19 novembre 2020

DIVIETO DI CULTURA





Con la seconda ondata del virus è ricominciata l'alluvione dei Dpcm.Nuove regole,altri divieti e obblighi.Obbligo,per esempio,di chiudere i servizi non essenziali.E "non essenziali",per il premier Conte,sono i luoghi della cultura:musei,teatri,biblioteche.Tutto chiuso,a tempo indeterminato.Questi luoghi,per questo governo rozzo ed incapace,sono considerati solo come un "numero",per il numero,cioè, di visitatori,potenziali contagiatori per eventuali assembramenti:un numero,niente più,come se questo fosse l'unico criterio da seguire per evitare contatti e contagi.Oltretutto non si capisce come mai cinque persone in una stanza di museo rischino il contagio più di cinque persone in un negozio di alimentari di identica superficie.E così bisogna accontentarsi di visite "virtuali",almeno per quanto riguarda i musei.La chiusura di teatri,biblioteche e musei conferma così quale sia il "sentimento" di questo governo nei confronti della cultura:essenziale è(con tutto il rispetto)il negozio di giocattoli per bambini,non i musei,i teatri e le biblioteche.Invece il teatro e i musei e le biblioteche sono altro e di più,ed anzi dobbiamo prepararci a un diverso modo di fare cultura,di avere bellezza,di coltivare memoria,di mantenere sensibilità di cui c'è sempre bisogno.Ed è in questo nuovo,inaspettato tempo che tale bisogno si fa sentire ancora più necessario.La memoria culturale ci ricorda quel che eravamo e ci proietta verso il futuro.Ci dona ricchezza interiore,alimenta speranza.E ci cura l'anima.Diceva il pittore Lucien Freud,nipote del padre della Psicoanalisi,Sigmund:"Vado alla National Gallery come si va dal medico".Nell’art. 9 della Costituzione c'è scritto che:"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".E' qui il senso di tutto.È nel nostro patrimonio artistico,nella nostra cultura che risiede il cuore della nostra identità nazionale.Anzi.Mi piace immaginare la cultura italiana come un'immensa agorà senza Tempo nella quale,ad esempio,Seneca passeggia con Leopardi riflettendo sull'ineluttabilità del dolore;più in là Dante e Manzoni discutono del senso religioso della vita,mentre Pasolini e Caravaggio si raccontano le loro vite travagliate;e poi ancora Verdi e Vivaldi e Mascagni e Paganini e Donizetti e Puccini,si dicono di quanto avesse ragione Platone nel dire che:"La musica fa bene al cuore".E Croce e Gentile ragionano di Platone e Aristotele,guardando la "Scuola di Atene" di Raffaello.E poi ancora Leonardo e Michelangelo,discutono della Creazione dell'Umanità,come loro l'hanno concepita nel "Vitruviano" e nell' "indice" della Cappella Sistina.E poi Pirandello,Montale e Ungaretti che si chiedono quale sia il significato esistenziale dell'Uomo.Ecco,questa Italia è dentro ciascuno di noi,espressa nella cultura umanistica,dall’arte figurativa,dalla musica,dall’architettura,dalla poesia e dalla letteratura di un unico popolo.Non a caso quell'articolo 9 si trova nella sezione "Principi fondamentali" della Costituzione."Principi fondamentali",altro che servizi non essenziali.E allora fatelo quest'altro Dpcm:che tutti i musei e i teatri e le biblioteche siano aperti.Sarebbe un segnale di vita e di speranza.L’affermazione che arte e cultura sono necessarie,anche e soprattutto in un momento come questo.Sarebbe la consapevolezza che la ripartenza richiede memoria della nostra cultura,storia e bellezza.Che il museo,il teatro,le biblioteche sono macchine del pensiero,il simbolo di una società che non si limita a sopravvivere a se stessa.Un modo per prepararci al mondo nuovo che verrà.La pandemia ci obbliga alla consapevolezza della nostra fragilità.Ma anche alla consapevolezza della nostra forza che è la nostra immensa cultura.




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