26 agosto 2022

SE TI CHIAMI MARIO DRAGHI




La notizia del "Financial Time" é di quelle che suscitano preoccupazioni e che,al tempo stesso,danno da riflettere.L'autorevole quotidiano economico-finanziario inglese ha infatti riportato che i grandi operatori finanziari internazionali nel debito pubblico italiano avrebbero l'intenzione,visto lo scenario politico italiano che si prospetta per il dopo 25 settembre(data delle elezioni politiche in Italia)di vendere circa 200 miliardi  di titoli di stato italiani.E questo in considerazione dell'elevato livello del debito pubblico italiano.E' chiaramente una operazione di speculazione finanziaria,ma é altrettanto chiaramente basata sulla scarsa considerazione che i mercati internazionali hanno nei confronti della coalizione di centrodestra a trazione sovranpopulista che tutti i sondaggi danno vincente.

Tali inquietanti notizie sull’ondata di sfiducia dei grandi investitori(ma anche delle numerose istituzioni europee e mondiali)nel debito pubblico italiano a seguito dell’uscita di scena del governo Draghi,mostrano l’importanza della reputazione e della credibilità di un leader nel determinare il valore di un’impresa o di uno Stato.La stima per Mario Draghi come Presidente del Consiglio rappresentava una straordinaria ricchezza per un’Italia fortemente indebitata.La semplice notizia di possibili vendite di titoli di stato italiani é conseguente proprio alla fine del mandato di Draghi e dà un’idea di quanto la credibilità di una persona possa influenzare la credibilità di un paese.Al tempo stesso mostra la scarsa(per non dire nulla)fiducia dei mercati nei possibili successori(cioè Meloni e Salvini)dei quali temono l’avventatezza delle scelte,la spavalderia nel trovare sempre nuove ragioni per aumentare il debito,il disancoraggio dall’Europa,e la loro vicinanza a personaggi autoritari e antidemocratici come Orban e Putin.

Certo,chi opera nei mercati finanziari lo fa con un grado di grande spregiudicatezza,perché ha come obiettivo la pura speculazione e la possibilità di lucrare guadagni molto cospicui.Ed é proprio in questo modo che sembrerebbero indirizzarsi quei fondi di investimento nel debito pubblico italiano che,ritenendo probabile,in conseguenza del risultato delle elezioni,una riduzione del valore dei titoli rappresentativi del nostro debito(con conseguente aumento del tasso di interesse,il famoso "spread")vendono titoli di cui non sono in possesso  scommettendo in una caduta del loro prezzo per lucrare sulla differenza tra il prezzo di vendita attuale e il nuovo prezzo a cui riacquisteranno i titoli.(In soldoni il ragionamento é:"Se vendo a 100 un titolo che non ho,contando sul fatto che il prezzo nel frattempo scenderà,poniamo a 90 guadagno 10 senza impiegare soldi miei).Si chiama "speculazione" ed é pane quotidiano per gli operatori di Borsa,che sperano sempre di guadagnarci,anche nei casi di difficoltà del debitore e con metodi molto discutibili sul piano etico.

Risulta allora evidente come la reputazione,la credibilità e l'affidabilità di un governo e di chi lo presiede,serve a togliere spazio a qualsiasi forma di speculazione.Demolisce le aspettative di chi spera che scelte politiche impopolari e di riforme scomode possano suscitare malcontento e mestare nel torbido del malcontento.Invece chi,come Mario Draghi,ha autorevolezza e credibilità internazionale,non cavalca la demagogia di una maggiore spesa o di scostamenti di bilancio ulteriormente devastanti per il debito pubblico.Né pensa di poter fare a meno dell'Europa mostrando oltretutto ambiguità nella politica estera proprio in un momento come questo in cui é in corso la guerra all'Ucraina.Al contrario proprio politiche come queste hanno connotato il sovranismo e il populismo di casa nostra con i roboanti proclami di Meloni e Salvini.

Ancora adesso,pur nell'attuale condizione di Premier dimissionario,Draghi sta cercando di calmierare i mercati internazionali mandando messaggi rassicuranti e facendo capire proprio a chi lo ha sfiduciato che solo una politica di riforme e una crescita sostenibile del reddito e dell’occupazione,con minori diseguaglianze e senza eccessivo ricorso al debito.Ma senza dei leder competenti e credibili sullo scenario internazionale capaci di governare un Paese senza vuoti e demagogici proclami,ogni politica monetaria é destinata a fallire.Perché quella credibilità di cui l'Italia ha potuto fregiarsi con Mario Draghi non é certo rintracciabile in gente come Salvini e Meloni che tutto possono avere tranne,di certo,il senso dello Stato.

Nessun commento: