Benevento è conosciuta come la città delle Streghe".Un'antichissima leggenda racconta,infatti,che le streghe provenienti da tutta Europa,si riunissero,ogni sabato e domenica,proprio nella città sannita,sotto un grande albero di noci(Il Noce di Benevento)per celebrare i riti del Sabba(convegni notturni nei quali si svolgevano cerimonie magiche e orge di carattere demoniaco)da cui deriverebbe anche il nome(Sabbato,appunto)del fiume che attraversa Benevento.Le streghe arrivavano nel luogo di ritrovo in volo a cavallo di scope,dopo essersi unte il corpo con un particolare unguento,che doveva dar loro non solo il potere di volare,ma anche di rendersi invisibili a occhi indiscreti.E c'era anche una formula che le streghe recitavano per l'unguento:"'nguento 'nguento,mànname a lu nocio 'e Beneviente,sott'a ll'acqua e sotto ô viento,sotto â ogne maletiempo"(Unguento,unguento,mandami al noce di Benevento,sotto la pioggia o con il vento,sotto qualsiasi cattivo tempo).Questa leggenda,si trasmise oralmente durante molti secoli fino alla prima registrazione scritta,risalente al 1640,che si deve a un medico di Benevento,Pietro Piperno che scrisse "De nuce maga").Le streghe venivano anche chiamate le Janare.Il termine janara proviene probabilmente da dianara(sacerdotessa di Diana,dea romana della Luna,signora delle selve e dei boschi).
Nel 1860 Giuseppe Alberti,figlio di uno speziale beneventano,fondò nel capoluogo sannita un'Azienda di liquori e cioccolato.L'Alberti,nonno del nonno degli attuali proprietari della Ditta,decise di chiamare la propria azienda "Strega",riprendendo proprio l'antica leggenda delle streghe e del Noce.La "Strega" presto diventò azienda conosciuta in tutt'Italia e oggi in tutto il mondo.Sono ancora famosi gli spot pubblicitari che negli anni '60 andavano in onda su "Carosello":"Il primo sorso affascina,il secondo… Strega”,ammiccava in tv Sylva Koscina.E Walter Chiari recitava:“Mette fine ad ogni bega un bel brindisi con Strega”.E proprio lo spirito liberale(Giuseppe Alberti fu rinchiuso nel carcere borbonico di Montesarchio,proprio a causa di quelle idee)e l'ampiezza di vedute culturali che sempre caratterizzò la famiglia Alberti,portò,nei primi anni del secondo dopoguerra,un esponente della famiglia Alberti,Guido,a far da mecenate al progetto di un Premio letterario che da allora prese il nome dell'Azienda beneventana.Il progetto era stato elaborato dalla scrittrice Maria Bellonci,nel cui salotto si radunavano le più belle intelligenze culturali e letterarie dell'epoca,come Massimo Bontempelli,Guido Piovene,Carlo Emilio Gadda,Corrado Alvaro,Aldo Palazzeschi,Vasco Pratolini,Ignazio Silone,Alberto Moravia,Elsa Morante,Giorgio Bassani,Giuseppe Ungaretti,Renato Guttuso,Annamaria Ortese,Vitaliano Brancati,Francesco Flora,Carlo Levi.Prestigiosi i nomi dei vincitori del premio dal 1947 ad oggi: Il Premio Strega e i romanzi premiati come,tra gli altri, “Tempo di uccidere” di Ennio Flaiano, “La bella estate” di Cesare Pavese, “L’isola di Arturo”,di Elsa Morante, “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa,capolavoro della letteratura italiana,“Il nome della rosa” di Umberto Eco,che ha venduto 50 milioni di copie in tutto il mondo.Tradizionalmente la cerimonia di premiazione si tiene il primo giovedì di luglio a Valle Giulia,ma quest'anno,a causa delle restrizioni imposte dal covid,il premio potrà essere seguito solo su Raitre .Questa la sestina dei libri giunti in finale quest'anno:
Sandro Veronesi, Il colibrì; Gianrico Carofiglio, La misura del tempo; Valeria Parrella, con Almarina; Gian Arturo Ferrari,"Ragazzo italiano";Daniele Mencarelli,"Tutto chiede salvezza" e Jonathan Bazzi, con "Febbre"
Il Premio Strega ha sempre raccontato le vicende,i disagi sociali,economici,umani ed esistenziali della società italiana in tutta la sua complessità.Ne ha documentato la lingua,i cambiamenti,le tradizioni,le storie,personali e collettive di una comunità in costante mutazione.Ed è stato indice degli umori dell’ambiente culturale e dei gusti letterari degli italiani fin dalla prima edizione.Ma quest'anno,con una pandemia che ha così gravemente sconvolto la vita del Paese, l'incontro è sicuramente anche l'occasione per riflettere sull'industria culturale,gravemente ferita dai mesi di lockdown,e sullo spirito che la pandemia ha lasciato:l'influenza sulla scrittura,l'importanza della lettura,le mutazioni sociali in atto.E sulla natura del nostro "essere" quotidiano.
