08 marzo 2016

UN VIAGGIO ELETTORALE







Per le elezioni politiche del 1875 Francesco De Sanctis,già ministro della pubblica istruzione nei governi Cavour e Ricasoli,intraprende un viaggio elettorale nell'Alta Irpinia,suo collegio elettorale.Accompagnato da un clima inclemente,attraverso strade tortuose e melmose,De Sanctis raggiunge piccoli paesi abbarbicati sulla montagna,che rappresentano i luoghi della sua prima giovinezza.Qui incontra elettori,notabili di provincia,preti,sindaci,legulei,proprietari terrieri e faccendieri.Si misura con i problemi e le contraddizioni della provincia meridionale e con i mali atavici della società e della politica italiana.De Sanctis raccoglie poi tutte queste esperienze nel libro "Un viaggio elettorale".Sfogliando le pagine del libro,risultano impressionanti l'attualità e la lungimiranza delle sue considerazioni umane,politiche e sociali maturate durante il tragitto:le cose da lui scritte sono le cose,i problemi ancora presenti in Italia a più di 140 anni da quelle elezioni.De Sanctis s'accorge anzitutto dello scetticismo dei cittadini difronte alla politica eppure dice che:"l'apatia e l'indifferenza verso la politica sono il più grave peccato commesso contro l'Italia".Ma nel contempo si rende conto che i partiti sono screditati agli occhi del Paese e la politica viene percepita come "privilegio di pochi e non invece un dovere di tutti".Addirittura la gente pensa che "non si può essere contemporaneamente uomo politico e uomo onesto".E ancora:"il cittadino vede la politica come un mestiere da cui si ricavano onori e guadagno e si ride di quelli che ne pigliano scandalo".E questo "mestiere" viene "esercitato" anche in periferia(oggi potremmo dire nelle Regioni) dove quel tipo di politica favorisce "l'avventuriero ed il tiranno locale che si fa la sua clientela e la educa simile a sé con la regola del mangiare e far mangiare gente meretrice,disposta a vendere il proprio voto per un piatto di lenticchie".Anche per questo De Sanctis sente che il trasformismo è un male per il Paese e per le sue istituzioni e perciò c'è bisogno di un'alternanza al potere per impedire ai governi di ignorare le critiche e di evitare che fossero corrotti. Eppure anche difronte a questo scenario,la parte sana dell'Italia continuava a lavorare con efficienza e a produrre,ma questo sviluppo dell'economia e della società non era favorito dai governi,e talora ostacolato dalla politica e dalla burocrazia.
C'è forse bisogno di qualche commento?140 anni sono passati ma nulla è cambiato.Clientele,corruzione,trasformismi,sono ancora oggi i mali di "questa" Italia,sono lì a dire che De Sanctis,con intelletto e lungimiranza,aveva visto giusto.Oggi come ieri,adesso come allora,come 140 anni fa è la stessa Italia, perché la stessa è la politica italiana.

2 commenti:

Julia ha detto...

L'esame di storia alla maturità l'ho preparato su due tomi proprio di De Sanctis..!
In ogni caso ero passata per farti gli auguri di buon compleanno, se non mi sono sbagliata... :-)
Tanti auguri Clem
Julia

Clem ha detto...

Sono stato a Bisaccia (che De Sanctis definì nel "Viaggio Elettorale" la gentile per l'amabilità e la cordialità dei suoi abitanti) e ho visitato il castello nel quale De Sanctis visitò la stanza dove aveva alloggiato secoli prima Torquato Tasso. Bisaccia,Calitri,Lacedonia, i paesi del collegio elettorale di De Sanctis ma anche i paesi dell'epicentro del terremoto del 1980 nel quale persero la vita più di 3000 persone.Molte case,ancora oggi a più di 35 anni dal terremoto sono ancora puntellate con pali di legno oppure tristemente abbandonate.Davvero pare che qui lo Stato ignori l'esistenza di questi posti,di questa gente.Cristo si è fermato ad Avellino,parafrasando Carlo Levi.
Non ti sei sbagliata ;-)
Grazie Julia e buon fine settimana
Clem