Del disastro ferroviario in Puglia mi rimarranno negli occhi gli uliveti fitti di quella terra,il sole accecante di una calda giornata di luglio,l'immagine delle carrozze di due treni locali,uno dentro l'altro adesso congiunti,entrambi distrutti,sventrati,squarciati.E mi rimarrà nella testa un ininterrotto gracchio di cicale.E mi resterà l'immaginazione dei pezzi di vita che in quel momento correvano su quell'unico binario su quei due treni in corsa;l'immaginare la gente che sopra i sedili di quei treni fino a qualche minuto prima parlava,discuteva,rideva,raccontava.E m'immagino i racconti dei ragazzi che tornavano dall'Università,degli esami che avevano fatti e del prof. che era tosto ma bravo e poi delle loro vacanze che stavano per cominciare,e di quei posti dove quest'anno sarebbero andati solo per qualche poco tempo di mare,non come l'altro anno,perchè la crisi c'è e la senti e la vedi,ma insomma qualche giorno di mare pure lo farò.E m'immagino quell'impiegato pendolare che quel treno di pendolari tutti i giorni prendeva;i suoi pensieri per la famiglia e per il figlio che non lavora,ma che sì,insomma,diamine qualche cosa,prima o poi,con l'aiuto di Dio,pure uscirà.E m'immagino quella coppia d'anziani che come tutti gli anni,anche quest'anno dal loro figlio in Puglia tornava.E anzi quest'anno ancora di più per vedere il nipotino che era appena nato.E mi rimarranno negli occhi,gli occhi terrorizzati di quella donna incinta,di quella vita-per fortuna salvatasi- che in sé un'altra vita portava.E mi rimarrà l'immagine del grande cuore italiano;l'immagine della tanta gente che andava verso gli ospedali a donar sangue,perchè così,forse,chissà qualche altra vita ancora si salva.E mi rimarrà l'immagine dei centomila collegamenti delle televisioni e dei telegiornali e dei servizi "in esclusiva" tv.Dei tanti(dei troppi?)inviati più o meno speciali che in mezzo alla campagna una volta di più raccontano la strage.E mentre gli inviati parlano e intervistano i volontari e i soccorritori e le famiglie,nelle campagne girano le telecamerere e "guardano"i luoghi della strage,e inquadrano quel maledetto binario unico e quella ferraglia indistinta accartocciata e distrutta.E su ogni tv,in qualsiasi tg,sotto la voce del giornalista,mi rimarrà quel gracchio ininterrotto di cicala,che forte,sempre più forte scende dai rami degli ulivi,quel gracchio che sembra quasi il pianto di un cristiano.
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