10 gennaio 2025

UNA PAROLA PER SEMPRE



E' "rispetto" la parola che l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto come parola dell'anno 2024.Una parola scelta,spiegano gli studiosi dell'Istituto,per la “sua attualità e rilevanza sociale”.Rispetto è un sentimento di stima,attenzione,nei confronti di una persona,ma anche verso un popolo,un'istituzione,una cultura,che si può esprimere con atti o fatti.Una parola che dovrebbe essere insegnata alle giovani generazioni fin dalla prima infanzia,per poi diffonderla nelle relazioni tra le persone,in famiglia,nel lavoro, nel rapporto con le istituzioni civili e religiose,nella politica e nelle relazioni internazionali.Ed  invece è proprio la parola "rispetto" che oggi è assente nelle relazioni internazionali ed interpersonali:è la mancanza di rispetto dei diritti dei popoli e della democrazia la causa delle guerre oggi in corso;è la mancanza di rispetto delle idee e dei diritti delle persone a generare la violenza contro le donne,contro chi ha un diverso colore della pelle o altre convinzioni religiose od orientamenti sessuali;è la mancanza di rispetto delle regole del diritto o delle leggi della natura a causare rispettivamente lo sfaldamento delle istituzioni o i disastri ambientali e l'alterazione dell'ecosistema  naturale.

Ma quando si parla di rispetto vengono subito alla mente quelle parole di Nelson Mandela:"Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene,ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri".E allora accanto alla parola rispetto c'è un'altra parola che con essa fa quasi rima;quest'altra parola,però,non può essere parola di un solo anno, ma è parola di sempre e per sempre:"Libertà" è quella parola.Il termine «Libertà» è pieno di significati:comprende sentimenti ed aspirazioni;esprime ciò che ognuno vorrebbe essere ma spesso non può essere. Essere liberi o «liberi di essere» è un'esigenza imprescindibile per l’umanità tutta e per ogni singolo individuo.Su di essa si sono scritte Costituzioni e Dichiarazioni Universali,eppure ancora oggi si sente la necessità di parlarne.E allora la domanda è:cos’è la libertà?Ed esiste oggi nel concreto ?E siamo davvero tutti liberi?

La parola «Libertà» deriva dal latino "libertas" e la sua radice è la stessa di «figlio»(liberi)e «libro»(liber):indica perciò apertura alla vita,alle relazioni interpersonali,al sapere e alla conoscenza.E' una parola pronunciata spesso in questi tempi di prigionie mentali,di muri psicologici e fisici,di atmosfere lugubri,soppressive e oppressive di diritti,di arroganti pretese di supremazie di razza.Ed invece ciascuno di noi,ciascun individuo dovrebbe essere generatore di libertà,rispettare gli altrui diritti e far sì che questi si possano esplicare pienamente.Ma per fare questo occorre cambiare il nostro modo di vivere.Il che significa guardare e conoscere l’altro senza pregiudizi,odi,rancori e violenza contro il "diverso",quale che sia quella diversità:di idee,razza,religione od orientamento sessuale.

Libertà significa appunto questo:arricchire le vite degli altri,sapere che ci sono "anche" altrui diritti che vanno tutelati.Soprattutto quei diritti che oggi sono "ridotti" o del tutto annullati da parte della politica,della magistratura ma in fondo da parte di tutti noi:i diritti dei carcerati,dei migranti in fuga dalle guerre e dalla fame,i diritti delle donne,dei bambini,dei disabili e quelli degli anziani.Perchè proprio riconoscendo e tutelando ANCHE quei diritti si riemerge dai nostri abissi di egoismi,indifferenza ed insensibilità,dando invece anche agli altri le stesse opportunità che chiediamo siano date a noi.L'arricchimento dei diritti altrui è anche nostro arricchimento:arricchimento di conoscenza negli altri,conoscenza di storie e cultura,nel rispetto(ritorna la parola)ciascuno delle proprie culture e identità.Perchè ogni individuo esiste nella sua unicità,ma non può prescindere dall’altro,nell’ecosistema complessivo dell'Umanità.E' perciò che la libertà,come diceva Nelson Mandela,non può sussistere se non con il rispetto dell'altro,del suo diritto ad essere Umanità.

