava per la Cecenia Anna Politkovskaja. 

Proibito parlare” è una sua raccolta di articoli pubblicati sulla “Novaja Gazeta”.
Quegli articoli potrebbero forse come sottotitolo:"Lettere per l’Uomo".Lettere per quell'Uomo ieri ceceno,oggi quello ucraino e per tutti quelli oppressi in qualche parte del mondo da qualche dittatore.Quell'Uomo povero,indifeso,maltrattato,"SOMMERSO" o "UMILIATO ED OFFESO"(per usare i titoli di due capolavori dello scrittore russo Dostoevskij).Difronte alla tragedia ucraina le parole della Politkovskaja sarebbero ancor oggi,così come ieri per la Cecenia,le stesse parole.Le parole,rivolte ad un brutale assassino come Putin,servono a questo:far sì che quel che viene descritto non rimanga lettera morta,ma siano spinta a denunciare e a sapersi indignare,a non guardare dall'altra parte.Perchè se si tace difronte a corpi dilaniati,a uomini torturati,a donne violentate,a bambini ai quali viene rubato il futuro,significa allora che siamo già morti dentro prima di morire davvero.


   

27 marzo 2022

L'ORA DELLA SCELTA




Di questa aggressione della Russia all'Ucraina,è singolare la narrazione che ne fanno certi intellettuali italiani(sia di sinistra che di destra)tutti radunati sotto le bandiere del "neneismo"(né con Putin,né con la Nato).Per carità;son tutti neopacifisti e non interventisti ma alla fine son tutti  espressione di un unico,comune sentimento antioccidentale nutrito in entrambi gli schieramenti ideologici.C’è infatti,una oggettiva convergenza tra il "partito" dell'intellettualità di sinistra dei Canfora,Montanari e De Cesare e quello di destra dei Cardini,Veneziani e Borgonovo.Entrambi accusano l’Occidente di avventurismo per il sostegno alla causa ucraina:l'Italia starebbe dando troppo generoso appoggio all'Ucraina,nonostante che essa sia destinata ad una sicura e(per loro)auspicata sconfitta,stante la superiorità dell'esercito russo.I "neneisti" di destra e sinistra guardano alla mattanza ucraina come a una vendetta della storia contro la tracotanza occidentale,confermando,così,i loro pregiudizi sulla inevitabile decadenza dell’ordine politico liberal-democratico(proprio quello che diceva Putin nella famosa intervista al "Financial Times,quando definì "l'idea liberale obsoleta,che ha esaurito il suo scopo").Così,accomunati dall’odio per l’Europa e la democrazia,tutti questi maitre a penser nostrani,freschi reduci dalle battaglie di libertà no vax e no green pass,si battono ora per una riduzione in schiavitù degli ucraini.Se vince Putin,perdono Draghi,Macron e von der Leyen e tanto a loro basta.

E' folta la schiera di questa intellettualità,fatta di "pacifisti ad oltranza e a prescindere".Sono quelli della serie:"Meglio non dar armi all'Ucraina se non si vuole aumentare la carneficina".Sono quelli che"è meglio che gli ucraini si arrendano perchè i russi sono molto più forti".Così,seguendo la loro narrazione,anche il popolo inglese avrebbe dovuto arrendersi ad Hitler quando i bombardamenti nazisti radevano al suolo le città britanniche,come Coventry,ad esempio(nella foto sotto il primo ministro inglese Churcill tra le rovine della cattedrale di Coventry,dopo un bombardamento della Luftwaffe)



