24 ottobre 2017

E' QUESTONE DI LATINORUM

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In fondo è solo questione di "latinorum".Tu prendi il nome di uno dei tanti  nomi della fauna politica italiota,lo traduci in quella lingua,e hai  un nuovo sistema elettorale.All'italiana,ovviamente.E così,dopo il Mattarellum,il Tatarellum,l'Italicum e il Tedeschellum,il Consultellum,il Verdinellum e lo Speranzellum,tutti comunque molto Porcellum,adesso ci ritroviamo con il Rosatellum.Quello bis,però.In fondo è come il "latinorum" di Don Abbondio.Chi non lo ricorda quel passo dei "Promessi Sposi"?Di fronte alle insistenze di Renzo,Don Abbondio intuisce che per convincere il giovane dell'impossibilità a celebrare il matrimonio con Lucia,deve portargli argomenti che egli non sia in grado di capire.Così elenca,in latino,una serie di motivi che Renzo non sa confutare non conoscendo il latino.Ma cosa c'entra il latinorum di Don Abbondio con quello dei politici italiani?Qual è il collegamento tra quel “latinorum” ed il linguaggio dell’odierna politica italiana?Semplice.Don Abbondio è il simbolo dei governi di questo Paese che agiscono sotto sudditanza del potere finanziario e bancario(ma talora anche in combutta con esso,così come accaduto nello scandalo di Banca Etruria).Dall'altra parte c'è un povero Renzo(non Renzi),cioè un "semplice cittadino" che vuol "soltanto" esercitare un proprio diritto.Ma cosa succede quando il diritto di un cittadino viene calpestato dal sistema fiscale o burocratico italiano,oppure da una multinazionale o dal sistema delle banche?O quando un piccolo imprenditore non ottiene mutui dalle banche se non a interessi da strozzini ed intanto deve pagare valanghe di tasse ad uno Stato sanguisuga?Succede che,come Don Abbondio tradì i doveri della tonaca(come gli rimproverò poi il Cardinal Federico),così i governi italiani tradiscono la funzione per la quale esistono,e cioè il servizio al cittadino il quale,in un vero Stato di diritto,dovrebbe essere il "dominus" della Cosa pubblica.L’individuo vede invece che i propri diritti di cittadino sono solo teorici,non si traducono in realtà,e allora è la stessa Democrazia ad andare in crisi.Si scava un fossato profondo tra Stato e cittadino,il quale non vede risposte concrete ai problemi crescenti delle proprie esistenze,difronte alla crisi del mondo nuovo,come l’immigrazione,il terrorismo islamista,la sicurezza,la finanza,la mancanza di lavoro,il disconoscimento del diritto allo studio e alla salute.
L'incapacità a dare risposte alla vita quotidiana della gente,comporta la divaricazione tra politica e cittadino.Il modello di Stato,originariamente concepito,legava lavoro,impresa,tassazione,sanità,pensioni e dava una rappresentazione vera della politica,rendendola visibile, materiale,riscontrabile,motivando così il cittadino a intervenire con il voto,correggendo, confermando,cambiando secondo la propria volontà.Ma adesso no.Adesso i cittadini sono stanchi,stufi e sfiduciati.Hanno voglia i politici italiani a progettare astrusi "latinorum",Mattarellum,Tatarellum o Rosatellum.La gente non vede lo Stato accanto,nelle esigenze quotidiane e neanche nel soccorso per le calamità naturali,come ad esempio nel terremoto delle Marche e dell'Abruzzo.Il cittadino,di conseguenza,non vota più e se vota si orienta verso un populismo arrabbiato.Il populismo,cioè il soggetto politico che più di ogni altro segna l’epoca che stiamo vivendo,è la risposta rabbiosa della gente contro uno Stato assente e lontano.Il populismo sta intanto divorando le categorie tradizionali della politica,soprattutto con la crisi della rappresentanza.E' il “forgotten man” l'elettore del cosiddetto populismo,quello a cui si è rivolto ad esempio Trump:il cittadino perduto,dimenticato,"diminuito"nei propri diritti.Il paradosso è che la Democrazia,per sua stessa natura e nonostante l'attuale malessere che la sta attraversando,assicura e garantisce l'espandersi legittimo delle forze antisistema,nate tutte dentro il processo democratico,ma per una debolezza culturale e istituzionale della politica tradizionale.E intanto,però,i beneficiari della crisi e del populismo,sono incapaci di convertire la rabbia sociale che eccitano,appagandosi soltanto di dare forma pubblica agli istinti e ai risentimenti:come se fosse possibile fare politica soltanto contro,senza mai qualcosa in cui credere.Sono gli istinti che uniscono Trump,Le Pen,Orban,Salvini,Grillo,uniti nel calcolo del proprio tornaconto basato sugli "Anti"(Anti immigrati,Anti Europa,Anti Euro).La conseguenza più rilevante non è nemmeno la partita contingente per il governo.Il rischio è che la buona,vecchia cultura liberale(tanto più quella liberal-democratica)stia diventando minoranza nel mondo occidentale.Il pensiero liberale ha influenzato le culture di governo e le istituzioni e le costituzioni nate nel dopoguerra.Si capisce che il populismo,alla ricerca di una supposta palingenesi,attraverso una totale "tabula rasa",voglia cancellare proprio quell'Idea e quegli ideali.La speranza del populismo "Anti" e basta è una politica senza cultura:ma il sistema politico italiano,nonostante la consapevolezza del pericolo,continua ad agire in modo tale da tenere lontano il cittadino,e lo guarda da lontano,come cosa lontana,solo attraverso un cannocchiale. E il "latinorum" dei vari sistemi elettorali certo non basta a risolvere il problema.




























 
 
  
 
 

 
 
 
 
 

 

2 commenti:

Julia ha detto...

Trovo tutto questo ridicolo e lontano dalla scuola di lingua italiana che ha fatto una certa storia..
Mi piace l'accostamento che hai fatto con don Abbondio, molto acuto e che rende appieno.

Ti avevo lasciato un commento ai post precedenti ma vedo che non c'è, comunque li avevo apprezzati
Ciao Clem
Buon tutto

Clem ha detto...

Si Julia, ho letto il tuo commento e proprio grazie a quello ho deciso di togliere quel post, che come potrai vedere non c'è più (l'ho riportato nelle bozze).....lo avevo scritto... così, perché quella data,il 15 settembre,mi faceva ricordare una persona che ha avuto gravi problemi di salute ed insieme alla quale sono stato per un po' insieme quando eravamo ragazzi. Ma proprio grazie al tuo commento ho capito che certe cose è meglio tenersele dentro anche se hai la necessità,a volte, di pensare a voce alta...grazie anche per questo,oltre che per i tuoi passaggi
Ciao
Clem