Probabilmente molti pensavano che,dopo la sorpresa(e le polemiche)per l'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 2016 a Bob Dylan ,il Premio Nobel di quest'anno fosse assegnato allo scrittore giapponese Murakami Haruki .E invece Il Premio è andato ad uno scrittore nato in Giappone,ma di adozione inglese e cioè Kazuo Ishiguro“per aver mostrato - questa la motivazione fornita dall'Accademia svedese reale per le scienze - in romanzi dal grande impatto emotivo,l'abisso che nasconde il nostro illusorio senso di essere parte del mondo”.Nel suo Paese natale Ishiguro è tornato solo molto più tardi e da adulto.I suoi primi due romanzi "Un pallido orizzonte di colline" (1982),e "Un artista del mondo fluttuante" (1986), sono ambientati a Nagasaki pochi anni dopo la seconda guerra mondiale in un contesto storico e umano,quindi,profondamente significativi per il Giappone.Già in quei due libri emergono le tematiche dei libri di Ishiguro:la memoria,il tempo,l’autoinganno e l'angoscia esistenziale.Ma c'è soprattutto un romanzo "Quel che resta del giorno" che forse è conosciuto dal grande pubblico più come film(interpretato da Anthony Hopkins)che come romanzo.Esso racconta della prima settimana di libertà del maggiordomo Stevens,durante la quale egli ripensa alla propria vita al servizio di un lord filonazista e ultraconservatore,una vita fatta di assoluta dedizione al lavoro e rispetto della tradizione.E riflettendo e guardando il mondo di "fuori",Stevens si rende conto di non essere mai riuscito ad essere se stesso,di non aver mai vissuto una vita propria.
Di coscienza di sé e di ricordi parla anche l'altro libro di Ishiguro "Non lasciarmi"("Time" lo ha considerato come il migliore romanzo del 2005 e lo ha inserito nella lista dei cento migliori romanzi in lingua inglese pubblicati dal 1923 al 2005)."Non lasciarmi" è la storia di un'amicizia e di un amore nati in un misterioso collegio inglese,Hailsham,in cui si "addestrano" bambini che crescono del tutto ignari delle cose del mondo esterno e che si scopriranno esseri inferiori senza piena coscienza di sé.Ed è significativo che i protagonisti e gli altri personaggi non si pongono nessuna questione esistenziale,accettano senza ribellarsi,non si chiedono il perché di una vita,in realtà non-vita,come quelle vite "allevate",che nessuno crede essere davvero Uomini,capaci di sentimenti ed esistenza vera.Del resto le parole dell'istitutrice,Miss Lucy "dovete sapere chi siete e che cosa vi aspetta" sono estremamente significative.Leggendo "Quel che resta del giorno",in cui Stevens esce per la prima fuori dalla casa ove presta servizio,sembra quasi di leggere la " Tempesta " di William Shakespeare in cui Miranda,figlio del mago Prospero,si meraviglia della bellezza e della straordinarietà del mondo che sta scoprendo per la prima volta.E,quando in "Non lasciarmi" ci si chiede come possa essere basato un mondo sull'allevamento di cloni adibiti ad organi di ricambio.("Non lasciarmi" è ambientato in un presente alternativo in cui la medicina consente la vita media fino a cento anni)sembra di sfogliare le pagine del romanzo distopico "Il Mondo Nuovo" di Aldous Huxley.
Nell'ultimo suo romanzo,"Il gigante sepolto"(2015)Ishiguro racconta la storia fantastica di una coppia che,sebbene anziana,decide di partire alla ricerca del figlio che non vedono da anni.Il viaggio si svolge sempre all'interno di una nebbia sottile che confonde e cancella i ricordi.E proprio in questa nebbia l'autore riflette sul rapporto tra memoria e oblio,tra storia e presente,tra fantasia e realtà.E pone la questione se vale veramente la pena di recuperare memoria e ricordo.Così,infatti,si legge a un certo punto del romanzo:"Non è forse meglio che le cose rimangano nascoste alle nostre menti? (…) non avete paura dei brutti ricordi?”.E Ishiguro pone queste domande pensando alle tragedie collettive di Bosnia e Rwanda .
Nell'ultimo suo romanzo,"Il gigante sepolto"(2015)Ishiguro racconta la storia fantastica di una coppia che,sebbene anziana,decide di partire alla ricerca del figlio che non vedono da anni.Il viaggio si svolge sempre all'interno di una nebbia sottile che confonde e cancella i ricordi.E proprio in questa nebbia l'autore riflette sul rapporto tra memoria e oblio,tra storia e presente,tra fantasia e realtà.E pone la questione se vale veramente la pena di recuperare memoria e ricordo.Così,infatti,si legge a un certo punto del romanzo:"Non è forse meglio che le cose rimangano nascoste alle nostre menti? (…) non avete paura dei brutti ricordi?”.E Ishiguro pone queste domande pensando alle tragedie collettive di Bosnia e Rwanda .
La memoria,il tempo,l'angoscia esistenziale,l’autoinganno sono i temi delle opere di Ishiguro.Già.L'autoinganno.Che ci pone la domanda ulteriore:ma ci siamo davvero in questo mondo e come ci stiamo in questo mondo?
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