Sono quegli intellettuali che dai comodi divani dei salotti radical chic pontificano:"sono affari dei superstiti di Kiev e dei disperati di Mariupol".Eh,già.Mariupol,la città martire dell'Ucraina,rasa al suolo dalla ferocia beluina dei mille bombardamenti russi che non hanno risparmiato neanche i neonati.Mariupol,la Guernica del XXI Secolo.Lì si sta consumando una nuova Holodomor.Holodomor in ucraino significa "infliggere la morte mediante la fame".E con una Holodomor fu consumato il genocidio che Stalin fece di 6 milioni di ucraini,negli anni 1932/1933.Gli ucraini subirono quella orrenda pena,perché accusati di opporsi al sistema della collettivizzazione.Le risorse agricole furono requisite e la popolazione affamata.Un quarto della popolazione rurale,uomini,donne e bambini,sterminata per fame.I cadaveri giacevano per strada senza che i parenti,anch'essi ormai in fin di vita,avessero la forza di seppellirli.La carestia determinò,insieme all'annientamento dei contadini,lo sterminio delle élites culturali,religiose e intellettuali ucraine,tutte categorie considerate "nemiche del socialismo”.


“The Year 1933”(sopra),fu il primo quadro sull'Holodomor,fatto dal pittore ucraino Viktor Tsymbal.La madre affamata in abiti ucraini porta il figlio ucciso dalla malnutrizione,mentre corre tra le nuvole verso il Cielo

90 anni dopo l'orrore si ripete.Si ripete nella metropolitana di Mariupol,dove donne,anziani e bambini si sono rifugiati per salvarsi dalle bombe,ma dove ore sono al freddo,senza cibo e acqua,e senza possiblità di essere soccorsi dalle Organizzazioni umanitarie internazionali,avendo i russi negato l'accesso a quei luoghi.Ma questo cosa importa ai tanti pacifisti e "neneisti" di casa nostra?Ad esempio cosa importa allo storico Luciano Canfora,un ex bolscevico in sonno,per il quale "Putin ha ridato dignità alla Russia,contro potenze prevaricatrici come l'Ucraina".Per lui la Storia non può farsi distrarre dal bombardamento all'ospedale pediatrico di Mariupol,dove sono morti bambini e partorienti.E non si può stare a sentire le "interviste ai passanti"(che poi sarebbero i profughi che fuggono dalle bombe)che secondo il professore non dicono niente della responsabilità della guerra,che,ovviamente è dell'Ucraina.

E poi c'è lei.C'è la filosofa Donatella Di Cesare,quella che quando la vedi,con quella puzzetta al naso sembra che dica:"io sono la più brava di tutti" e che elabora una incredibile negazione della realtà:"L’attacco alla centrale era un bluff,il bombardamento all’ospedale pediatrico non è mai avvenuto,la strage di civili al mercato non era a Mariupol,bensì a Donetsk,e il missile era ucraino,il massacro dei trecento civili nei sotterranei del teatro a Mariupol era una frottola.

E com'è "preoccupato" per il popolo ucraino  il fisico Carlo Rovelli:"l’unico risultato del fornire armi all’Ucraina sarà quello di far soffrire di più gli ucraini,provocando più morti sia tra loro che tra i russi(...).Evidentemente è Rovelli che decide cos'é meglio o cos'è peggio per gli ucraini.Come se gli ucraini non fossero capaci e liberi di scegliere se combattere o no per la libertà della propria Terra,e se per fare questo chiedono armi all'Occidente.E a Rovelli bisognerebbe forse ricordare quello che scriveve Gandhi,il padre della non-violenza:"Supponiamo che un uomo,preso da una follia omicida,cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi,e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo.Chiunque uccida il pazzo otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole".

Non dissimili sono le posizioni che su questa guerra hanno gli intellettuali della destra populista.Lo storico Franco Cardini,ad esempio,attacca gli Stati Uniti sostenendo che:"questa è una storia iniziata nel 1994 quando la Nato e gli Stati Uniti hanno attaccato la Bosnia(...)non ci sono bambini che si stringono ai loro peluche o vecchiette che attraversano la strada soltanto a Kiev".Certo,in quell'occasione,a differenza di oggi,intervenne la Nato.Però lo storico dovrebbe ricordare le violenze delle milizie serbo-bosniache che occuparono i territori della Bosnia e dell'Erzegovina fino ad assediarne la capitale, Sarajevo.E dovrebbe anche ricordare il massacro di Srebrenica del luglio 1995,che determinò l'intervento Nato.Assieme a Cardini c'è anche l'ineffabile Francesco Borgonovo,che,accantonate per un pò le sue campagne no vax ha cominciato la sua personale guerra agli USA:"è a loro che conviene questa guerra e ci stanno guadagnando" .