Tutti abbiamo bisogno di libertà:libertà per i popoli che vogliono essere liberi di vivere la propria storia,cultura e religione,senza prevaricazioni e oppressioni di altri Stati e di altri popoli.Libertà per le donne di essere sé stesse senza timori di violenze e pregiudizi.Libertà per ognuno di vivere la propria sessualità e di amarsi liberamente.Libertà di pensare e di agire con l’unico vincolo di rispettare l’altro,perché se nella relazione non c’è rispetto per l'altro non può esserci reciprocità, né costruzione di valori.

Libertà richiede però impegno,costanza e coraggio.È un valore assoluto, ma non ha validità assoluta:c’è sempre qualcuno o qualcosa che da un momento all’altro può sottrarcela.Impegnarsi,perciò,ad esercitare sempre il pensiero,che poi significa  "semplicemente" essere liberali.E avere coraggio:coraggio di sottrarsi al pensiero dominante e scoprire nuovi valori in cui credere; di scrollarsi di dosso le convenzioni che ci soffocano e costruire un rapporto autentico con gli altri e con sé stessi.Il "mestiere" di pensare e la determinazione di non accettare i conformistici comportamenti per ingraziarsi i potenti,dà consapevolezza di sé e dignità a ciascuno:è così che si semina speranza.Sperare,però,secondo le parole di Marco Pannella:"Spes contra spem",cioè "osare l’inosabile”,“essere speranza (spes)piuttosto che avere speranza (spem)”;essere,farsi speranza nella propria carne,attraverso il proprio corpo opposto al potere.Speranza attraverso la propria azione,senza rimanere immobili nel sogno e nella rassegnazione aspettando passivamente che qualcosa prima o poi si avveri. 

