15 agosto 2020

FERRAGOSTO

Ferragosto.Le immagini che ogni anno giornali e telegiornali ci rimandano,sono sempre quelle:spiagge affollate,sole accecante,barche al largo,su un mare piatto come una tavola,tanta gente sotto gli ombrelloni a ripararsi dall'afa.Eppure cinema e letteratura ci raccontano anche storie di altri e diversi ferragosti.Storie di città vuote e deserte,avvolte in silenzi surreali.Storie di gente che rimane in città perché vacanze non può permettersi.Il Ferragosto di quest'anno ancor di più,poi,con il Covid,che ha causato altre e ulteriori povertà e una pesante crisi economica ed occupazionale.Queste città deserte ci sono state raccontate nel tempo da registi e scrittori;storie di gente "a parte",pezzi di storie di città vuote e di solitudini,non solo di un tempo ferragostano,ma anche di un angoscioso tempo esistenziale.E storie del cambiamento sociale del nostro Paese.Nel campo cinematografico indimenticabile rimane il film di Dino Risi "Il Sorpasso"

il commento 2 Ma l'eroe de «Il sorpasso» non gradirebbe ...

con il grande Vittorio Gassman,nelle vesti di un personaggio superficiale,arrogante,che a bordo della sua "Lancia Aurelia",prova sulle strade deserte del ferragosto romano,l'ebbrezza del sorpasso:una metafora di quello che era lo spirito del Belpaese negli anni '60:il costante desiderio di primeggiare,la rappresentazione di una corsa all'affermazione nella società del benessere senza valori,all'epoca del boom economico.Un altro film sul deserto del ferragosto è "Caro Diario" con Nanni Moretti in giro sulla sua "lambretta" per le deserte strade romane.


L'autore/attore Moretti,si scopre solo.Solo e con la consapevolezza della incomunicabilità tra lui e gli altri(a tal proposito è splendida la scena del semaforo e del suo parlar di "minoranze",nell'assoluta indifferenza dell'interlocutore).E c'è poi:"L'ascensore",nel film ad episodi diretto da Luigi Comencini,Nanni Loy e Luigi Magni,con la famosa scena dell'ascensore nel quale restano bloccati,nel giorno di Ferragosto,Alberto Sordi,nei panni di un imbarazzatissimo monsignore e una provocante Stefania Sandrelli.E ancora,"Un sacco bello" di Carlo Verdone,nel quale,a un certo punto,uno dei protagonisti che nel suo narcisismo credeva la sua vita sempre piena di impegni,apre la sua "agenda" e la scopre praticamente vuota di "appuntamenti":c'è solo l'indirizzo dello Stadio Olimpico,dell'elettrauto e di pochi altri nomi,a rappresentare il suo vuoto esistenziale,nelle deserte strade romane.In letteratura il giorno di ferragosto è raccontato da Alberto Moravia nei "Racconti Romani",nell'episodio intitolato "Scherzi di Ferragosto".Già l'input è significativo:"Tutto mi andava male quell’estate e,come venne Ferragosto,mi trovai a Roma senza amici,senza donne,senza parenti, solo".Oppure il libro di  Carlo Cassola:"Ferragosto di morte",nel quale il protagonista,nel vuoto ferragostano della città,fa un bilancio del vuoto della propria esistenza.Perfino Arturo Carlo Jemolo,grande giurista,massimo studioso di diritto ecclesiastico,scrisse un racconto dal titolo quasi identico a quello di Moravia":"Scherzo di ferragosto",(pubblicato nel 1983)un giallo il cui intreccio si dipana attraverso i decenni di storia italiana,i quali,in effetti,di gialli politici ne ha conosciuti davvero tanti.Anche Andrea Camilleri scrisse,tra i suoi tanti gialli:"Notte di Ferragosto",nel quale è ovviamente impegnato il "suo" Commissario Montalbano.Simpatica una frase del racconto di Camilleri:"Credo che andare in vacanza quando ci vanno tutti sia di una cafoneria imperdonabile".E poi c'è il vincitore del Premio "Campiello" 1993,Raffaele Crovi con "Ladro di Ferragosto".In uno dei passaggi finali del libro si legge."Strappo il foglio su cui ho tentato di scrivere la solitudine ferragostana di uomini e cani,di ciechi e preti,di ladri e innamorati(....)Ora cambio il titolo:"riscrivo il vecchio titolo.Ferragosto,l'inferno della sopravvivenza".Già,perché ferragosto non è solo un caldo giorno d'estate,pieno di allegria,gioia e  risate.E' anche,per molti e,purtroppo,sempre più gente,un freddo giorno di una vita "minore",fatto,come gli altri 364,di nuove povertà e vecchie emarginazioni,a volte vuoto di vita,o con vite dimenticate.

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