Dall'intellettualità di destra e sinistra si vorrebbe,dunque,che l'Ucraina non riceva armi,il che equivarrebbe alla resa degli ucraini.Ma questo non si può chiedere a nessun paese o popolo che sia invaso da un altro più grande e più forte.Si chiederebbe,così,un atto di sottomissione al più forte che annienterebbe ogni volontà di indipendenza e di esistenza autonoma,un abbandono della dignità di un popolo alla prepotenza.E poi la Storia è colma di sanguinose resistenze che hanno salvato l’umanità,fino alle vicende del Novecento(si pensi alla Resistenza al nazismo in Italia e in tante altre parti d'Europa).La Storia non insegna che chi è più debole si arrenda a chi è più forte.Forse i russi non resistettero eroicamente all'invasione nazista del 1941?Allo stesso modo gli ucraini resistono perchè avvertono che c'è un motivo per farlo,un motivo che coinvolge un popolo tutto.Si dice:"ma tanto la Russia comunque vince".Anzitutto la Russia non ha ancora vinto proprio per l'eroica resistenza del popolo uceraino.Ma poi,che significa ”vincere”?Forse Putin riuscirà ad occupare l’Ucraina,ma la "vittoria" segnerà pure l’irrimediabile declino della Russia che ha vinto.Tutti gli indicatori dicono che si è alla vigilia del suo possibile fallimento economico.La Russia,che ha contribuito a fare la storia d’Europa,con la sua grande cultura,con la sua letteratura,oggi con Putin cerca di riaffermare vecchie idee di panslavismo zarista o di imperialismo dei soviet comunisti.

Ma intanto in questo dibattito che infervora i "né né" non si guarda più alla realtà e svanisce la "pietas"(che nel senso virgiliano del termine significa "comprensione delle sofferenze altrui")per le vittime e gli aggrediti.Perché di questo banalmente si tratta.Scegliere la parte dove stare.Non un "né né",ma un kierkegaardiano "aut aut":o di qua o di là.O con gli aggressori o con gli aggrediti.Perchè è questo il punto:il sangue del popolo ucraino sta scorrendo anche per noi,per i valori fondanti le nostre democrazie e le nostre libertà,alle quali guardano quei popoli che sono ancora sotto il tallone di qualche dittatore.E in questo "aut aut" le alternative alle vere liberaldemocrazie sono solo ed esclusivamente le oligarchie plutocratiche finanziare,tirannidi islamiste o schiavimentifici post-comunisti,come appunto quello di Putin.Forse,allora,non è tanto Putin da temere quanto piuttosto,il neneismo che c'è in giro. 

15 marzo 2022

LE MACERIE DELLA NOSTRA UMANITA'



Ogni guerra è maledetta e selvaggia,sporca e spietata.Ogni guerra è sconfitta della Ragione.In questa spaventosa guerra d'Ucraina,scatenata dalla feroce belva del Cremlino,ogni giorno è un giorno di altro,ulteriore terrore.Più nessuna barriera,nessun limite più all'orrore.E se nessun limite c'è,si può allora dare l'ordine di bombardare anche un ospedale pediatrico e un reparto maternità,come è accaduto a Mariupol,Ucraina.Ed infatti con un violento bombardamento aereo i russi hanno distrutto un ospedale pediatrico e il suo reparto maternità.Questi sono i posti dove i bambini nascono e crescono,dove comincia e si sviluppa la vita.Ma con quelle bombe la Vita non  è mai cominciata per alcuni di quei bambini,ad altri è stata tolta troppo presto la loro troppo breve vita.Si è negata la vita lì dove la vita sorge.Le immagini della strage dei bimbi,uccisi e straziati,sono troppo forti,tremendamente choccanti da guardare ed è per questo che molti giornali e tv hanno deciso di non pubblicarle.Ma se le si guarda,quelle immagini raccontano l'inimmaginabile:raccontano,ad esempio,di un esserino pietrificato e ingabbiato nella terra come un residuo bellico.Ed un'altra foto mostra una bambina con le sue treccine e la sua coperta disegnata ad orsi e margherite che sta riversa a pancia in giù,trafitta dai colpi del criminale assassino Putin.