07 gennaio 2025

UN LIBERALE DAVVERO





8 anni fa,il 7 gennaio 2016,moriva Valerio Zanone.Valerio Zanone fu un grande liberale;un liberale davvero.Perchè i principi del liberalismo,quella laica Fede liberale lui la visse fin nel profondo e fino all'ultimo giorno.Un solo desiderio,infatti,aveva espresso:che sulla sua tomba fosse scritta una sola parola:"Liberale".Una parola che oggi tanti usano,della quale in così tanti oggi si appropriano,senza nemmeno conoscerne la valenza ed il significato.
Zanone,invece,la conosceva bene quella parola ed anzi la viveva e sopra ci rifletteva nei suoi tanti studi,scritti e discorsi.E forse proprio questo è il miglior modo di ricordare Valerio Zanone,perchè,al di là della carriera politica(tanti i suoi incarichi istituzionali:Consigliere Regionale PLI del Piemonte,Segretario del PLI dopo Malagodi,Sindaco della "sua" Torino,parlamentare per più legislature e Ministro dell'Ecologia,dell'Industria e della Difesa)fu anzitutto un fine e coltissimo intellettuale oltre che uomo con grande senso dello Stato,ma questo è del tutto normale per ogni vero liberale.Anzi si può dire che più che un politico,lui fu un intellettuale prestato alla politica.  Il liberalismo,per lui,era un'"mestiere" difficile.Agli amici "raccomandava" spesso:"Non diventare liberale,perchè in Italia è il modo migliore per complicarsi la vita".Come aveva ragione! La cosa più facile,infatti,in Italia era,è sempre stata quella di aderire  alle forze che gestiscono il potere,a quel sistema partitico dedito soltanto a spartirsi le prebende del sottobosco politico ed economico italiano,nell'ambito di un degrado ed una corruzione morale dei costumi istituzionali e politici.Del resto nulla di nuovo sotto il sole:queste cose continuano ad accadere ancora oggi,al tempo del dominante populismo nostrano.In questo sembrava riprendere le parole di Ernesto Rossi che nel suo libro "Elogio della galera" scriveva di essere in galera con i comunisti perché insieme a loro combatteva il regime fascista.Ma sentendoli ragionare,capiva che se quei comunisti avessero vinto,lui sarebbe finito in galera di nuovo.Come a dire:è difficile per un pensiero libero e liberale trovare spazio in Italia.
Dopo la stagione di Mani Pulite,che spazzò via i partiti della Prima Repubblica e quindi anche il "suo" PLI,Zanone non volle mai aderire a quella che lui chiamava "la grande truffa" berlusconiana.Così egli scriveva:"si è voluto regalare la bandiera liberale a un demagogo millantatore che fino ad allora aveva  fatto affari  di bassa lega con il partito socialista.L’etichetta di “liberale” a Berlusconi è servita per dare uno straccio di dignità politica a chi ne è totalmente sprovvisto.I complici sono molti:si va da Bertinotti alla stampa padronale, persino al Pd sempre incline all’inciucio e al compromesso di potere.(....)La “rivoluzione liberale” predicata da Gobetti e quella di Berlusconi,per i pennivendoli di Arcore,sono state la stessa cosa. Alcuni hanno avuto persino la faccia tosta di espungere Gobetti dalla storia del pensiero liberale per dare posto al monopolista di Arcore(....).Come ci  si possa,la mattina,guardare allo specchio senza ridere o vergognarsi, non si sa proprio(....).Ci si strofina su Meloni come  nel 1922 i fascioliberali su Mussolini".Incredibile,ma queste parole furono scritte da Zanone 15 anni fa,all'albeggiare del sistema di potere berlusconiano.
Di Zanone,però,non condivisi una scelta,quella cioè di non essere stato a fianco di Enzo Tortora,che pure del PLI faceva parte,ingiustamente ed indecentemente accusato dalla malagiustizia italiana.Ancora oggi non comprendo il perchè della rinuncia a combattere una battaglia tipicamente liberale per lo stato di diritto contro l'angheria di una giustizia ingiusta,arrogante e prepotente che già allora angariava la vita degli individui.Battaglia che invece poi fecero Marco Pannella e i Radicali.In ogni caso per noi liberali Valerio Zanone rimarrà sempre Valerio Zanone.E a mio avviso il modo migliore per ricordarlo è rileggere il suo "decalogo" liberale,quella sorta di Comandamenti Liberali,che lui enunciò in quel meraviglioso Congresso liberale di Firenze del 1981: 
  • Liberale è darsi una regola piuttosto di doverla ricevere.
  • Liberale è la società aperta che riconosce a ciascuno il diritto e la possibilità di diventare ciò che vuole essere.
  • Liberale è rinunciare all'illusione della società perfetta,ma cercare ogni giorno di correggerne qualche imperfezione.
  • Liberale è l'iniziativa individuale combinata con la responsabilità collettiva.
  • Liberale è il rifiuto di staccare nel tempo la libertà e la socialità;ai marxisti che promettono la libertà dopo la socialità,ai conservatori che promettono la socialità dopo la libertà,i liberali devono rispondere che la libertà e la socialità si guadagnano e si perdono insieme
  • Liberale è la sintesi difficile non impossibile,fra l'efficienza del mercato,le riforme della socialità, le regole della democrazia.
  • Liberale è chi non delega e non si sottomette,chi chiede al grande fratello pubblico il conto delle spese.
  • Liberale è chi,dopo aver letto il romanzo di Orwell,scopre che il fatidico "1984" è alle porte,e prepara la difesa contro la più illiberale delle diseguaglianze,quella che potrebbe instaurarsi fra una massa livellata e una oligarchia di livellatori
  • Liberale è il rifiuto di separare il tempo dalla propria vita,di scinderlo fra un tempo di lavoro senza fantasia e un tempo libero senza significato
  • Liberale è la voglia di cambiare ogni tanto lavoro e pensieri, di imparare qualcosa anche quando è finita la scuola.
  • Liberale è per noi, italiani, credere nella vivacità e opporci alle politiche che la mortificano, respingere le lamentazioni catastrofiche, avere fiducia in questo paese dissestato e grande; e cercare nelle ragioni della libertà le nostre ragioni di speranza".