Raffaello di anni ne visse 37.Egon Schiele ancor meno,soltanto 28.Pochissimi,eppure in un così breve arco di vita entrambi furono capaci di diventare due grandissimi pittori dei loro tempi,ma alla fine di tutti i Tempi.Proprio a questo concetto,del resto,si rifaceva Egon Schiele,del quale quest'anno si commemorano i 130 anni dalla nascita,avvenuta il 12 giugno 1890:"L'Arte non può essere moderna,l'Arte appartiene all'Eternità".Schiele morì nel 1918,quando la febbre spagnola se lo portò via,sorte che toccò anche ad altri artisti,pensatori e letterati di quegli anni,come Apollinaire,Edmond Rostand(l'autore del Cyrano de Bergerac)Max Weber e Gustav Klimt,quest'ultimo,peraltro,amico e grande estimatore del pittore austriaco.Nato vicio Vienna,figlio di un capo stazione,Schiele trascorse l’infanzia tra binari e locomotive,i suoi primi soggetti.Poi,all'interno di una società rigida e inibita,eppur ricca di fervore culturale come Vienna,dove,ad esempio,Freud sviluppò gran parte della sua ricerca,Schiele indagò i limiti della carne e della sessualità e ogni umana fragilità.La pittura di Schiele all'inizio partì dal proprio "sé",come testimoniano i suoi tanti autoritratti in cui rappresenta un "io" forse inizialmente a lui stesso sconosciuto.Ma è grazie alle donne che Schiele diventa famoso:ritrae la sorella Gertl,e poi le sue amanti;ed ancora prostitute,ragazze comuni,puerpere che cerca negli ospedali quando è preso da un improvviso interesse per la maternità.I soggetti femminili destano scalpore e scandalo a causa di un’intensa carica erotica.Ed ancora oggi Schiele riesce a produrre tali effetti,se si pensa che nel 2018 le riproduzioni delle sue opere vennero censurate sugli autobus di Londra.Ma oggi che siamo entrati nel Terzo Millennio,ci accorgiamo di quanto Schiele sia stato innovatore,conferendo alla Donna,una dimensione e un ruolo importante,gurdandola come persona dotata di un proprio carattere e personalità,non come immagini di una bellezza estetizzata.La produzione artistica di Schiele ebbe più tardi un cambiamento.Se la prima parte della sua produzione si era segnalata per il desiderio di trasgredire,più tardi egli svilupperà uno stile più sereno,preferendo rivolgersi alla natura.Oltre gli autoritratti e i nudi femminili,andò così a scoprire,un mondo nuovo,a partire dai paesaggi:da quelli acquatici di Trieste,la città più amata,ai villaggi austriaci,dove anche le case sono capaci di esprimere uno stato d'animo.
A Klimt e Schiele fu dedicato,qualche anno,il film "Klimt & Schiele.Eros e Psiche" (sopra) che riporta in vita l'arte dei due più grandi protagonisti della corrente artistica nota col nome di "Secessione viennese",con la quale si intendeva esplorare l'arte al di fuori dei canoni tradizionali.
2 commenti:
Ciao Clem. Che sorpresa gradita il tuo post di arte. Hai menzionato uno dei miei artisti preferiti, Klimt, e amo quelli che tu giustamente hai definito poco conosciuti soggetti a sfondo naturale di Schiele. Naturalmente ho visto il film, ben fatto e che soddisfazione se sei un amante dell'arte.
Bella la citazione di Whitman nel post precedente che condivido e bello il pezzo su Jannacci, un grande uomo e personaggio.
Buon tutto e grazie della visita
Ciao
Leggevo una recensione su Klimt e ho voluto approfondire Schiele,che in quella recensione veniva richiamato.Ho trovato interessanti i rapporti tra le opere di Schiele sulla sessualità e sulla donna con le teorie e gli studi di Freud sugli stessi temi.Si mi piace l'arte,soprattutto letteratura,pittura e scultura.Quanto a Whitman,che pure conoscevo,l'ho approfondito di più da quando mi hai segnalato qualche sua citazione:assolutamente fantastico.
Grazie a te e a presto.
Ciao
Clem
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