Quelle immagini raccontano anche di un’altra piccina con il volto insanguinato,il corpo impolverato,con una maglia colorata e lacera con stampato un gatto raccontano la delicatezza di questa personcina innocente,straziata dalla morte.Dalla morte portata da Putin.Ma proprio perchè così choccanti,difronte a scene così,non ci si può,non ci si deve girare dall’altra parte per non vedere.Perché le immagini tremende del bombardamento dell’ospedale di Mariupol e dello strazio inflitto a chi nella sua giovane esistenza aveva diritto al sorriso e alla speranza,mandano un messaggio semplice e profondo:ogni guerra è infame e tremenda,ma la guerra sui bambini è un qualcosa di ancor più raccappricciante,un'atroce,feroce mostrosuità.Quelle immagini spiegano come viene sepolto,a due passi da noi,a due passi da un mondo che si definisce "civile",ogni senso di umanità.Uccidere i bambini è uccidere tutto.Chiudere i loro occhi a colpi di missili,vietar loro di vedere la Vita e aver fatto,invece,veder loro soltanto il peggio del peggio di questo mondo brutale è un crimine senza possibilità di espiazione.E intanto altri bambini e le loro madri muoiono per fame e per freddo nella metropolitane nelle quali si sono rifugiati per scampare alle bombe e dove si impedisce alle organizzazioni umanitarie di portar loro cibo,acqua e vestiti.E intanto le bombe non si fermano,le bombe continuano il loro percorso di morte,di negazione di vita,di gioia e sorrisi a quegli occhi bambini.Ma quanti altri di queste piccole vite dovranno morire perché si arrivi alla fine delle ostilità?Quanti altri lutti servono ancora per smuovere le coscienze e dire basta all'eccidio totale e all’eccidio ancor più grave,quello dei piccini?Oramai sta salendo la consapevolezza che il criminale del Cremlino abbia perso anche la più piccola briciola di coscienza e neppure le vite spezzate dei bimbi possano valere ai suoi occhi come un freno,e anzi cresce la sensazione che egli stia perseguendo un lucido disegno di genocidio,perchè pensa che vietando la vita a un bambino impedirà un futuro di libertà all'Ucraina tutta.No.Dopo le sequenze choc di queste ore,davanti all’escalation del massacro dei neonati e degli adolescenti come bersagli,non si può più essere spettatori della guerra o fare il pacifista dal comodo sofà di casa propria e dire:"viva la pace,abbasso la guerra".

Difronte alle immagini delle macerie di quell'ospedale,difronte alle lunghissime file di gente bambina,che fugge non sa dove,per mantenere il proprio adesso e cercare un incerto domani,occorre metter da parte conformismi e superficialità,indifferenza ed egoismi.Si deve avere il coraggio di guardare fisso dentro gli occhi di quei bambini,bisogna conservare la capacità di indignarsi,essere capaci di difendere il principio di umanità che ha nel rispetto dell’infanzia,nell’amore per le vite nuove,nella gioia di veder crescere il futuro sulle gambe e negli sguardi dei nostri figli e nipoti,le sue fondamenta.Il bambino è il Futuro,l’avvenire dell'Umanità,e invece lo si seppellisce sotto le bombe della violenza selvaggia e primitiva.Ogni conflitto deve avere un limite,ogni furia deve contenere un freno,ogni mano che lancia un missile deve appartenere a qualcuno che sappia che il bambino che si va ad abbattere potrebbe essere suo figlio.

