04 marzo 2019

I RAGAZZI DI QUEL MARZO







Avevano lo stesso nome.Erano nati nello stesso mese e nello stesso anno,il marzo del 1943 e quasi nello stesso giorno.Quasi.Perchè Lucio Dalla era nato il 4 e Lucio Battisti il 5 di quel marzo.Lucio Dalla,anzi,fece della propria data di nascita il titolo di una delle sue prime canzoni(4 marzo 1943)mentre Battisti mise il nome del mese in una delle più splendide canzoni:"I giardini di marzo".


   
Ma in realtà la cosa vera che li accomuna è quella di essere stati tra i più grandi artisti e cantanti di tutta la musica moderna italiana,e credo che abbiano davvero ragione quelli che hanno definito le loro canzoni come autentica poesia.Forse perché  fu il loro modo di essere e di sentire il mondo che li portò ad interpretare i sentimenti,le speranze,i desideri della gente.Senza essere coinvolti mai in nessun discorso di partito o di appartenenza politica.Lucio Dalla,per esempio.Nella sua canzone "Anna e Marco", raccontava il disagio,il malessere dei giovani,ai quali comunque con le sue canzoni diceva di avere speranza.
 

 
E così pure l'altra sua canzone "Futura",scritta nel 1979,quando era a Berlino,seduto su una panchina davanti al famoso muro.Era l'epoca della guerra fredda con l'Europa divisa in 2,tra il blocco capitalista e quello comunista.E la divisione era rappresentata anche fisicamente dal Muro.Egli si immaginò(o forse vide realmente)2 giovani innamorati,ma allo stesso tempo un po' insicuri ed ebbe l'intuito di costruire una canzone sulle paure che potevano avere i 2 giovani di fronte a futuro incerto:"Non esser così seria,rimani... I russi,gli americani No lacrime non fermarti fino a domani". E i due innamorati progettano un futuro assieme e addirittura hanno l'idea e il cuore di avere un figlio che "nascerà e non avrà paura" e se è una femmina si chiamerà Futura"(…) E intanto "aspettiamo che ritorni la luce e sentire una voce e aspettiamo, senza avere paura,domani"



 

E' difficile fare una,diciamo così,"graduatoria" tra le canzoni di Dalla.Ma di certo una del suo repertorio che divenne subito un "cult" fu "Come è profondo il mare".


Siamo noi, siamo in tanti, ci nascondiamo di notte per paura degli automobilisti, dei linotipisti siamo gatti neri,siamo pessimisti,siamo i cattivi pensieri, e non abbiamo da mangiare,  come è profondo il mare,canta Dalla dopo l'ormai noto fischio con cui dà il via alla canzone.Scritta nel 1977,la canzone probabilmente risente dell'attualità dell'epoca che vedeva un'Italia colpita dal terrorismo(pochi mesi dopo Aldo Moro sarebbe stato rapito e poi ucciso dalle BR)e nelle varie strofe si sente la ricerca storica che pervade tutto il brano.Strofe intere a ricostruire eventi storici,come la rivoluzione russa del 1917,la seconda guerra mondiale,i campi di concentramento,lo sgancio della bomba nucleare.Scritto alle Isole Tremiti, il testo lungo di questa canzone,è una sorta di percorso storico che parla di deboli e di lotta di classe ("È inutile non c'è più lavoro,non c'è più decoro,Dio o chi per lui sta cercando di dividerci,di farci del male,di farci annegare")e un finale che definisce chiaramente ciò di cui stiamo parlando, ovvero di un "dramma collettivo":"Frattanto i pesci,dai quali discendiamo tutti,assistettero curiosi,al dramma collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrare cattivo".
E ancora la speranza di un domani migliore continuò sempre ad averla e a darla,pur difronte alle difficoltà esistenziali dei giorni nostri,come ad esempio nella "lettera all'amico" di "Caro amico ti scrivo":


 
 
