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MALEDETTO MODIGLIANI
"Maledetto".Come i poeti e gli scrittori Baudelaire,Verlaine,Guy de Maupassant,Edgar Allan Poe(Poètes maudits).O come gli altri pittori Caravaggio e Vincent Van Gogh,Paul Cèzanne,Paul Gauguin,Henri de Toulouse-Lautrec e Chaime Soutine.O come nella musica,con Jim Morrison o Patti Smith(definita "sacerdotessa maudite del rock"),o John Belushi,protagonista indimenticabile in "The Blues Brothers" e Jimi Hendrix,e gli italiani,Rino Gaetano,Mia Martini,Luigi Tenco.Ecco,"maledetti".Per voler significare di quei poeti,musicisti,pittori e artisti in genere che rigettano i valori della società in cui vivono,conducono uno stile di vita "eccessivo",provocatorio,pericoloso,autodistruttivo(con l'uso e l'abuso di alcol e droghe)sempre alla ricerca di esperienze intense e forti con l'intento di provocare,con la loro arte,sensazioni e situazioni estreme,magari disprezzando,oltre la società borghese,la propria vita e tendendo all'autodistruzione."Maledetto" è stato,in questo senso,anche Amedeo Clemente Modigliani,noto anche negli ambienti artistici parigini dove egli visse,come "Modi".Anche l’esistenza di Amedeo Modigliani fu breve,sregolata e tragica.La sensibilità romantica,lo stile di vita anticonvenzionale e l’ostentata indifferenza per il proprio stato di salute, sacrificato in nome di superiori ideali artistici,hanno fatto di Modigliani il prototipo di paintre maudit(pittore maledetto).A 22 anni si trasferì dalla casa natale a Parigi,nel tradizionale quartiere degli artisti di Montmartre,dove visse in condizioni economiche precarie,spesso trovando conforto nel bere,negli stupefacenti e in rapporti irregolari con diverse amanti.Il modesto sussidio che la madre gli inviava non bastava a mantenerlo,era insufficiente per acquistare sia il materiale da lavoro sia l’hashish e l’assenzio dai quali era ormai dipendente.Egli viveva tra Caffè e case di tolleranza.Non potendo pagare i conti,era costretto a svendere i suoi quadri.A Parigi venne a contatto con vari pittori e poeti ma preferì sviluppare un linguaggio artistico personale,piuttosto che aderire a una precisa corrente dell’avanguardia.Malgrado l’indiscutibile abilità come pittore e scultore,in vita non riscosse che un modesto successo di mercato e l’esistenza da bohémien non fece che aggravare il suo già malfermo stato di salute.Nel 1917 conobbe la diciannovenne pittrice Jeanne Hébuterne e l’anno successivo nacque la loro figlia Jeanne.Ecco.Se Modigliani una ricchezza ebbe,quella fu proprio l'amore e l'assoluta dedizione di Jeanne per lui.Anche lei pittrice,e anche brava,ad appena 19 anni conosce Amedeo e subito diventano inseparabili.Amedeo,sempre amorevole ed affettuoso,la ricopriva di attenzioni dolci.E presto Jeanne divenne la sua modella e la sua musa."Modì",quando non era ubriaco e attanagliato dai sintomi della malattia che lo erodeva,la ritraeva in tantissimi dipinti,con quei lunghi colli,tratto distintivo dei suoi quadri e delle sue sculture.Jeanne non fu mai colpita da Modì come artista;lei gli era devota per l'uomo che era.Pur brava pittrice,lei abbandonò la pittura per lui.Perso nell'alcol e nella droga,Amedeo spesso la tradiva,ma lei era sempre lì,a casa,ad aspettarlo in una vita di miseria e di stenti e nel cinismo dei genitori che sempre osteggiarono la loro relazione.Nel gennaio del 1920 un paio di amici dell'artista fanno irruzione nel suo appartamento e trovano Jeanne incinta al nono mese sdraiata vicino ad Amedeo in coma.Trasportato all'ospedale,morirà due giorni dopo.Jeanne,in attesa di partorire,apprendendo della morte di Amedeo si getta dal 5° piano.Le due salme,insieme al bambino che Jeanne portava in grembo,si riunirono sotto la stessa lapide al cimitero di Pere Lachaise a Parigi.Una storia d'amore tra le più toccanti di tutta la storia dell'arte.E' perciò giusto che,nel docufilm,girato per celebrare i 100 anni dalla morte del grande artista livornese e intitolato "Maledetto Modigliani",la voce narrante sia proprio quella di Jeanne,che racconta e ci fa vivere le opere,la vita e il suo infinito amore per "Modì".