Quando si arriva a un punto di non fermare la propria bestialità anche davanti alle esistenze più fragili e indifese,si va al grado sottozero di umanità,ci si inabissa nel nulla,nella negazione di tutto,si sprofonda in un vuoto incommensurabile e brutale.Provo a pensare a come si sarà sentito il pilota di quell'aereo dopo aver sganciato le bombe sui piccini di quell'ospedale.Chissà se anche lui ha dei bambini a casa che lo aspettano.Chissà come li guarderà,dopo aver massacrato i loro coetanei ucraini.Ma non solo sotto le macerie di quell'ospedale muoiono i bambini in Ucraina.Muoiono anche come è successo alla piccola Polina,al suo fratellino e a tutta la sua famiglia mentre cercavano di scappare dai militari russi (sotto le foto di Polina e della sua famiglia uccisa).




E i bambini ucraini muoiono anche come la piccola Tanya,una bambina 6 anni morta disidratata.O come il piccolo Kirill,18 mesi,morto nell’ospedale restato senza corrente per i bombardamenti,sempre a Mariupol,nonostante la disperata corsa dei genitori per salvarlo(foto sotto)


Ogni giorno che passa c'è la moltiplicazione di queste scene.E la memoria torna ad Aylan,a quel bimbo di 3 anni,riverso sulla spiaggia,in fuga con i genitori profughi dalla Siria.Ora i piccoli grandi martiri di Mariupol sono vestiti come i nostri bambini, hanno gli stessi animaletti sulle t-shirt,gli stessi ninnoli e gli stessi giochi.Sono proprio come i nostri figli e i nostri nipoti.E davanti a piccoli pezzi di noi stessi di cui si fa strage,ancora ci attardiamo a non pretendere di fermare l'orrore?A non fermare in ogni modo la bestia del Cremlino?Le macerie sotto cui piangono e muoiono i bambini ucraini,sono in fondo le nostre macerie,quelle macerie siamo noi,Le macerie della nostra umanità.

08 marzo 2022

IL CONTAGIO DELLA LIBERTA'





