Il 19 giugno 1901 nasceva a Torino Piero Gobetti.Il suo pensiero potrebbe essere visto sotto diversi aspetti e da molteplici prospettive,tanto ampio,poliedrico,multiforme fu l'intelletto del personaggio.Gobetti fu infatti critico letterario,acutissimo teorico e osservatore politico.Fu editore e fondò la famosa rivista,"Rivoluzione Liberale",così tanto temuta dallo stesso Mussolini e sulla quale scrissero nomi come Croce ed Einaudi.Ma qui si cerca di vederlo solo per le sue posizioni politiche e culturali verso il "fenomeno" del fascismo.Gobetti vede il fascismo non solo come regime violento,autoritario,antidemocratico.Egli,invece,lo inquadra come fatto eminentemente nazionale,specificamente italiano.Per Gobetti il fascismo è l'"autobiografia" della nazione, qualcosa che non poteva non essere proprio di questa nazione,qualcosa che nasce nello stesso corpo sociale italiano.Una visione,questa,fuori dalla solita retorica antifascista(così presente ancor'oggi in Italia)secondo cui il fascismo fu l'occasionale presa del potere da parte di uno sparuto gruppo di persone che si impose al paese con la violenza.Ma se il fascismo si afferma nella società italiana,ciò è possibile per Gobetti perchè quella italiana è una "democrazia imperfetta".Il fascismo è negazione della democrazia,è ovvio.Ma "Democrazia",per Gobetti,non è solo rispetto delle opinioni altrui o difesa della legittimità di ogni forma di pensiero.Democrazia è anche "partecipazione",dibattito di idee,magari anche scontro delle idee,ma comunque presenza delle idee,dalle quali deriva il coinvolgimento di tutti nelle scelte democratiche.Se c'è apatia,indifferenza,accettazione passiva non c'è,non può esserci democrazia.Ma democrazia presuppone anche qualche cosa d'altro e qualche cosa di ancora più impeganativo:l'assoluta,ferrea coerenza rispetto alle proprie idee.E nel popolo italiano specialmente questo secondo elemento è venuto spesso a mancare ed anche ai giorni nostri tuttora manca .Questa condizione culturale e politica degli italiani determina la "democrazia imperfetta".La ragione per cui il fascismo trovò strada facile nel diffondersi va ricercata nel fatto che esso riguarda la questione della coerenza.Il fascismo nasce da un'unanimità consenziente,una dimensione in cui tutti sono d'accordo su tutto e in cui,di fatto, si rinuncia alla dialettica democratica.
[...]il fascismo è stato qualcosa di più;è stato l'autobiografia della nazione. Una nazione che crede alla collaborazione delle classi; che rinuncia per pigrizia alla lotta politica,è una nazione che vale poco (da "L'Elogio della Ghigliottina)
Rileggendo Gobetti non si può non pensare che il fascismo non è superato:è stato semplicemente rimosso dal paese e che in qualche modo esso alligni ancora nelle nostre carni.Perchè anche oggi,ancora oggi in Italia c'è una "democrazia imperfetta".Perchè anche oggi,ancora oggi,in "questa" Italia,regna sovrana la cultura dell'apatia,dell'indifferenza,dell'accettazione passiva.Perchè anche oggi,ancora oggi,in Italia c'è l'incapacità a sviluppare un "pensiero pensante" un pensiero critico contro il "pensiero unico" del vincitore.Perchè anche oggi,ancora oggi in Italia trionfa il "conformismo delle idee e dei valori",di chi sa subito "acconciarsi" al pensiero e alla volontà del vincitore rispetto alla parola "coerenza".Cosa che il liberale Gobetti mai fece,mai avrebbe fatto.
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