E' arrivato in Italia il Premier cinese Xi Jinping per siglare con il Governo italiano un accordo commerciale per un faraonico progetto denominato "Nuova Via della Seta (One Belt,One Road)che prevede la creazione,anche sul territorio italiano,di due corridoi per connettere la Cina all’Europa:un corridoio terrestre(One Belt)e un corridoio marittimo (One Road).La "Via della Seta" ricorda i percorsi del famoso tessuto prodotto in Oriente che arrivava in Europa via mare diversi secoli fa.Una tratta che adesso Xi Jinping vuole trasformare in un grande progetto industriale,commerciale e di infrastrutture per poter ampliare la forza economica della Cina in Europa.Una occasione di ricche commissioni e grossi affari per le industrie e per il rilancio strategico di infrastrutture come i porti di Trieste e Genova oltre che l'apertura,per il governo,di un discorso privilegiato per l'acquisizione di capitali necessari a fronteggiare l'immensa voragine dei conti pubblici.Ma,al di là del fatto meramente commerciale,il governo italiano avrebbe il dovere di fare anche qualche altro e diverso discorso.Xi Jinping,infatti,arriva in Italia a 30 anni esatti dai fatti che sono poi passati alla storia come "La Primavera di Piazza Tienanmen".Nel 1989,infatti,operai e studenti,e tanta gente comune,scesero proprio in quella piazza per chiedere diritti,per avere libertà.Libertà di esprimersi,di spostarsi,di pianificare la propria vita scolastica e lavorativa,la vita della propria famiglia,il numero dei propri figli,la possibilità di fare quello che centinaia di milioni di persone fanno ogni giorno in tutto il mondo:scrivere al mondo intero le proprie idee,leggere liberamente ogni scritto che l’uomo produce.In quei mesi tra l’aprile e il giugno 1989,decine di migliaia di giovani affluirono dalle campagne,uscirono dalle università,senza armi,con i fiori in mano,senza esercitare alcun tipo di violenza,riunendosi nella piazza simbolo della Cina e del suo regime:Piazza Tienanmen.La sterminata piazza si riempì di decine di migliaia di studenti,che avevano visto quello che stava accadendo in Europa,dove il vento della libertà soffiava anche tra i giovani dei regimi comunisti europei e dove qualche mese dopo sarebbe crollato il Muro di Berlino,simbolo dell'oppressione comunista.Ma negli ultimi giorni di maggio il governo cinese diede ordine all'esercito di stroncare la rivolta con la forza.Così nella notte tra il 3 e il 4 Giugno,le truppe si aprirono la strada verso piazza Tienanmen sparando ad altezza d’uomo con i fucili e le mitragliatrici dei blindati,schiacciando con i cingoli dei carri armati decine e decine di ragazzi e ragazze.Fu una carneficina.Alcune fonti affermarono che ci furono più di 15.000 morti.Piazza Tienanmen,la porta della pace celeste(questo il significato di Tienanmen in cinese)si ricoprì di migliaia di cadaveri stritolati dai cingoli dei carri armati T-72.Oggi di quell’episodio in Cina non si può parlare,non si può scrivere,non lo si può ricordare,nè,peraltro,lo hanno più ricordato o lo ricordano i governi democratici d'occidente,la cui cultura di libertà e tolleranza maturata nei secoli,pure imporrebbe loro di parlare.In Italia solo Marco Pannella che da solo e nel silenzio di tutto l'Occidente,ebbe il coraggio di battersi per il rispetto dei diritti umani in Cina,sostenendo il Dalai Lama,Premio Nobel per la Pace,e la causa per la libertà del Tibet.Sui diritti umani e sui sogni dei ragazzi cinesi dell'89,che sfidarono la dittatura comunista,prevalse e ancora oggi prevale nell'Occidente democratico,il linguaggio degli interessi economici.E anche oggi,anche in Italia,con l'accordo sulla "Nuova Via della Seta" prevale quel linguaggio.Anche per il governo italiano del "cambiamento",è "Il colore dei soldi" quello che conta.Ed è certo ed è sicuro che,per pavidità o interesse,nessuna parola,dirà il "Governo del popolo" italiano per chiedere a Xi Jinping il rispetto dei diritti del popolo cinese.Sì,perchè ancora oggi le cose non sono cambiate in Cina,dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.L'Onu e Amnesty International hanno accertato e denunciato continue e sistematiche violazioni dei diritti umani da parte del regime comunista cinese:violazioni delle disposizioni internazionali,atti di tortura,pena di morte,repressione della libertà di informazione,chiusura dei siti internet e dei social,minoranze etniche e religiose perseguitate,il Tibet ancora e sempre oppresso,negazione totale del ruolo della donna nella società.E' e sarà sempre così.Ogni re