Mentre dalle martoriate città ucraine di Kiev,Kharkov,Kharkiv,Mariupol,Odessa,devastate dalla feroce e bestiale aggressione di Putin arrivano le tremende immagini dei bombardamenti russi che le stanno letteralmente "spianando",con la distruzione di edifici residenziali e di chiese,scuole e ospedali,c'è da chiedersi:perchè quella violenta,brutale aggressione della Russia di Putin avviene proprio contro l'Ucraina?.La "narrazione" russa,secondo cui l'Ucraina,esprimendo l'intenzione di entrare nella Nato,potrebbe venire a costituire un pericolo per Mosca,non è minimamente credibile.Perchè,allora,altri Paesi,come Estonia,Lituania,Lettonia,tutti confinanti con la Russia e con contingenti di truppe Nato presenti da tempo nei loro territori,non hanno mai suscitato l’ira funesta di Putin con la minaccia alla loro indipendenza?E perchè il despota moscovita non ha mai temuto che la Polonia(anch’essa nella Nato e confinante anch’essa con la Russia)potrebbe - volendo - attaccare con un lancio di missili la base della flotta russa del Baltico?.La risposta,in fondo,é semplice:l’ipotetica adesione di Kiev alla Nato non c’entra nulla.In realtà per il sanguinario despota russo l’Ucraina andava rimessa in riga seguendo il "trattamento" già riservato dall'Urss all' Ungheria nel 1956 e a Praga nel 1968.Kiev,agli occhi di Putin,rappresentava sì un pericolo,ma non un pericolo militare,bensì il pericolo di un contagio.DEL CONTAGIO DELLA LIBERTA'.Negli anni dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi,l’Ucraina si é mostrata capace,a differenza della Russia,di fare i conti,storicamente e culturalmente,con la realtà del passato comunista.Un passato,oltretutto,che per essa,negli anni '30,ha significato una feroce collettivizzazione della terra con un massacro premeditato di 2-3 milioni di persone per decisione del potere comunista sovietico.La società ucraina è stata sempre priva di pregiudiziali sospetti verso l’Occidente;quei sospetti che,invece,la Russia,già dai tempi degli Zar,ha sempre nutrito verso l'Europa.L'Ucraina è stata anzi aperta alle molteplici influenze occidentali,a nord attraverso la Polonia,e a sud attraverso la grande metropoli marittima di Odessa,con la sua vivacissima vita commerciale e intellettuale.L’Ucraina si è posta come nazione aperta,inclusiva,non etnica.Non è un caso che il suo presidente sia un ebreo.L'Ucraina è Paese moderno,attratto dall'Occidente e dal suo modello di "Società aperta".È questo sfondo storico,questa vitalità sociale,che spiegano la capacità dell’Ucraina di uscire dalla brutale cappa di piombo dell’economia statalista del periodo sovietico.Ed è proprio questo contesto storico e culturale che ha consentito a Kiev di riuscire a stabilire un regime passabilmente democratico dopo essersi liberata dei tentativi di Mosca di imporre il suo protettorato.Per settant’anni la Russia ha vissuto separata dall’Europa.Quando l'Urss è crollata,si è sperato in una sua riconvergenza con l’Europa e i valori dell’Occidente.Ma questo processo è per ora fallito:la ferita impressa dalla Rivoluzione del Diciassette non è stata ricomposta.L’Ucraina,al contrario,è un grande Paese,è un cuore del mondo slavo,anzi in certo senso una sua matrice prima(basti pensare che fu a Kiev che,per la prima volta,il Cristianesimo giunse in Russia).L'Ucraina,pur attraverso mille difficoltà ha dimostrato di saper gettarsi alle spalle il passato comunista e di voler intraprendere un cammino che la porti a ricongiungersi con la società e la cultura dell’Europa democratica.Ed è allora precisamente questo che a Putin e all’oligarchia postsovietica appare intollerabile,una cosa da cancellare in ogni modo.È l’esempio infatti di un mondo che per tanto tempo è stato russo,che ha avuto un ruolo essenziale nella cultura russa(si pensi ai grandi scrittori ucraini Gogol e Bulgakov (del primo proprio in questi giorni ricorrono i 170 anni dalla morte)



 


i cui romanzi sono capolavori assoluti della letteratura mondiale)e che pure ha fatto parte del centralismo statuale russo poi sfociato nel comunismo,ma che tuttavia ha rifiutato fermamente il vincolo e il lascito con quel passato.L'Ucraina e gli ucraini hanno rifiutato i sogni legati a un tempo andato che invece ancora ossessionano la mente malata del padrone del Cremlino.L'Ucraina ha rifiutato di sottostare al fascino della narrazione della "Grande madre Russia",perchè il prezzo sarebbe stato quello di restare una società economicamente arretrata governata da un despota e da una cricca di lestofanti suoi amici.La storia della Nato è un puro pretesto.L’Ucraina attuale va spenta perché dà il cattivo esempio,perché l'Ucraina è libero pensiero,perchè Putin deve dimostrare alla sua opinione pubblica che l’unico destino possibile per la Russia è quello che lui incarna.Che dopo il comunismo la storia della Russia non prevede che possa esserci la libertà.

