Una "neverending story" è quella degli scandali politico-economici in Italia.Un intreccio perverso di interessi,affari,connubi tra poteri politico,finanziario,bancari ed industriali che dura da 50 anni.50 anni di scandali.Gli scandali Eni e Montedison,per esempio.Oppure lo scandalo Sindona e quello della P2.Quello della Parmalat,fino alla stagione di Tangentopoli,con la quale sembrava chiuso il periodo della corruttela della Prima Repubblica.Ed invece no.Dovevano venire ancora altri scandali :quelli dei Paschi di Siena,dell'Expo di Milano,del Mose di Venezia e tutti quelli di tutte le Regioni d'Italia.Ed ogni volta il potere politico(lo stesso,cioè,sempre coinvolto in quegli scandali)promette una palingenesi,una "autopurificazione,la ricostruzione di una pubblica moralità,mediante "altre,nuove e diverse" regole e leggi come se quelle esistenti fossero poche.Anche gli ultimi 3 governi,tutti senza legittimazione,tutti senza consenso popolare(e quindi tutti senza controlli)hanno percorso questa strada.Il governo Monti emanò la legge anticorruzione per ostacolare ogni tipo di "sviamento" dalle regole delle Amministrazioni d'Italia.Il governo Letta emanò la legge Severino,una legge che qualificare assurda e grottesca è dire poco.E adesso arriva Renzi con le sue Autority ed i suoi commissari anticorruzione.Incredibile.Per combattere la corruzione si nominano commissari che controllino la pubblica moralità.Roba da soviet.Ma è mai possibile,serio,imporre per legge una morale di Stato?Una morale ed una moralità di Stato che conduce dritti allo stato etico,e da qui alle sue conseguenze:autoritarismo e repressione.No,nè di "commissari" nè di Autorità della pubblica moralità c'è bisogno.E' altro,invece, che i politici devono scrivere nelle carte(già troppe)sulla moralizzazione della politica.Quello che è veramente importante è la necessità di avere uno “Stato minimo”,il meno possibile "presente" nella vita del cittadino.Ed in Italia,invece,lo Stato è invasivo ed onnipresente.E non si contano le imprese controllate dallo stato come Eni,Snam,Enel,Trenitalia,Terna,Poste,Finmeccanica,Fincantieri,tutte le banche gestite dalle Fondazioni pubbliche(mai sentito parlare di una roba del tipo Monte dei Paschi di Siena?).E poi gli affidamenti "in house" ad una miriade di aziende esterne,e poi la Cassa Depositi e Prestiti con la selva di società partecipate.E poi le attività formalmente "private",ma in mano ai partiti,come le cooperative rosse,la galassia di Comunione e Liberazione.Questo mondo "divora" i 2/3 dell’economia italiana.Altro che "Stato minimo".Ecco come si alimenta la corruzione.Quanto maggiore è la porzione di economia gestita da burocrati e politici,tanto più vasto è il brodo di coltura del malaffare.Alcuni dati sono significativi:Transparency International pubblica un confronto internazionale sulla corruzione. Tra gli Stati meno corrotti ci sono i paesi dove lo Stato è meno invadente: Danimarca,Finlandia,Svezia,Norvegia,Svizzera,Olanda,Australia,Canada.In fondo alla classifica,invece,ci sono regimi come lo Yemen,il Congo,l’Iraq, l’Afghanistan,la Siria,Haiti insieme a paesi con regimi autoritari,autocrazie di stampo socialistoide come il Venezuela.All’ultimo in assoluto Corea del Nord,faro del comunismo.L’Italia è a metà classifica,al 69mo posto.E per questo che i Fiorito,i Lusi,i Belsito,si moltiplicano dappertutto:in Italia lo Stato non è nè minimo nè leggero.Lo Stato è soffocante,autoritario con i deboli,vigliacco con la nomenklatura.E la corruzione dilaga proprio dove la mezza tacca di burocrate deve concedere l’autorizzazione anche per andare in bagno.Senza dimenticare che in Italia le grandi banche,i fondi pensione,il risparmio gestito sono in mano a politici (o ex politici)e sindacalisti.Lo "Stato minimo",dunque.Ma quando tutto decide lo Stato,senza riguardo per i diritti dei governati, inevitabilmente si creano commistioni incestuose tra grandi imprese e politica."Stato leggero",dunque,Stato liberale,perciò.Ma questo Paese liberale veramente non è lo mai diventato."This is the problem".
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