24 dicembre 2020

LA SPERANZA DELLA NATIVITA'


Dici Natale e pensi all'albero,alle luci,al panettone,al presepe così come lo pensò San Francesco.E vedi e pensi,in una società consumistica come questa,ai regali e ai pacchi che,nonostante tutto,nonostante la diversità di quest'anno che è stato,pure si corre a comprare,perchè,in fondo,con il pensiero di "fare" regali a qualcuno,si vuol scacciare l'angoscia di non avere qualcuno,amici o amori,cui fare regali.Ma Natale rimane comunque quel tempo dell'anno in cui si pensa(ci si illude?)che sì,ancora qualcosa può cambiare,che pure si riuscirà a nascere di nuovo,e mondi nuovi e nuove vite si riusciranno a vivere,soprattutto stavolta,soprattutto dopo che quest'anno così profondamente ci ha segnati.Nel corso dei secoli questi sentimenti,questi stati profondi dell'animo in questo tempo del Natale,non potevano non raccogliere le sensibilità e la capacità creativa di centinaia di artisti di tutto il mondo.E sono le "Natività" il centro delle opere di tutti questi artisti.

Giotto ha rappresentato la Natività di Gesù,sulla parete dell’incantevole Cappella degli Scrovegni a Padova.L’opera fa parte delle Storie di Gesù del registro centrale superiore e commuove per la sua delicata semplicità.Maria è distesa su un declivio roccioso,e adagia Gesù nella mangiatoia con delicatezza materna,mentre Giuseppe sta accovacciato,nell’atto di dormire perché,in conformità alla cultura della Chiesa cattolica dell'epoca,è l’uomo che riceve in sogno i comandi di Dio,per evitare che il popolo possa giungere a conclusioni inappropriate, ossia che sia lui il vero padre del Salvatore.E,preoccupati di non suscitare questa errata credenza,lo si rappresenta anche come un anziano,incapace,perciò,di generare e,in molti dipinti,viene raffigurato anche fisicamente distante da Maria:fra i due non vi è alcun contatto fisico.


Lorenzo Lotto,ebbe con Raffaello un legame artistico nella decorazione delle Stanze Vaticane(poi dette Stanze di Raffaello,in onore del grande artista,nelle quali,tra le altre meraviglie,è soprattutto da ammirare La Scuola di Atene ).Il Lotto dipinge nel 1523 una piccola tavola raffigurante la Natività,conservata alla National Gallery di Washington.Un’immagine classica,che,per la prima volta,al contrario del dipinto di Giotto,mostra Giuseppe non in disparte,né assonnato,ma realmente emozionato dal suo essere padre.



Caravaggio, sempre in fuga dal mondo nella sua tormentata esistenza,dipinse una natività che,al suo tempo,diventò un mito.Si tratta dell’opera "Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi".Trafugata,non è mai stata ritrovata,ma se ne ha questa copia



Domenico il "Ghirlandaio" dipinse,invece l'"Adorazione dei pastori"(è da notare che il primo pastore vicino al Bambino,con il capo rivolto all'indietro)è l'autoritratto dell'artista fiorentino.



Pure Andrea Mantegna  dipinse una "Adorazione dei pastori".Anche qui,come in Giotto,Giuseppe è rappresentato dormiente.

Giorgio(o Zorzi)da Castelfranco,detto Giorgione,dipinse l' "Adorazione dei pastori o "Adorazione Beaumont",o "Allendale" perchè il dipinto dapprima passò nella collezione di Sir George Beaumont,a Londra,poi nella raccolta del visconte Allendale(dal quale prese il titolo).L’adorazione dei pastori,è un dipinto autografo del Giorgione,custodito nella National Gallery di Washington


Anche Rubens espresse la sua arte in una "Adorazione dei pastori".I chiaroscuri e la forte luce concentrati sul Bambinello,sono un omaggio a Caravaggio che il pittore belga aveva avuto modo di conoscere artisticamente a Roma nei suoi dieci anni di studio in Italia.



Botticelli nella sua "Natività Mistica",esposto alla "National Gallery" di Londra,forse l’opera più devozionale di Botticelli,in quanto la scena è pervasa da un senso d’inquietudine,quell'inquietudine che lo stesso artista fiorentino visse a seguito della morte del Savonarola.Al centro della scena,Maria e Giuseppe,sono in adorazione del Bambino, protetti da una tettoia di paglia, retta da tronchi.



Nel Novecento fu Marc Chagall a dipingere un'altra "Natività".Essa fu realizzata agli inizi del secolo scorso dall'arista bielorusso.È a Parigi che Chagall scopre il repertorio di immagini cristiane,che vedeva in gran copia nei musei e nelle chiese.Da qui anche questo dipinto.




Molto particolare è il dipinto di Paul Gauguin "Te tamari no atua"(Nascita di Cristo figlio di Dio)dipinto dopo il suo definitivo trasferimento a Tahiti.Maria è ritratta appena dopo il parto,sdraiata su un letto giallo con lo sguardo rivolto a una donna che sembra una balia che tiene in braccio il Bambin Gesù.In lontananza si vede il bue,ma senza l'asinello.



A ben vedere nel Novecento non sono stati molti i pittori che hanno dipinto temi sulla "Natività".In questo secolo l'attenzione degli artisti sembra spostata su altre iconografie cristiane,e l'evento della nascita del figlio di Dio è stato offuscato da immagini legate all'episodio conclusivo della vita terrena del Figlio di Dio,cioè la Passione e la Crocifissione di Gesù.Il tema della Natività,che aveva visto i suoi momenti più alti nel Medioevo e nel Rinascimento,è accantonato,probabilmente perché é proprio questo il tempo nel quale l'Uomo più ferocemente vive il sentimento del Dolore e dell'angoscia esistenziale.Perchè è proprio il  Novecento il secolo delle più grandi tragedie dell'Umanità.Le due Guerre Mondiali e poi la Shoah,e poi Hiroshima e Nagasaki,e poi il Ruanda e poi la "pulizia" etnica di Sarajevo.Una specie di "globalizzazione del Dolore".E' allora il sentimento della Morte e non quello della Nascita che più l'Uomo vive.Il Calvario,piuttosto che Betlemme.



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