02 marzo 2022

L'UCRAINA, DIFESA DELLA NOSTRA CIVILTA'








Ansia,inquietudine,angoscia,paura,per quello che la guerra contro l'Ucraina è,per quello che ancor più una guerra atomica potrebbe essere.Ma anche rabbia,rancore,per chi ha scatenato l'immensa tragedia dell'Ucraina.Odio per il criminale del Cremlino,che sta trucidando senza scrupolo donne,bambini,anziani,prendendoli per fame e sete nei loro rifugi sotteranei.Queste sono i sentimenti che t'assalgono e ti salgono dentro,che vengono dal profondo dell'anima e del cuore,quando guardi in tv le immagini dei bombardamenti,la fuga dalla propria terra di milioni di ucraini,con le loro città rase al suolo.Quelle città d'Ucraina ricche di storia e di cultura,ora bombardate,massacrate e insanguinate dal macellaio Putin.Guardare a cosa sono ora le città ucraine dopo l'infame attacco del lestofante di Mosca è cosa che stringe il cuore.Ammassi di macerie ancora fumanti.Fuoco dai palazzi da poco bombardati,nell'aria ancora l'urlo delle sirene d'allarme che squarciano il silenzio.Da terra e dal cielo piovono in continuazione razzi e missili e bombe che bucano e distruggono case dove fino a pochi giorni prima c'era vita e c'era gente.A terra,nelle strade,tra gli scheletri delle case bombardate,girano le colonne dei thank,forse alla ricerca di un qualcosa ancora da distruggere,di quel poco che  ancora non è stato bombardato.In cielo il rumore assordante delle pale degli elicotteri dai quali continuano incessanti le scariche di mitragliatici che colpiscono ogni cosa che si muove,non importa se è solo una donna anziana o un bambino che non si rassegnano a lasciare la vita.Ogni tanto sottili rivoli di auto private cercano di raggiungere feriti e malati.Dentro quelle città,nelle trappola di Mariupol,Kherkov,Kharkiv,Odessa,centinaia di migliaia di persone rifugiati nelle metropolitane,nei sottoscala,nelle cantine dei palazzi.E tutt'intorno a quelle città l’esercito russo che volutamente distrugge quel che d’indispensabile c'è per permettere ai civili di continuare a vivere.

L'infame bestia del Cremlino ha fatto bombardare scientemente gli impianti di riscaldamento lasciando le case gelate,le centraline elettriche nel buio,le antenne telefoniche tagliando così i contatti tra le persone,che sono rimaste senza pane,senza acqua,senza niente.E l’ha fatto con missili e bombe aeree,non importa quanto vicino alle case cadessero,non importa se colpissero anche ospedali.E poco importa,a loro,ai russi,se a essere colpiti sono bambini,che muiono sotto quelle bombe a grappolo che uccidono più di quanto una bomba uccide già.E da ultimo un bombardamento perfino su una centrale nucleare che poteva portare ad una immane catastrofe come  e anzi peggio di quella di Chernobyl.E ogni ora di silenzio diventa ora di dolore.Per una voce che non senti più da giorni,per una persona che hai lasciato e chissà ora dov'è,se pure ancora E'.Intanto questo popolo immenso,fatto da eroi sconosciuti,fatto da gente che fino a ieri era un impiegato o un avvocato o un panettiere o un operaio e che mai avevano toccato un fucile,continua a combattere una battaglia disperata e impossibile.Combattono nelle strade,tra le case martoriate da bombardamenti infiniti.E se anche non avesse più armi questo eroico popolo orgoglioso continuerebbe a combattere a mani nudi,questo è certo.Combatterebbe per quelle strade rese buie,fredde e invisibili dai missili di Mosca dai quali arriva morte,dolore e sofferenza immensa.Senza acqua né pane e senza telefono sono rimasti gli ucraini.E senza telefono non si può neppure chiamare l’ambulanza per un ferito dai bombardamenti.Doveva essere tutto già "concluso",per i russi.Ed invece ancora dopo quasi 15 giorni,gli ucraini resistono e combattono per la propria terra.E per colpa dei bombardamenti russi che hanno raso al suolo le città,tanta gente è chiusa nelle cantine.I "fortunati",invece,sono stati costretti ad una fuga di dimensioni bibliche;una fuga di centinaia di migliaia di persone,già diventati milioni,oramai.Donne e bambini e disabili(gli uomini li accompagnano alla frontiera e poi tornano indietro per combattere)verso terre e verso un futuro sconosciuto e comunque disperato.







