Una notte.Una nave.Un'isola.Uno scoglio.La nave che si "inchina".La nave sullo scoglio.La nave che s'inclina.Le urla,le grida,il terrore.Poi la morte,poi il silenzio.Poi di nuovo la notte.
Ecco,questa fu la tragedia di quella notte,la tragedia e la notte della "Costa Concordia",che si schiantò su uno scoglio dell'Isola del Giglio,causando la morte di 32 persone,e che poi è restata lì per due anni,reclinata su se stessa,fino a questi ultimi giorni,quando,finalmente,è stata "portata" a Genova per essere distrutta e rottamata.Sì,una tragedia quella della "Costa Concordia".Ma,siccome siamo in Italia,la tragedia presto si è trasformata in farsa.
Una farsa nella quale il prim'attore,il Comandante della nave,il Comandante Schettino è diventato personaggio pubblico di prima "grandezza":di lui si parla dappertutto,con benevolenza o con riprovazione.Di lui si leggono i libri che nel frattempo ha "scritto".Di lui s'ascoltano interviste più o meno serie.Ed intanto i familiari dei morti ancora aspettano giustizia.Con la Concordia sempre lì,sempre arenata sullo scoglio, divenuta il simbolo dell'Italia che non va,il simbolo di uno Stato,di governi reclinati sulle proprie insufficienze e inefficienze,sulle proprie inettitudini,sull'incapacità di governare la "nave Italia".Ma la "Concordia" ha anche "detto" che l'Italia è fatta di genti diverse,provenienti da storie e tradizioni ed esperienze spirituali diverse:genti diverse con cultura e formazione diversa:quella borbonica,ad esempio.O quella sabauda,o quella austroungarica,per esempio.Genti diverse,mai divenute Popolo.Si potrebbe dire che da un lato c'è la "Gente-Schettino".La gente delle superficialità e dell'approssimazione,quella che vive una vita crassa e ignava,che s'acconcia alla cultura delle clientele per beneficiare delle inefficienze e delle prebende pubbliche di uno Stato che proprio con le clientele compra il silenzio della dignità e dell'intelletto.Dall'altra,però,e per fortuna,c'è la "Gente-De Falco" il comandante che ricordò a Schettino i propri doveri,le proprie responsabilità,l'etica dei comportamenti e del sacrificio.La "Gente-De Falco" è la gente della Moralità,del senso del dovere,del rispetto delle regole e del Diritto,di quelle regole e di quel diritto sentito "dentro",perchè regole e diritto non ci sono in uno Stato che non c'è.E quando lo Stato non c'è inevitabili ci sono affari e affarismi.Piccoli e grandi affari.Quelli delle tangenti che puntuali (ri)emergono quando ci sono opere pubbliche da fare.Ma anche piccoli affari.Come,per esempio,quelli fatti intorno alla "Concordia".Così,mentre le famiglie piangono ancora i propri morti,c'è chi affitta a cifre iperboliche camere d'albergo "vista mare e nave",tutto compreso,o vende magliette con l'immagine della nave stampata sopra.
E poi ci sono i politici,naturalmente.Quei politici chiusi nei palazzi del potere e dei loro privilegi,che fuggono da ogni responsabilità e che ignorano quanto grave è la sofferenza economica,l'insofferenza sociale del cittadino.Ma che poi,se le cose vanno bene per merito dei De Falco della situazione,si appropriano del merito,come il Capo del Governo,Matteo Renzi,corso a Genova per "essere" lì,per farsi "vedere" all'all'arrivo della nave,per "apparire" come governante(e serio,per giunta).Come se in giro nel mondo,in Russia o in Medio Oriente,non accadesse niente per cui un governante serio non si dovesse veramente occupare.
Sì,una tragedia quella della nave Costa Concordia.Ma anche il quadro di quello che oggi è l'Italia.Una Nave che non va.Una nave che in un momento di gran tempesta,è senza (un serio)nocchiero.Ma anche una nave che ha troppi Schettino e troppo pochi De Falco.
Una farsa nella quale il prim'attore,il Comandante della nave,il Comandante Schettino è diventato personaggio pubblico di prima "grandezza":di lui si parla dappertutto,con benevolenza o con riprovazione.Di lui si leggono i libri che nel frattempo ha "scritto".Di lui s'ascoltano interviste più o meno serie.Ed intanto i familiari dei morti ancora aspettano giustizia.Con la Concordia sempre lì,sempre arenata sullo scoglio, divenuta il simbolo dell'Italia che non va,il simbolo di uno Stato,di governi reclinati sulle proprie insufficienze e inefficienze,sulle proprie inettitudini,sull'incapacità di governare la "nave Italia".Ma la "Concordia" ha anche "detto" che l'Italia è fatta di genti diverse,provenienti da storie e tradizioni ed esperienze spirituali diverse:genti diverse con cultura e formazione diversa:quella borbonica,ad esempio.O quella sabauda,o quella austroungarica,per esempio.Genti diverse,mai divenute Popolo.Si potrebbe dire che da un lato c'è la "Gente-Schettino".La gente delle superficialità e dell'approssimazione,quella che vive una vita crassa e ignava,che s'acconcia alla cultura delle clientele per beneficiare delle inefficienze e delle prebende pubbliche di uno Stato che proprio con le clientele compra il silenzio della dignità e dell'intelletto.Dall'altra,però,e per fortuna,c'è la "Gente-De Falco" il comandante che ricordò a Schettino i propri doveri,le proprie responsabilità,l'etica dei comportamenti e del sacrificio.La "Gente-De Falco" è la gente della Moralità,del senso del dovere,del rispetto delle regole e del Diritto,di quelle regole e di quel diritto sentito "dentro",perchè regole e diritto non ci sono in uno Stato che non c'è.E quando lo Stato non c'è inevitabili ci sono affari e affarismi.Piccoli e grandi affari.Quelli delle tangenti che puntuali (ri)emergono quando ci sono opere pubbliche da fare.Ma anche piccoli affari.Come,per esempio,quelli fatti intorno alla "Concordia".Così,mentre le famiglie piangono ancora i propri morti,c'è chi affitta a cifre iperboliche camere d'albergo "vista mare e nave",tutto compreso,o vende magliette con l'immagine della nave stampata sopra.
E poi ci sono i politici,naturalmente.Quei politici chiusi nei palazzi del potere e dei loro privilegi,che fuggono da ogni responsabilità e che ignorano quanto grave è la sofferenza economica,l'insofferenza sociale del cittadino.Ma che poi,se le cose vanno bene per merito dei De Falco della situazione,si appropriano del merito,come il Capo del Governo,Matteo Renzi,corso a Genova per "essere" lì,per farsi "vedere" all'all'arrivo della nave,per "apparire" come governante(e serio,per giunta).Come se in giro nel mondo,in Russia o in Medio Oriente,non accadesse niente per cui un governante serio non si dovesse veramente occupare.
Sì,una tragedia quella della nave Costa Concordia.Ma anche il quadro di quello che oggi è l'Italia.Una Nave che non va.Una nave che in un momento di gran tempesta,è senza (un serio)nocchiero.Ma anche una nave che ha troppi Schettino e troppo pochi De Falco.
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