13 ottobre 2020

PROMESSE E PAROLE





Sono mesi che il governo,per la gestione dell'emergenza Covid,richiama gli italiani a "senso di responsabilità",alla necessità di "migliorare i comportamenti",anche in ambito privato e familiare".Insomma,secondo il governo,se adesso il numero dei contagi sta risalendo,la colpa sarebbe dei cittadini che non stanno rispettando le "regole".Parole come queste lasciano capire come il Governo,sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria,si sia mosso soltanto secondo una logica di individualizzazione delle responsabilità e di criminalizzazione delle modalità di vita e del tempo libero dell'individuo(movida,feste a casa,generico svago).Ma,a ben guardare,se adesso,in quest'inizio d'autunno,il numero di contagi sta risalendo,la colpa non è delle modalità di vita del privato.Se quei numeri sono in ascesa,vanno esaminate altre e diverse responsabilità.Quelle del governo e delle Regioni,soprattutto.Il benessere di una nazione e di un popolo va assicurato dallo Stato e dalle istituzioni attraverso la tutela dei diritti del cittadino,primo fra tutti quello del diritto alla salute,quello a cui pensava il Costituente quando scrisse l'articolo 32 della Costituzione:"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti".L'esperienza di questi mesi testimonia,invece,che le istituzioni italiane,nazionali e locali,hanno ignorato questo dovere,abbandonando il cittadino a precarie condizione di vita,da ogni punto di vista:sanitario,sociale ed economico.Dopo l'insorgere a marzo di quel virus ignoto,tutti gli esperti avevano previsto l'arrivo per l'autunno di una seconda ondata pandemica.Perciò lo Stato aveva tutto il tempo per organizzarsi per fronteggiare il ritorno del virus.Ed invece sono passati sette mesi dall’inizio dell’emergenza Covid,ed eccoci ancora qui:disorganizzati in tutto,a tutto totalmente impreparati,senza la predisposizione di nessuna misura necessaria per contrastare i problemi causati dal Covid.Dalla sanità alla scuola,ai trasporti zero iniziative da parte di Stato e Regioni.Siamo ancora nel caos più completo,con conflitti tra Stato ed enti locali sul "chi deve fare cosa" e scarichi di responsabilità.Con l'aggravante di una minimizzazione che in questi mesi c'è stata sulla situazione reale del Paese.Un Paese affidato a un esecutivo litigioso ed incapace a governare se non con strumenti di dubbia legittimità costituzionale,come i tanti,troppi Dpcm,con l'uso dei quali si è costantemente bypassato il controllo del Parlamento.Un governo che non sembra rendersi conto del dramma che l'Italia sta vivendo e che somiglia a quel:"Nocchier in gran procella(che)non s'affanna e non favella,ed è vicino a naufragar",come nei versi e nella musica di Pietro Metastasio e Wolfgang Amadeus Mozart.Ma intanto la pandemia non s'arresta ed anzi s'infiltra sempre più nelle tante,troppe falle della disorganizzazione del sistema burocratico e sanitario italiano.La vergogna del caso Lazio è lì a raccontare l’odissea di file disumane nei "drive in":gente in fila già dalla notte,in attesa per ore e ore per fare i tamponi.E poi tutti gli altri disservizi che in tutt'Italia rendono impossibile la vita dei cittadini.Son passati 7 mesi senza che il governo abbia fatto nulla.E adesso è tutto più complicato e non averlo previsto è il segno di un deficit di una classe dirigente seria e capace e di una "cultura" di governo.In questo il Lazio sembra essere l'avanguardia della retroguardia(e pensare che il Governatore del Lazio è anche il segretario di uno dei due partiti che governano il Paese).Prima e dopo i "formidabili" giorni degli "Stati Generali" di Villa Pamphili,il Premier aveva promesso,in un vero profluvio di parole,ogni universo mondo,che a sentirle oggi fanno montare ancor di più la rabbia."Sono in arrivo una pioggia di mascherine per studenti e personale scolastico e migliaia di banchi monoposto",diceva Giuseppe Conte,il 4  settembre dell'anno di grazia 2020.Senonché studenti e personale scolastico stanno ancora aspettando.E poi ancora sui vaccini antinfluenzali:"17 milioni di dosi acquistate dal governo",se non fosse che non solo un tale quantitativo non basta ma neppure si trovano in farmacia,rendendo angosciante la vita quotidiana di chi deve rassegnarsi a un’attesa chissà quanto lunga ancora.Il premier aveva chiesto"sacrifici indispensabili dei cittadini per battere il virus".Ma i sacrifici, che gli italiani fin dall’inizio hanno mostrato di sapere e voler fare,con una senso di responsabilità riconosciutoci da tutti,non dovevano essere questi.Era stato chiesto di limitare e modificare le proprie abitudini di vita in cambio però di una efficienza assoluta del sistema sanitario e di una protezione totale da parte delle istituzioni secondo un patto fiduciario:io faccio il cittadino modello ma anche tu devi fare lo Stato modello.E invece,mentre la collettività,con incredibili sacrifici,sta mantenendo il patto,la politica lo sta tradendo.Sta apparendo in tutta evidenza la mancanza di capacità,la confusione di idee,nonostante i cento Comitati Tecnici nominati,il coraggio di decidere.Nel periodo più duro del lockdown si era creata una fiducia nuova verso lo Stato e le istituzioni.Ma adesso si sta vanificando tutto.Le promesse e le parole non bastano più.Per promuovere fiducia,è decisivo il buon funzionamento delle pubbliche istituzioni che devono alimentarla,dando risposte alle necessità del cittadino.Gaetano Filangieri,esponente dell'Illuminismo napoletano,grande giurista e filosofo,affermava che non esiste sviluppo civile ed economico  senza “confidenza nel Governo,confidenza nei magistrati,confidenza negli altri cittadini,che sono le prime e principali risorse di ogni sviluppo collettivo e individuale".E' così.Ma questo governo continua a propinarci la storia che l'Italia è stato un esempio in tutto il mondo.In realtà l'esempio sono stati i cittadini italiani,non il loro governo.La gestione narcisistica e ideologica  da parte dell'esecutivo dell'emergenza Covid,sta facendo capire quanto l'esecutivo con le sue chiacchiere sia lontano dalla gente e non comprenda le sue esigenze reali.La sfiducia sempre più crescente si sta trasformando in delusione e anche in rabbia sociale.Si sta creando un pericoloso malcontento  e comportamenti contrari proprio a quell’etica della responsabilità,invocata dal Governo.Smarriti dalla debole(e spesso contraddittoria)risposta istituzionale ci allontaniamo da un'etica della solidarietà,dell'empartia che in questi mesi c'era stata verso "l'altro",rinchiudendoci in logiche egoistiche,individualiste e autoconservative,con tanti saluti al senso di responsabilità invocato proprio dal Governo.



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