03 febbraio 2013

L'UNIVERSITA' DI PAPA'




Quasi 60mila iscritti in meno alle nostre università tra il 2003 ed 2011.Un meno 17%.E' come se fosse scomparsa la Statale di Milano.Inevitabili,nei tg e sui giornali,seriosi approfondimenti ed indagini socio-economico-culturali.E grande angoscia" tra quelli che si preoccupano che nel corso degli anni i governi (quelli di centrodestra,naturalmente)non hanno garantito il "dettato" costituzionale del diritto all'istruzione.
Ma sul calo delle iscrizioni va detto qualcos'altro.Perchè l'Italia è cambiata,perchè la società italiana è cambiata,perchè la scuola e le Università italiane oggi sono cambiate.A quelli che si preoccupano del dettato costituzionale forse è sfuggito qualcosa.Sì,perchè "quelli" del dettato,quelli del politically correct,quelli del diritto garantito a tutti e a tutti i costi,non si accorgono che sono proprio i giovani ad allontanarsi,volontariamente e consapevolmente,dalle Università.Perchè le Università,così come oggi sono,creano solo un esercito di disillusi.E non sono solo i "costi" delll'Università ad allontanare gli studenti.E non sono tanto i tagli alle Università  che costringerebbero le famiglie meno abbienti a rinunciare ad iscrivere i loro figli all’università e che priverebbero questi ultimi della speranza nel futuro.Il fatto è un altro:i giovani non credono più ai miti di vecchie ideologie,quelle sessantottine tanto per intenderci,che ancora sopravvivono ai cambiamenti profondi della società italiana.Adesso sono gli stessi giovani che stanno cominciando ad aprire gli occhi sulla grande truffa dell’università italiana.Perchè quei giovani laureati, insieme alle loro famiglie,vivono sempre più il fallimento dell’offerta formativa universitaria.E solo dopo, quando finalmente cercano di entrare nel mondo del lavoro,si accorgono che la preparazione fornita nei cinque-sei anni di studi,non può essere "spesa" adeguatamente e che,anzi,sono stati "persi" anni nei quali esperienza lavorativa e reddito avrebbero potuto essere accumulati già da tempo.Senza parlare poi della rigidità del mercato del lavoro che non è l'automatico ed immediato sbocco del percorso formativo universitario e che perciò non garantisce ingressi nel mondo del lavoro.
E così si fa credere che l’università sia davvero alla portata di tutti,attraverso una fraudolenta e malintesa forma di egalitarismo.Ma poi il giovane si rende conto che è stato tutto un imbroglio e che ha passato anni e che ha speso cifre economiche non indifferenti,quasi inutilmente rispetto alle competenze richieste dal mercato.Ed è perciò che la crisi dell'Università è altra e va ricercata altrove.Va ricercata,ad esempio,nel fatto che l'università italiana è luogo di nepotismo,che favorisce privilegiati e raccomandati.E familiari.Quante cattedre,quanti corsi universitari sono state creati "ad personam" anche se poi sono seguiti solo da 4-5 persone?Ed è invece il "diritto ereditario" la materia prevalentemente "insegnata" nelle Universitarie italiane,dalle baronie familistiche universitarie.Come a Bari,ad esempio.Dove il Magnifico Rettore Giovanni Girone ha,tra i suoi docenti,sua figlia  Girone Raffaella.E suo figlio Girone Gianluca e sua moglie Girone Giulia.E poi,per completezza,c'è "anche" Francesco Campobasso,marito della professoressa Raffaella.Ed il giro d'Italia delle famiglie univeritarie italiane potrebbe continuare.Ma non serve fare questo giro.Basta guardare all'interno del Governo Monti.La "famigerata" Fornero,infatti,insegna all'Università di Torino ed ha come colleghi docenti,il marito Deaglio e la figlia Silvia.E poi c'è ancora il ministro Martone,quello secondo il quale se i ragazzi si laureano tardi sono degli sfigati".Mentre lui,invece,ha fatto una rapidissima carriera universitaria grazie agli aiuti dei colleghi di papà.
Difronte a tutto questo l'università italiana non può che sfornare pochi e poco qualificati professionisti che poi portano la loro impreparazione nella società italiana,contribuendo a dequalificarla nella cultura e nelle professioni.E difronte a questo non poteva certo avere spazio la "Riforma Gelmini" che portava un pò meno di nepotismo ed un pò più di responsabilità negli atenei italiani.
E difronte a tutto questo c'è il prossimo Premier italiano Pierluigi Bersani,che mesi fa si arrampicava sui tetti delle Università per portare la propria solidarietà pelosa agli studenti.Una solidarietà che di fatto ed in concreto,è stata una solidarietà ad un'altra delle tante corporazioni di cui è "ricco" questo Paese:quella delle baronie universitarie italiane.                            

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