Ed il giorno dopo quello di Dalla,il 5 marzo del 1943,nacque l'altro grande Lucio,Lucio Battisti.Chissà come sarebbe veramente Lucio Battisti oggi.Nessuno può dirlo,anche perché di lui già quando era in vita,non esistevano foto aggiornate,a causa del volontario esilio dal circo Barnum dello spettacolo. Ma lo stesso di lui ne parlò il più importante giornale al mondo,il "New York Times” che lo descrisse come "Il più famoso cantante pop italiano che è stato la voce degli italiani divenuti adulti alla fine degli anni '60 e all'inizio dei '70.Alcuni lo hanno paragonato a Bob Dylan,non per il contenuto politico delle sue canzoni,ma per come ha definito un'era".Ed in effetti è così.Perché Lucio Battisti è stato ed è un mito assoluto della nostra musica,un grande protagonista della scena artistica del Novecento,un talento assoluto,capace di cantare il quotidiano e il privato senza mai cadere nel banale o nella retorica,con i testi dell’amico e compagno di viaggi Mogol("di Battisti-Mogol" era l'annuncio dei presentatori di quei tempi quando annunciavano una canzone a Sanremo o altrove).Rivoluzionò nella sostanza la solita,stanca melodia italiana grazie alle sue passioni per il rhythm ‘n bluses(da cui aveva preso in prestito “le discese ardite e le risalite”)per Bob Dylan,Otis Reding,Jimi Hendrix.Un artista al di fuori dagli schemi,sia dal punto di vista personale perché diceva "no" alla mondanità e all’apparire,sia da quello creativo,perché stravolgeva con la sua produzione la canzone tradizionale che dettava legge.Lucio Battisti è stato un po' per la nostra musica quello che i Beatles sono stati nel mondo a livello musicale.Un genio delle sette note,con quella voce particolare,così leggermente rauca,così sottile,quasi un sibilo in alcuni brani,unica,a tratti triste,a tratti ammaliante.Appunto con Mogol(al secolo Giulio Rapetti)nacque un sodalizio che dal 1966 al 1980 regalerà a un pubblico trasversale,brani destinati a restare nella storia del pop dopo aver dominato per settimane e settimane(ricordo ancora adesso la trasmissione radio degli anni '70 "Dischi Caldi")emozionando generazioni e generazioni,arrivando ai giorni nostri con il loro fascino immutato e con la freschezza del primo ascolto.
"Non è Francesca”,per esempio




 “Acqua azzurra, acqua chiara”,




 “Mi ritorni in mente”,


Fiori rosa fiori di pesco”,

La stupenda e splendida “Emozioni”,


 “E penso a te”,


"Il mio canto libero”



E tantissime altre ancora,tutte belle,tutte indimenticabili:"La luce dell’Est”,“Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”,"Il nostro caro Angelo","Anche per te","Ancora tu","Amarsi un po’","Una donna per amico","Sì viaggiare","Una giornata uggiosa",un repertorio immenso a cui si devono aggiungere le canzoni scritte per altri artisti,come ad esempio “Insieme” ed “Amor mio” per Mina,“Il paradiso” per Patty Pravo,"29 settembre" per l'Equipe 84 e “Vendo casa” per i Dik Dik.Tante gemme preziose e ognuno di noi ha il "suo" Lucio,la "sua" canzone di Lucio canzone alla quale è legato per una storia vissuta,un momento della propria esistenza,un avvenimento da ricordare.Poi venne il Battisti col culto dell’assenza,del non esserci,lontano dai giri e dai clamori del mondo dello spettacolo,delle case discografiche,proprio come aveva detto lui stesso in una intervista,rilasciata prima di chiudersi in un mutismo creativo:"Devo distruggere l'immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso.Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro.L'artista non esiste.Esiste la sua arte".E la sua arte esiste ed è continuata ad esistere in tutti questi anni.E se ancora oggi su tante riviste specializzate,ma anche su tanti quotidiani generalisti e on line,se anche sul più piccolo dei blog(come questo)si sente la necessità di ricordare e di parlare di Lucio Dalla e Lucio Battisti,di ricordare quei due "ragazzi" del marzo '43,significa proprio che qualcosa di profondo essi hanno lasciato,che le loro canzoni,le loro parole,i loro sentimenti hanno dato modo a tanti di cantare,di sognare,di sperare che qualcosa potesse essere,anche se poi,magari,così non è stato.E ancora di più senti la necessità di ricordare quei due ragazzi del marzo '43,se guardi a questi attuali giorni d'Italia,a questo Paese divenuto così egoista e cattivo,sempre più povero di idee e di ideali, incapace di avere "pensieri e parole",di sentire "un canto libero",di provare sentimenti ed "emozioni".

1 commento:

Julia ha detto...

Ciao Clem, che bellissimo post... Dalla l'ho sempre amato. La cassetta con Futura l'ho praticamente consumata ( c'erano ancora le cassette.. :-) ). E che dire di Battisti, non riesci a sentirlo senza cantare. Sono la colonna sonora di anni di vita.
Impossibile fare un paragone con la musica orrenda che ascoltano oggi i ragazzi che non sanno cosa sia un testo.
Gli aneddoti che hai raccontato te li fanno amare ancora di piu'...
Grazie e buon marzo