20 maggio 2025

NON E' FRANCESCO


L



Ci hanno messo poco i Cardinali riuniti in Conclave ad eleggere il nuovo Papa;c'è voluto poco perchè quell'antichissima e sacrale formula fosse ripetuta ancora una volta:"Habemus Papam".
E il Papa che abbiamo adesso è il "cardinalem Prevost","qui sibi imposuit nomen:Leone decimoquartum".Ha scelto di chiamarsi Leone XIV l'ex cardinale Robert Francis Prevost, 267° Papa della Chiesa cattolica,nato a Chicago,primo Papa americano.
L'ultimo Papa con questo nome fu Vincenzo Gioacchino Pecci, nato vicino Roma che prese il nome di Leone XIII,appunto.Leone XIII scrisse molte encicliche ma soprattutto una, la «Rerum Novarum»,è ancora oggi fonte di ispirazione per la Chiesa e per il mondo.Essa segnò l’inizio della «dottrina sociale» della Chiesa,che influenzò profondamente il pensiero cattolico del XX secolo,con l'impegno forte nelle questioni sociali.Ed è stato questo il motivo della scelta del nome anche di Papa Prevost.

Alla fine dell’800 l’Europa era nel pieno della rivoluzione industriale che aveva profondamente trasformato il mondo del lavoro, creando nuove opportunità ma anche gravi ingiustizie e sfruttamento senza regole anche di donne e bambini.Questi squilibri sociali e lo sfruttamento dei lavoratori furono sempre raccontati nei suoi romanzi dello scrittore inglese Charles Dickens.Così fra il capitalismo sfrenato e il socialismo più radicale e ateo,la Chiesa non rimase spettatrice e Papa Pecci rispose alle domande della nuova società del lavoro con la «Rerum Novarum»(«Delle cose nuove»),che affrontava temi come la dignità e il valore del lavoro e la necessità di garantire condizioni dignitose ai dipendenti.Anche Leone XIV,nel cambiamento epocale che viviamo,non vuole esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducocono a condizioni indegne di lavoro e a disparità sociali,con opulenze da un lato e indigenza dall'altro.
Papa Prevost ha una grande sensibiltà verso questi temi dovuta anche alla sua esperienza missionaria in Perù,andando però anche oltre,guardando alle "cose nuove" di questo terzo millennio ed in particolare alle opportunità ma anche ai problemi posti dall'intelligenza artificiale».Problemi che vanno dalla perdita di posti di lavoro,alla manipolazione delle verità,alla violazione degli istituti costituzionali e democratici,all'etica,alla privacy e all'espropriazione delle capacità umane da parte della Macchina,come evidenziato dal filosofo Remo Bodei nel suo libro Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale .
 
Questa sensibilità Leone la espliciterà sicuramente nella vicinanza ai deboli,agli ultimi e ai migranti,maturata dalla sua lunga permanenza come missionario in Perù,Paese di cui ha ottenuto anche la cittadinanza e al quale è rimasto profondamente legato.Ed anche in Perù lo ricordano per quei suoi tanti atti di carità,solidarietà e vicinanza alle popolazioni locali.Durante la pandemia lanciò la campagna di solidarietà “Ossigeno della speranza”,mobilitando tutta la regione per gli aiuti e comprò due macchinari per l’ossigeno,salvando vite. Poi, nel 2023, durante la catastrofica alluvione del ciclone "Yaku" del Perù, si mise gli stivali di gomma e il casco,motivando i cittadini e aiutando in prima linea.Saliva cavallo oppure a piedi su per la china di sentieri di montagne impervie,spesso battuti dalla pioggia,per visitare le popolazioni locali in villaggi remoti,riposandosi di notte sui pagliericci offerti dai contadini.
Sui migranti,lui,discendente di migranti,ha già mostrato con forza le sue posizioni.Già da cardinale,infatti,negli scorsi mesi ha più volte criticato l’amministrazione Trump per le sue politiche sull'immigrazione ed in ispecie il vicepresidente JD Vance per la sue violente posizioni sui migranti.
Legato all'attenzione per i migranti c'è l'altro tema forte sul quale già da cardinale Prevost si è impegnato e cioè quello dei cambiamenti climatici.Perchè i cambiamenti climatici colpiscono soprattutto i più vulnerabili e ne aggravano ancor più le condizioni di vita.Il cambiamento climatico sta rendendo i disastri sempre più frequenti e intensi e causano la perdita di mezzi di sussistenza,raccolticaselavoro vite umane.E sono loro,le persone meno abbienti e che vivono in contesti remoti e afflitti da guerre e discriminazioni che subiscono più gravemente gli effetti dei disastri ambientali che li costringono ad emigrazioni di massa dal Sud al Nord del mondo.

