20 giugno 2020

CINQUE MINUTI CON MONET








Qualche anno fa fu tenuta al "Vittoriano" di Roma,una mostra su uno dei più grandi esponenti della corrente pittorica dell'"Impressionismo",Claude Monet,celebre soprattutto per le sue "Ninfee".Quell'anno e quel tempo non erano ancora i tempi del Coronavirus;ma anche oggi,che il tempo del coronavirus stiamo vivendo,con musei,teatri e cinema fino a poco fa chiusi a causa  della pandemia,pure l'arte di Monet possiamo continuare ad ammirare,in modi nuovi e forme diverse.In un tempo che ci costringe a costruire barriere per proteggerci,al Palazzo Ducale di Genova hanno avuto un'idea originale ed innovativa.Una mostra tutta nuova e particolare.Forse un esperimento e un modello per altri eventi da vivere in tempi e spazi nuovi.Gli organizzatori hanno pensato,infatti,di "invitare" i visitatori ad un incontro unico(in tutti i sensi,si potrebbe dire)con un capolavoro artistico per trasformare il distanziamento sociale in un’autentica occasione di avvicinamento all’arte.Così,fino al 23 agosto 2020,i visitatori potranno ammirare da soli e a tu per tu,una delle opere d'arte più famose al mondo:una tela tratta dal ciclo de "Le Ninfee" di Claude Monet,proveniente dal Musée Marmottan Monet di Parigi.A causa delle restrizioni,ciascun visitatore potrà ammirare l'opera per cinque minuti,da solo,avendo in questo modo l'occasione di una visita speciale.L'iniziativa dei cinque minuti con Monet nasce dal tentativo di far diventare il distanziamento sociale l’occasione per un’esperienza estetica immersiva ed emozionante nell'arte.In un tempo di chiusure e barriere,l'idea degli organizzatori è quella di un incontro diretto con un capolavoro,per metterci in ascolto di quanto l’arte con grande capacità narrativa riesce a dire di sè, ma anche di noi.,restando da soli con le "Ninfee" di Monet per alcuni esclusivi minuti.Del resto è risaputo che l’incontro diretto con un quadro allenta i pensieri,allontana le preoccupazioni,dilata il tempo.
Nel 1883 Claude Monet,divenuto ormai un artista affermato,decise di trasferirsi insieme alla famiglia a Giverny,nella campagna Normanna.È soprattutto la luce di Giverny che lo affascina,come scrive egli stesso:"La luce è unica:non si trova uguale in nessun’altra parte del mondo".Successivamente cominciò a realizzare il sogno di una vita: quello di creare un giardino ornamentale modellandolo su stampe giapponesi di cui era appassionato.Il giardino diventa così una costante fonte di ispirazione:le innumerevoli piante e il ponte giapponese diventano protagonisti delle sue opere.Opere meravigliose, testimonianza di una ricerca artistica mai esaurita,e che si è sempre sviluppata intorno alla luce.E se nelle prime opere è ancora possibile distinguere i fiori che galleggiano e la cornice naturale dello stagno,più passano gli anni più il campo si restringe:nell’opera esposta a Palazzo Ducale,proveniente dal Musée Marmottan Monet di Parigi,ci sono solo foglie e fiori che,come scrisse Marcel Proust,"sembrano fiorire in pieno cielo".

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