5 commenti:
Ciao Clem, bellissimo il racconto sul premio Strega... Grandi nomi, un tempo, che hanno fatto la storia della letteratura italiana. Da qualche tempo si dice che la nomina e' fatta in anticipo dalle grandi case editrici...mah... e' sempre la solita storia. Avevo iniziato a leggere Febbre su consiglio di un'amica che conosce lo scrittore ma non era nelle mie corde.. Chissa' se vincera' .
Interessante il post su Monet a Genova. La modalita' di vedere il dipinto la trovo fantastica.. L'anno scorso ho visto due mostre a Genova e spesso la troppa gente e' davvero disturbante.
Buon luglio allora Clem
In effetti ci sono stati degli anni(non sempre ma ci sono stati)in cui gli interessi delle grandi case editrici hanno influenzato in un modo o nell'altro il giudizio della giuria.Quest'anno,però,il libro vincitore di Veronesi ("Il colibri'"...devo comprarlo,ne ho letto qualche recensione che mi stimola a prenderlo,indipendentemente dal fatto che ho la collezione completa dei Premi Strega dal 1947 ad oggi)è edito da una casa come "La nave di Teseo" diretto,come sai,da Elisabetta Sgarbi,sorella di Vittorio che per le sue caratteristiche può sfuggire al timore di influenze esterne.La Sgarbi e Umberto Eco,quando fondarono la "Nave", al momento dell'acquisizione(provvisoria,poi non più realizzata per l'intervento dell'Antitrust),di Mondadori della casa editrice Bompiani della quale la Sgarbi era direttice ditoriale,volevano evidentemente sfuggire a logiche commerciali,oltre che mantenere un'autonomia culturale ed intellettuale(anche se poi Vittorio era deputato del referente politico della Mondadori,ma vabbè questo è un altro discorso,e poi conoscendo Sgarbi Vittorio anche ad Arcore si sono rassegnati).
L'esperimento della mostra di Genova può essere interessante,ma personalmente ritengo che sia percorribile solo in casi particolari,anche se la fruizione e l'apprezzamento di una mostra va fatta con calma e senza troppa gente "disturbante",come tu dici.Ricordo una visita ai musei vaticani in epoca pre covid,nella quale la gente vociante e presa solo dai grandiosi capolavori classici,come la Cappella Sistina,le stanze di Raffaello e tanti altri,quasi non si accorgeva della sezione dell'arte contemporanea con le opere di Rodin,Van Gogh,Gauguin,Fausto Pirandello,Messina,Manzù,Marini e Guttuso:un pò colpa anche degli organizzatori,che avevano posto quella sezione in un angolo laterale e decentrato lungo il percorso.
Ciao Julia e buon tutto
Clem
P.S. Scusami Julia,circa il mio commento sul post del tuo blog su Sargent,ho visto quella polemica "anonima" che non ho voluto commentare da te per non svilire un blog raffinato e di livello come il tuo....con il mio commento su Boldini ho voluto sottolineare un aspetto collaterale del tuo post e cioè il rapporto umano ed artistico di Boldini con Sargent,...personalmente non mi permetto mai di giudicare i commenti degli altri...
scusami Julia ma era per chiarezza
Ciao
Non ti devi scusare Clem, non tu almeno. Il tuo garbo e la tua educazione ti fanno raro in questi tempi.... Sei libero di interpretare come credi. Sul mio blog ho sempre lasciato la piena liberta' di espressione. A volte capita qualche anomalia. Una volta c'era Giamba ...
Ciao Clem e grazie :-)
Grazie per la interessante spiegazione sulle case editrici e complimenti per la tua collezione Strega! Te la invidio....
Mi sono accorta che quando ho scritto il commento il premio era gia' stato assegnato e non lo sapevo, una piccola gaffe... Scusa.
Grazie e buon tutto a te
Grazie Julia per le tue parole.Sì,mi ricordo di Giamba :-) ...all'epoca ero anch'io su "Il Cannocchiale".
Ciao,a presto
Clem
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