"Pace",è stata la prima parola che Leone XIV ha pronunciato quando si è affacciato dal balcone della Basilica di S. Pietro subito dopo la sa elezione.Prevost ha delineato la sua visione per l’azione della Chiesa nel mondo squassato da guerre e ingiustizie, rinnovando il proposito centrale di costruire «ponti» di dialogo.Epperò Leone ha un'idea di pace nettamente diversa da quella di Bergoglio;ad esempio,sull'aggressione russa all'Ucraina,Prevost parla di pace giusta e di Ucraina aggredita",rifiutando l'antioccidentalismo di Francesco per il quale la Nato "abbaiava alla Russia",chiedendo nel contempo all'Ucraina di "alzare bandiera bianca".

Non soltanto sul tema della pace si ha netta la sensazione che Prevost sarà tutt'altra cosa rispetto a Francesco.Timido e riservato,è uomo del dialogo,privo di spigolature caratteriali e autoritarie come quelle di Francesco che hanno creato spaccature e malumori all'interno della Chiesa.Già in alcuni atteggiamenti subito dopo l'elezione si è vista la sua diversità da Bergoglio.Quando è uscito alla Loggia delle benedizioni,vestito da Papa,era commosso.Niente buonasera,come Francesco,ma “la pace sia con voi”, e cioè “le prime parole del Cristo risorto”,con uno stile diverso rispetto a "prima".E poi nessun discorso a braccio,ma parole lette,quasi col timore di sbagliare e quell'ammonimento ai cardinali:"chi ha posti di responsabilità nella Chiesa deve sparire perché Cristo rimanga".
E poi il bisogno per l'occidente cristiano di riscoprire la liturgia,“il senso del primato di Dio”,la penitenza e il digiuno, “il pianto per i peccati propri e dell’intera umanità”.Quasi un disperato cercare la memoria per un’Europa dimentica di Dio.
Ed anche in quella sua discrezione Papa Prevost sarà diverso da Francesco:non ama i selfie e alla sfilata per il saluto dei capi del mondo non vedeva l’ora di farla finita,di scappare dal carnaio di umano di gente plaudente,dalla sequela di smartphone a immortalarlo,baciamano dei potenti del mondo ipocritamente ossequiosi.Lui abbozzava un sorriso, una stretta di mano e avanti il prossimo.No,lui non è un Papa pop:le folle lo intimidiscono e lui si commuove nel parlare,cercando di nascondere questo bellissimo sentimento che sembra debolezza ma che è "solo" grandezza.Non è,non sarà uomo da interviste scalfariane o di quelle insopportabili di Francesco a bordo di un aereo o in televisione su Inferni,cardinali da bastonare e "chi sono io per giudicare",salvo poi parlare di "frociaggine".Alla privacy, questo Papa ci tiene:"Sparire perché rimanga Cristo",appunto.
Prevost,sia per carattere che per senso dell’Istituzione, appare lontano dalla soverchiante presenza mediatica di Francesco. Perchè Francesco era il Papa che piaceva "alla gente che piace".Leone offre meno titoli ai giornali, meno “notizie”, nessun “chi sono io per giudicare”, figuriamoci frasi del tipo “se qualcuno insulta la mia mamma gli aspetta un pugno”,(l'omai famigerato giustificativo bergogliano per la strage islamista nella redazione parigina di Charlie Hebdo).I suoi sono discorsi essenziali ma densi di sentimenti e contenuti forti:“A Gaza si muore di fame”.

Per quanto riguarda i principi basilari della Chiesa Leone XIV ha già fatto capire che ci sarà una revisione rispetto a quegli atteggiamenti ondivaghi,a quelle aperture e quelle rapide retromarcia sui problemi etici fondamentali per la Chiesa.Così,ad esempio egli ha già avvertito che non potrà non «dire la verità sull’uomo e sul mondo,ricorrendo ad un linguaggio schietto,anche a costo di suscitare "qualche incomprensione".Messaggio preventivo per chi già scorge,entusiasta o preoccupato,nella destra e nella sinistra politica italiana e mondiale,un altro Papa “iper-progressista”.«Società civili armoniche e pacificate possono essere costruite solo investendo sulla famiglia,fondata sull’unione stabile tra uomo e donna». Con buona pace delle aperture di Francesco ai divorziati o alla comunità Lgbtq+ e di tutti quelli che prima di Francesco e ora di Leone vorrebbero "appropriarsi",ma solo quando a loro conviene.

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