28 aprile 2014

PER NIENTE SERENI



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Allora,ricapitolando.Il "nostro" Premier Renzi ci aveva promesso che entro febbraio ci sarebbe stata la riforma elettorale.Per marzo quella costituzionale.Ad aprile la riforma del lavoro,per maggio ci aveva assicurato che avrebbe messo mano alla Pubblica amministrazione e per giugno avremmo avuto la riforma del fisco.Beh,a maggio ci siamo e di riforme zero.Anzi.Ora che si va verso il concreto dei primi interventi,il Governo comincia a mostrare le prime profonde crepe dovute,al netto delle agitazioni elettorali,alle contraddizioni interne dello stesso PD,partito del quale il Premier è anche segretario.E così ti capita che il decreto Poletti sul lavoro,quello sul "bonus" ai redditi medio bassi ed i primi confronti sulla riforma del Senato,per citare solo alcune tra le riforme annunciate da Renzi,diano il senso di un percorso (a dir poco)travagliato già nei primi passaggi parlamentari.
Paradigmatico è il decreto Poletti.La marcia indietro alla Camera rispetto al testo iniziale,dimostra quanto incisivo sia stato l'intervento "correttivo" di Cgil e sinistra Pd.Ed ha voglia Renzi a dire che si tratta di modifiche di dettaglio.Aver sostanzialmente fatto retromarcia sulla flessibilità del mercato del lavoro,inizialmente previsto dal decreto Poletti,fa capire quanto forte sia ancora adesso quella parte del Pd pregiudizialmente e culturalmente contraria a nuovi e moderni sistemi di relazioni con il mondo delle imprese,ed è il segno che Renzi ha un grande problema con la sinistra del suo partito.Un problema che diventerà ancor piu serio quando si passerà a por mano a passaggi ancor più significativi del "Job's Act",come la delega sul nuovo codice del lavoro.Ma intanto serissimi problemi Renzi li sta già avendo sul testo di riforma del Senato,anche qui per i mal di pancia del suo stesso partito.Infatti la sinistra Pd,con una proposta di riforma del Senato presentata insieme ai bersaniani e gradita anche a Forza Italia,diversa da quella dell'esecutivo,torna a difendere un Senato elettivo.E questa proposta è potenzialmente capace di spaccare la maggioranza Pd-Ncd.Quanto al bonus ai redditi medio-bassi anch'esso alla fine è arrivato diverso da come era stato presentato.Ora il Premier va dicendo che il bonus sarà esteso anche a pensionati e incapienti.Piccolo particolare.Il ministro Padoan ha più volte sottolineato che di questo se ne parlerà solo nella legge di stabilità a fine anno(campa cavallo che l'erba cresce)perchè le coperture(anche qui)vanno ancora trovate.Per non parlare della ormai famigerata "spending review".Renzi continua a dire che dai tagli di Cottarelli verranno fuori 6/7 milioni di euro.Cottarelli dice invece che se ne ricaveranno 2,ad andar bene 3.E poi c'è la promessa di giugno,quella della riforma del fisco.Se vogliamo la riforma è già stata fatta,ma in negativo.Che cos'è,infatti,l’aliquota passata dal 20 al 26% sulle cosiddette “rendite” finanziarie se non un esproprio patrimoniale per i piccoli risparmiatori?(Ma tranquilli,c'è Alfano,con le sue "sentinelle" anti-tasse).E stendiamo un velo sulla sovrattassa retroattiva sulle banche,che alla fine della fiera graverà ancora sul piccolo risparmiatore.
E questo sarebbe "cambiare verso" Matteo?Mi pare piuttosto che stai facendo pari pari le stesse cose che hanno fatto i tuoi predecessori,Monti e Letta,i quali,proprio come te,da nessuno eletti,hanno devastato le tasche degli italiani.No,Matteo, #NONSIAMOPERNIENTESERENICONTE

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