Da subito vanno verso la vicina,generosissima Polonia,poi chissà dove,verso quali terre,quale futuro,di lacrime e dolore.C’è chi ha impiegato 5 giorni per raggiungere il confine.Con treni affollatissimi o bus o auto.L’ultimo tratto,per tutti,a piedi.Tutto è cambiato troppo velocemente perché la gente facesse in tempo ad accorgersene.Tutto adesso è niente in Ucraina.Tutto nel giro di 3-4 giorni.E intanto i missili continuano a cadere in città,in pieno centro ed in pieno giorno.I nervi,nelle cantine,non reggono più.Bambini che piangono,anziani che tremano per il martellare di cannoni e aerei a pochi metri da dove(chissà come)riescono ancora a vivere.Condomini,asili,università,chiese e perfino ospedali bombardati più e più volte(forse per essere sicuri che dell'Ucraina non rimanga più niente).Le strade fuori deserte,avvolte in un lugubre silenzio.Con i morti lasciati tra le macerie perché la ferocia delle bombe non permette nemmeno di ritirare dalle strade il corpo straziato di un povero cristo.E le bombe sugli impianti per gas,riscaldamento,elettricità,telefoni e ora perfino su una centrale nucleare che poteva causare un'immane catastrofe in tutta Europa,tagliano ogni tipo di soccorso ai civili,così come fecero i nazisti nel Ghetto di Varsavia.Almeno qualche "corridoio umanitario" stanno cercando di ottenere i negoziatori ucraini.Ma l'esercito del bestiale dittatore di Mosca continua a violare anche quegli accordi,bombardando la popolazione civile che fugge,in un efferato genocidio,in una "pulizia" etnica che ricorda i giorni di Sarajevo.Ma tanto si sa.Se pure l'animale del Cremlino permettesse una tregua e lasciasse effettivamente andare  i civili,lo farebbe per un preciso,cinico calcolo.Se le popolazioni delle città martiri di Mariupol o Kharkiv e la stessa Kiev,riuscissero ad andarsene,un’ondata di circa 5(ma sicuramente di più)milioni di profughi si accalcherebbe alle porte d’Europa.E l’Unione Europea,si sa,non ha mai dato prova di voler/saper gestire politicamente l’arrivo di extracomunitari,anche per colpa delle forze sovranpopuliste.Anche se adesso,difronte all'immane tragedia ucraina,sembra che finalmente il sentimento verso l'altro,il profugo bisognoso,sta cambiando.
E' questo il tanto dolore che guardano oggi gli occhi del cuore.Ma dobbiamo guardare a questa immensa tragedia anche con gli occhi della Ragione.Perchè la feroce e bestiale aggressione contro l'Ucraina è una grande sfida ai nostri valori e ai nostri interessi.L'Occidente ha una enorme responsabilità,perché in gioco è il nostro continente,la nostra sicurezza,la nostra cultura,la nostra identità,il nostro futuro.Una Ucraina occupata e una Bielorussia compiacente sono una minaccia immediata già da subito ad alcuni Paesi membri che sono entrati nell’Unione europea proprio perché temevano una situazione come questa.La Russia parla di una fantomatica "espansione della Nato",ma la Nato ha accresciuto i suoi membri non per una sua strategia espansionistica,ma perché i Paesi dell’Europa centro-orientale hanno cercato la sicurezza della Nato e dell’Unione europea e nei suoi valori di civiltà e democrazia.Oggi l’Europa è stata scossa dal suo torpore e finora ha reagito alla sfida della barbarie e della violenza.Questo lo dobbiamo all'esempio e all'eroico coraggio del popolo ucraino che ci sta indicando la via della libertà e della democrazia.La sconfitta di quel popolo sarebbe una tremenda sconfitta per i valori e l'intera civiltà occidentale.